Il diario – nella bolla temporale: Butembo.

Ci si sveglia con suoni diversi rispetto al giorno precedente, si respira la festa. Per noi in visita la sveglia suona prestissimo. La giornata è più calda di ieri, speriamo non troppo. Appena fuori dal cortile della “procura”, dove siamo ospiti, ci accorgiamo che c’è qualcosa di diverso anche dagli abiti della gente, più ordinata, più elegante, più colorata. Oggi è domenica, anche qui.

12.01.14

Butembo 22:09

– Domenica di Santa Messa. Ne sono consapevole, non mi dispiace nemmeno, in fondo è un viaggio pastorale. Don Maurizio e Padre Salvatore in alta uniforme, sembrano due “Man in Black”, con il caldo che fa non li invidio per niente. Ci può stare una lunga messa dicevo, forse però 5 ore e mezza di celebrazione solenne in una lingua incomprensibile sarebbe stata pesante per tutti. Certo sono belli  i canti e i balli, ma alla lunga giuro che stancano anche quelli. Mi sono trovato così un passatempo. Ho imparato a contare fino a sette in swahili, apprendendo dal bambino seduto vicino a me. Si chiama Frank, ma non ci siamo intesi per indagare la sua età. In ogni caso un tipo sveglio, serio, non molto interessato alla messa (evidentemente pesante anche per lui che capiva ciò che dicevano), a differenza di altri non mi ha chiesto caramelle. Con sobrietà un chewing gum, che gli ho girato volentieri. Primissima nota dolente, l’impressione è che noi bianchi siamo considerati dollari che camminano,  o almeno lo pensano di noi visitatori. Hanno la certezza che doneremo qualcosa, si accalcano per chiedere che quel dono venga fatto a loro: “donemualò…”!

– dopo la messa fiume, ma anche fiumana di persone (con un rapido calcolo ho contato almeno 5 mila persone), c’è stata una grande festa. Un vero e proprio ricevimento con tanto di musica, balli e torta glassata. Fantastico il momento dei balli in gruppo, e per una volta ci siamo fatti onore con una magistrale interpretazione del ballo del qua qua. Su tutti Ylenia e Federica grandissime, nel ruolo di capo tribù! La foto del giorno però la meritano Salvo e Don Maurizio con i gonnellini di paglia: TRALLALERU’!

– Nonostante l’aria di festa, rimaniamo tutti un po’ sorpresi quando è il turno di mangiare dei bambini. I bambini mangiano per ultimi, cioè dopo che gli adulti hanno finito. Fin qui sarebbe anche comprensibile, da accettare come fatto culturale, ma quello che ci ha shockato, soprattutto ai più giovani ed inesperti dell’Africa, è che mangiano gli scarti, né più né meno di come avremmo fatto con i nostri animali domestici.  La giustificazione che dietro i cancelli ce ne fossero altri 200 che non ne hanno avuto, e che questi almeno hanno mangiato e nulla è andato sprecato davvero non mi basta. Non faccio accuse a nessuno, che certamente è una cosa socialmente accettata, ma la mia denuncia è forte: I BAMBINI SONO GLI ULTIMI, IN CONGO GLI ULTIMI DELLA TERRA!

ps: chiudo questa serata di pensieri e riflessioni con un sorriso, una nota lieta. Tra le centinaia di bimbi incontrati in questi due giorni, oggi ne ho messo alla prova uno. Avevamo regalato ovviamente molte caramelle, e questo furbetto occhioni neri e sorriso da rivista di moda, sugli otto anni non di più, ne aveva razziato parecchie. Si avvicina, forte del suo sorriso convincente, e mi chiede l’ennesima “bon bon”. Io ero realmente rimasto a secco, allora ribalto la domanda essendomi accorto che ne nascondeva in tasca un bel po’. Dopo alcuni secondi di resistenza in cui voleva fare il vago, ha ceduto. Mi ha offerto una delle sue caramelle e se si può mi ha sorriso ancora di più. I BAMBINI SONO GLI ULTIMI, ma non è lontano il tempo in cui credevo che GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI. amèn.

#tesonolecosedellagiornataunadiquestehafattomale

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Vivo a sudditunisi, dopo aver girato l'Italia per un po'. Sono zio di una regina degli elfi, tifo l'Inter dai tempi in cui perdevamo sempre, ma eravamo invincibili. Voto il Pd quasi per lo stesso motivo. Scrivo di pallone, ma ho un libro nel cassetto dal titolo goloso. Alè.

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