Il diario – nella bolla temporale: Butembo.

Oggi il gruppo si divide. Lasceremo i primi al villaggio di Luotu,  domani ci divideremo ulteriormente in altri due gruppi. Prima di arrivare a Luotu però, visitiamo altri due villaggi: Musyenene e Lukanga.

13.01.14 

Butembo, ultima sera.

– Musyenene. Al piccolo Seminario i giovanissimi seminaristi ci accolgono in modo maestoso. Tutti schierati perfettamente ordinati, nessun eccesso, quasi nessuno sorride tanto la concentrazione. Il canto d’accoglienza, un classico della musica sacra francese, cantato a cappella dalle loro voci bianche è struggente. Dopo i primi momenti in cui la loro giovane età quasi stride con quell’atteggiamento tanto serio, è bastato qualche canto più allegro e i soliti balli delle nostre “alfiere” , che finalmente anche i ragazzini si sono sciolti nei soliti contagiosi sorrisi. La loro curiosità è stata molto stimolata dalla nostra visita, così in una babele di linguaggi in cui era difficile raccapezzarsi,  provavano  a chiederci del nostro  mondo, dell’Europa, del perché del nostro viaggio, e noi a rispondere imbarazzati a domande che forse non ci aspettavamo. Per fortuna che il nostro seminarista Giovanni, riusciva a parlare un po’ di francese e aveva saldi principi e idee chiare su come affrontare certi argomenti, anche quelli più spinosi,dentro un seminario come per esempio gli scandali sui preti-pedofili, che  evidentemente sono arrivati anche qui. Dopo il Piccolo Seminario, in prossimità della chiesa, abbiamo visitato una scuola. Stavolta molto meno ordinati , schierati ad accoglierci erano centinaia di bambini. Ci siamo tutti fatti travolgere dalla loro gioia. Io mi sono rotolato sull’erba insieme ai più piccoli, saltato con loro e su di loro. Mai visti così tanti contemporaneamente.

– Lukanga. L’inizio del gemellaggio fra le diocesi è partito da qui. Il primo contatto di un’esperienza che si rinnova e ingaggia persone diverse, ma con un’unica convinzione, che quello che abbiamo non ci è dovuto e non è nostro. Il parroco di Lukanga per adesso, è padre Kizito. Di fama lo conosco, e so che aveva fatto amicizia con mia sorella e con mia madre. Al solo nome di Federica si emoziona, quasi gli scappa una lacrima nel vedere sullo schermo del mio smartphone la foto della piccola Luthien, mia nipote. Tanti abbracci e sorrisi. Per iniziativa di Chiara, Valentina e Matteo compriamo delle scarpe per i bambini della parrocchia, proviamo anche a metterli in fila per dargliele in maniera più ordinata, ma il tentativo fallisce così deleghiamo i preti al lavoro sporco ma siamo contenti di vedere i piccoli con le infradito nuove. Piccole cose, cattedrali nel deserto.

– Luotu. Un’accoglienza entusiasmante. Sembrava una festa di paese, con tanto di tamburi, fischietti,danze, balletti organizzati. Stavolta non solo i bambini a farci sentire speciali, ma anche gli adulti. Lasciamo una parte del gruppo, da una parte la tristezza per separarci dai compagni con cui il viaggio era iniziato, dall’altra parte la consapevolezza che scambiandoci poi le rispettive sensazioni sarà come aver avuto più esperienze, nei racconti dei nuovi amici ci saremo anche noi. Il gemellaggio è anche questo, condividere con chi percorre la tua strada. Così oltre a questa sensazione di essere dentro una bolla temporale che amplifica i giorni e le ore, possiamo provare anche a percepire più luoghi attraverso  gli occhi degli altri.

 

#tresonolecoseomeglioivillaggidioggi

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Vivo a sudditunisi, dopo aver girato l'Italia per un po'. Sono zio di una regina degli elfi, tifo l'Inter dai tempi in cui perdevamo sempre, ma eravamo invincibili. Voto il Pd quasi per lo stesso motivo. Scrivo di pallone, ma ho un libro nel cassetto dal titolo goloso. Alè.

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