Il modicano Luca Scivoletto tra gli sceneggiatori del film-documentario 1938 Diversi, presentato in questi giorni alla Mostra del Cinema di Venezia, per la regia di Giorgio Treves, prodotto da Tangram Film, in collaborazione con Sky Arte HD, AB Themateques pour Toute l’Histoire, Aamod.
Luca Scivoletto, classe 1981, a dispetto della sua giovane età, è molto conosciuto nel mondo cinematografico e documentaristico nazionale e internazionale. Tra i suoi lavori ricordiamo: Con quella faccia da straniera-il Viaggio di Maria Occhipinti (2012), dedicato alla vita di una delle più importanti figure del pacifismo e del femminismo nazionale; L’uomo Pietra (2015), simpaticissima commedia/mockumentary ambientata in una Modica tanto surreale quanto, paradossalmente, autentica e fedele allo spirito collettivo che noi, cittadini dell’ex Contea, amiamo riassumere nel concetto indefinibile di “modicanità”. A Nord Est (2010), viaggio nel “paradiso” produttivo italiano, tra mito di un modello di benessere solo apparente e reali sopraffazioni di un sistema economico che tutto fagocita; Max (2010), una Modica, divisa tra zona vecchia e zona nuova, fa da sfondo alla storia di un personaggio bizzarro, che costruisce il suo successo facendo la parodia in dialetto dei grandi successi musicali del momento.
1938 Diversi racconta, con testimonianze, animazioni e documenti storici, l’infamia delle leggi razziali, mettendo in evidenza il metodo sistematico, adottato dalla propaganda fascista, coordinata dal Ministero della Cultura Popolare, per seminare, nella mente degli italiani, il germe prima ignoto del razzismo.
Dopo il 1938 gli ebrei non poterono, tra le altre cose, essere proprietari di terreni e di fabbricati, avere domestici “ariani”, lavorare nelle amministrazioni militari e civili, negli enti provinciali e comunali, negli enti parastatali, nelle banche e nelle assicurazioni. Gli ebrei furono espulsi dalla scuola italiana e successivamente vennero sottoposti al programma di deportazione nei campi di concentramento.
A distanza di appena 80 anni (la vita media di un uomo) la storia sembra volersi ripetere e gli italiani si riscoprono portatori (in)sani di quel virus. L’analfabetismo funzionale di moltissimi cittadini, non dissimile dalla scarsa alfabetizzazione dell’Italia prebellica, ha superato i livelli di guardia e trova alimento nel mondo dei social, attraverso fake news e capziosi revisionismi storici. Su questo terreno la propaganda xenofoba di certi ambienti politici sta giocando la sua partita, aggiudicandosi inaspettati successi.
Di fronte ad un tale scenario abbiamo bisogno di iniziative di “resistenza culturale”, di “resistenza critica”, per “apprendere”, nel senso letterale del termine, cioè con lo sforzo della mente e senza dare per scontata una notizia solo perché la si è letta su internet.
1938 Diversi appare, quindi, opera “necessaria” di controinformazione, perché di fronte all’incapienza politica di una sinistra ormai in brandelli, vezzosamente abbarbicata ai selfie delle manifestazioni e alle bandiere arcobaleno, solo il mondo della Cultura, quella vera, quella che approfondisce e documenta in modo “scientifico”, nel senso di “verificato e dimostrato”, può fare da argine alla regressione del pensiero collettivo.
La straordinaria attualità dei temi trattati da questo documentario ci spinge a riflettere sul mondo contemporaneo e sulle grandi sfide che abbiamo davanti. La drammatica attualità di quelle vicende ci spinge a valutare attentamente la strada che intendiamo percorrere nell’immediato futuro. La corretta conoscenza di quegli avvenimenti ci deve fare da monito.
La storia non è solo nei libri e non è mai completamente “passato”.
La storia torna, ogni giorno, nelle parole e nelle azioni di ognuno di noi. E può produrre conseguenze disastrose…