Il Natale opulento che “illumina” la crisi

L’anno scorso, nel mese di dicembre, mi trovavo con mia figlia, di fronte al Palazzo della Cultura, dove era stato installato un tetto di luci colorate. Io, con aria saputella, ho guardato la mia bimba e le ho detto: “Guarda quell’illuminazione: rappresenta un noto personaggio dei cartoni molto in voga quando ero piccolino io e che si chiamava Mazinga Z!”. Mia figlia ridendo mi ha detto: “Ma papà, quello è un presepe stilizzato che rappresenta la città di Modica!”. Poi, lei e mia moglie hanno ripreso la passeggiata verso Piazza Monumento, scuotendo entrambe la testa in tono di commiserazione nei miei confronti.

Quest’anno è tutto diverso, non solo perché ho imparato a non fare più commenti in presenza di mia figlia e nemmeno perché non ci sono più quelle strane luminarie natalizie comprensibili solo da fini intellettuali con almeno otto lauree e 14 masters. Quest’anno è tutto diverso perché c’è Ignazio, che è il padre nostro, cioè di tutti i modicani, il quale, insieme al Presidente della Pro Loco, l’amico Luigi Galazzo, e di concerto con i commercianti del centro storico (quelli del Polo commerciale no, perché, pare, non siano abbastanza natalizi) ha pensato di fare alla città un regalo senza precedenti, inondando il Corso Umberto di luci a forma di“onda su onda”, installando stelle e stelline luminose per tutta la città (alcune delle quali, in verità, avrebbero bisogno della scritta “il lavoro rende liberi” per essere complete…) e un trionfale Presepone al neon che si staglia lungo la facciata dell’ex caserma dei Carabinieri e che, dicono, si veda anche dalla Stazione orbitante ISS!

Questo mastodontico impianto da diversi GigaWatt (abbiamo fatto in tempo la transazione con l’ENEL!), rappresenta la cornice di un Natale Modicano fatto di fiori, colori, Babbi Natale fotomaniaci, iniziative spesaiole in stile Via Montenapoleone, un albero gigante in Piazza Matteotti, sagre di tutti i generi e per tutti i gusti, teatro dialettale a go go, commemorazione degli antichi mestieri e degli antichi arnesi da lavoro (questi ultimi pare siano le guest stars dell’intera programmazione), un’iniziativa sull’autunno alla quale l’esperto Franco Vanella ha dato un nome inquietante (Autunniadi), musica a tutto volume, concerti, concertini e la “grande palla vagante” che “diverte i più piccoli e incuriosisce (?) i passanti”. Per partecipare ad alcune delle iniziative in programma basterà solo conseguire lo sconto ottenuto attraverso lo shopping natalizio fatto presso i negozi aderenti.

Il Natale Modicano 2013, quindi, a differenza di quello precedente, miete assoluto divertimento, spensieratezza, è un natale che vuole lasciarsi alle spalle la crisi, i forconi, l’IMU, la Trise, la Tares, i Bot, lo Spread, il colesterolo, i trigliceridi, l’artrite e tutte le altre tristezze che, in genere, rendono la nostra vita piatta e deprimente! I generosi addobbi luminosi allestiti dall’amministrazione, enormi, immensi, stupefacenti, danno la misura dell’amore che il Sindaco Abbate, il papone di tutti i modicani, prova nei confronti di noi suoi figlioletti-cittadini: un papà  che dona tutto e non bada a spese pur di farci stare bene. Ma è veramente questo il modo giusto di amare? Non ci vizia troppo questo Papi-Sindaco, abituandoci ad un’opulenza insostenibile in un momento di crisi recessiva come quella che attanaglia sia a livello locale che europeo? Sicuramente questo dono che Babbo Natale Ignazio ci sta filantropicamente offrendo, ovviamente al solo scopo di regalarci un momento di felice spensieratezza e senza il benché minimo scopo politico-elettoralistico, avrà dei costi. Avrà costi economici per i commercianti del centro storico, che sostanzialmente si stanno assumendo l’onere di una parte importante dell’iniziativa, pur senza avere la certezza di un ritorno economico. Avrà dei costi per i cittadini, che sostanzialmente dovranno pagare per divertirsi. Avrà dei costi per il Comune, che ha speso una bella cifra in luci e lucettine, “annessi e connessi”. Avrà dei costi anche culturali per tutta la comunità.

Dobbiamo chiederci, infatti, se questa visione svagata ed allegra della vita e dell’amministrazione pubblica sia effettivamente il nostro bene o se, piuttosto, chi ci amministra non stia creando un danno educativo, facendoci credere che tutto è possibile, anche quando non ci sono i soldi, anche quando le risorse sono scarse, perché il divertimento viene prima di ogni altra cosa, perché bisogna stare allegri e non pensarci, festeggiare, ridere e scherzare, “che poi l’accordo sempre si trova!”.

A me personalmente sarebbe piaciuto che in questo Natale 2013, oltre alle luci, oltre al divertimento, oltre alle palle giganti, oltre alle foto con Babbo Natale, ci fosse stata più sobrietà, più attenzione alle tematiche ambientali, più attenzione e cura verso i tanti cittadini che non potranno partecipare, per motivi economici, personali o di salute, al “divertimento pago io”. Mi sarebbe piaciuto che in questo Natale 2013 ci fosse stato spazio anche per una riflessione sui bisogni dell’uomo e, visto quello che è accaduto negli ultimi due mesi, sulle tematiche della migrazione, dell’accoglienza e dell’integrazione. Mi sarebbe piaciuto rivedere i nostri bambini levare un canto di pace, di amore, di fratellanza e di speranza nei valori. Per dirla con una parola mi sarebbe piaciuto un Natale Modicano senza eccessi, ispirato nel significato suo proprio, che è quello cristiano.

Quest’anno ci è stato donato un modello per tutti, un uomo che ha fatto dell’umiltà e della povertà il fondamento stesso della sua esistenza.

Se venisse a Modica, di fronte a tanta opulenza, cosa direbbe il buon Bergoglio?

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