Dopo una lunga agonia che ha umiliato una città intera sul Ragusa calcio cala (finalmente) il sipario. Il presidente Nicola Savarese, infatti, ha presentato richiesta alla Lega Nazionale Dilettanti di rinunciare al campionato di serie D, ma di poter concludere la stagione del settore giovanile che rimane così l’unico patrimonio di una società che in pochi mesi ha “distrutto” quanto di buono si era riusciti a creare dopo la scomparsa dello storico US Ragusa (stagione 2006/2007 se non ricordo male).
Una fine “annunciata” che si spera serva da lezione e che possa fare scattare l’orgoglio per ricominciare dal gradino più basso, ma con concretezza nei fatti e senza fare il passo più lungo della gamba. Una storia che in estate sembrava completamente diversa, ma che dopo poche settimane ha fatto capire che era “tutto fumo e niente arrosto”.
L’arrivo in pompa magna dell’imprenditore campano Enzo Vito aveva illuso i tanti tifosi che “amano” la maglia azzurra. In tanti hanno iniziato a “sognare” ma al risveglio si sono ritrovati a vivere delle situazioni che hanno del grottesco.
L’ultima umiliazione è stata la “gara – sceneggiata” con l’Akragas di Pino Rigoli che è rimbalzata agli onori delle cronache nazionali e paragonata (ingiustamente) a quanto successo qualche settimana prima a Salerno.
Una stagione tribolata iniziata con i grandi proclami, continuata con il cambio di due presidenti, sei allenatori e un centinaio di giocatori arrivati da tutto il mondo (ma molti solo annunciati) e conclusa con la radiazione.
Ora chi di dovere, dovrà iniziare sin da subito a lavorare per cercare di “ricostruire” partendo magari dai giovani del settore giovanile. Bisognerà capire da quale campionato il Ragusa potrà ripartire, ma qualunque esso sia lo si dovrà fare senza nessuna approssimazione, ma con l’impegno e la convinzione di poter ridare lustro a quella maglia azzurra che nelle ultime settimane è stata “oltraggiata” da chi di Ragusa e del Ragusa non interessava un bel niente.
Adesso è arrivato il momento di tirare fuori l’orgoglio e dimostrare come hanno fatto in altre piazze che con le risorse locali si può continuare a fare calcio e anche a certi livelli. Amministrazione comunale, imprenditoria locale e tifosi devono far quadrato e cercare insieme di risorgere dalle loro stesse “ceneri” perché il Ragusa e il Ragusa meritano di stare seduti nel tavolo delle grandi squadre siciliane .