Il termine “Mafia” e le interpretazioni di comodo di alcuni interessati…

Con il termine “mafia” sin dal secolo XIX si è fatto riferimento ad un’organizzazione criminosa clandestina nata in Sicilia sotto il governo borbonico e diffusasi poi in tutta la Nazione e, con gli emigrati, negli Stati Uniti d’America ed in qualche altro Paese.

La mafia, da sempre, ha esercitato il controllo su certe attività economiche e sui traffici illeciti, condizionando la libertà dei cittadini ed il regolare andamento delle funzioni pubbliche.

Retta dalla legge dell’omertà si serve di metodi intimidatori e di repressione violenta.

Leonardo Sciascia sul termine “mafia” scrisse: “La più completa ed essenziale definizione che si può dare della mafia, crediamo sia questa: la mafia è un’associazione per delinquere, coi fini di illecito arricchimento per i propri associati, che si impone come intermediazione parassitaria, e imposta con mezzi di violenza, tra la proprietà e il lavoro, tra la produzione e il consumo, tra il cittadino e lo Stato”.

Da mesi si parla di Mafia Capitale dopo che la Magistratura ha scoperto che Buzzi e Carminati hanno per tanti anni, con metodo mafioso, condizionato ogni attività imprenditoriale della Capitale e deciso le sorti dei romani mediante collusioni con dirigenti,politici ed amministratori pubblici. Il ruolo mafioso di Carminati è un ruolo diverso rispetto a quello dei boss storici delle mafie tradizionali, è però l’anello che congiunge le mafie storiche e Roma.

Con l’inizio del maxi processo che vede alla sbarra 46 imputati, ascoltando le dichiarazioni di opinionisti, politici, avvocati, viene da chiedersi se per oltre due secoli, storici, scrittori, magistrati non abbiano commesso sempre un clamoroso errore nel definire il concetto di mafia.

Il difensore di Buzzi si spinge ad affermare che la mafia a Roma non esiste;il Pd sembra accorgersi solo ora del meccanismo di corruzione di cui molti suoi uomini erano protagonisti da molto tempo; Beppe Grillo ha detto, a proposito di Mafia Capitale: “La parola mafia ci depista”.

Al leader pentastellato risponde Roberto Saviano con una domanda:  secondo Grillo cosa sono state le organizzazioni criminali italiane sino a questo momento? Dei cafoni armati di fucile? Quindi secondo l’interpretazione di alcuni adesso, e solo adesso, la mafia sarebbe “diventata tridimensionale perché ci sono dentro politici, imprenditori, massoni, spacciatori”, e perché ha smesso di parlare calabrese, napoletano, lucano, casertano, siciliano? Queste sono semplificazioni inaccettabili.

Come si potrebbe non condividere Saviano ? Come non fare proprie le tesi sostenute dallo scrittore e giornalista Paolo Borrometi, ospite venerdi 6 novembre della trasmissione “Uno Mattina” in onda su Rai Uno ?

Chi sostiene che la mafia non esista oltre la Sicilia, che non sia negli ultimi decenni riuscita a penetrare nelle Istituzioni di varie Regioni del Paese, è in assoluta malafede e prova a negare evidenze inconfutabili.

Anche questi comportamenti sono mafiosi !

Giombattista Ballarò

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Aggiungi una immagine