Il tramonto dei “partitoni” in Provincia di Ragusa

Dove sono finiti i partiti in provincia di Ragusa? E non quelli ormai defunti della Prima Repubblica, le “balene bianche” o “rosse” come la DC, il PCI e il PSI, ma proprio i nuovi della Seconda Repubblica che hanno dominato la scena nazionale e locale dal 1994 in poi. In particolare, PDL e PD sembrano scomparsi , come ibernati dalle cocenti sconfitte elettorali che ne hanno delegittimato largamente le stesse classi dirigenti. Le recenti elezioni amministrative  sono state l’amaro banco di prova di un disastro annunciato. Le avvisaglie del declino erano apparse chiare con i risultati di Scicli e di Pozzallo nel 2012.  Nel primo caso la vittoria di Susino emarginava i due partiti maggiori a vantaggio di una coalizione civica, nel secondo l’anomala alleanza PD/PDL veniva bocciata sonoramente a favore di un listone di forze civiche capeggiato da Luigi Ammatuna. Il consenso si spostava verso Sindaci pragmatici, liberi dalla soffocante partitocrazia PD/PDL, espressione evidente della  disaffezione verso i “partitoni” ideologici.

Nel 2013 i clamorosi risultati di Ragusa e Modica hanno consolidato il trend elettorale che punisce il sistema di potere bipolare Centro-Destra / Centro-Sinistra. Con l’ eccezione di Comiso e di S. Croce, la provincia di Ragusa ha visto prevalere formazioni composite di taglio “civico”. Si tratta di formazioni diverse dal passato, quando erano gli stessi partiti maggiori a costruire liste civiche fiancheggiatrici o dove far confluire un elettorato più ampio. Nel 2012-13 il “civismo” si è imposto “contro” i partiti e ne ha sconfessato una deludente leadership. Tramonto o fine dei partiti?  Sarei ingenuo a pensarlo e non dobbiamo augurarcelo, poichè la Democrazia ha bisogno dei partiti.

Ma non di questi partiti “pigliatutto” senza cuore e senza testa.

Nel capoluogo ibleo trionfano i “grillini” del M5Stelle, mentre il PD di Calabrese viene letteralmente fagocitato dal neonato Megafono crocettiano di Di Pasquale , che vi aveva riversato buona parte del Centro-Destra ragusano travestito di ” rosse” sembianze. L’innaturale connubio politico che sosteneva Cosentini  ha provocato il collasso interno ai Democratici ragusani, la frantumazione del partito , con la fuoriuscita del gruppo Battaglia che è costretto a fondare un secondo circolo ( e ora ne sta nascendo un terzo ) , con polemiche furibonde, fratture insanabili ed emorragia di voti.  Ma il PDL non e’ da meno : svuotato dalla conversione a sinistra di Di Pasquale, indebolito dalla fuoriuscita di Ciccio Barone, esso si appiattiva su posizioni “continuiste” rappresentate  dalla candidatura di Franco Antoci , che non ha potuto evitare un responso negativo delle urne. Ha vinto così l’inedita alleanza del grillino Piccitto,un giovane cattolico che proviene dall’ ambiente salesiano e che si circonda di esponenti “freschi” della società civile.Con PD e PDL fuori scena.

A Modica ha prevalso la coalizione civica di Ignazio Abbate, che forte dei consensi  di Frigintini e delle campagne ha “smacchiato i giaguari ” del PD e del PDL senza perdono e senza pietà. Quì è successo un particolare caso di “patriottismo delle borgate” : i cittadini dei quartieri esterni al centro storico si sono compattati per un voto identitario di tipo territoriale contro i partiti tradizionali. Vi ha giocato un qualche ruolo attivo l’ UDC dell’on. Ragusa e di Lavima, ma tutta la campagna elettorale di Abbate è stata condotta vittoriosamente contro PD e PDL. Il caso modicano meriterebbe uno studio di Scienza politica, se si considera che come voti di lista la colazione anch’ essa civica di Mommo Carpentieri è arrivata seconda, oltre ai consensi raccolti da Marisa Giunta : in totale i due terzi dei suffragi sono andati a formazioni civiche ( senza contare l’insuccesso eclatante del M5Stelle ). La sconfitta dei “partitoni” è stata talmente bruciante da liquefarne i gruppi dirigenti.  Il PDL ha visto fuoruscire numerosi esponenti , il gruppo dirigente si è smembrato e poi ricomposto. Nulla è rimasto come prima e lo stesso leader on. Nino Minardo sembra ora abbandonare al suo destino Berlusconi per approdare alla corte neodemocristiana di Alfano e Castiglione. Orfano di Buscema, il PD si è invece volatilizzato, come se mai fosse esistito, tranne per la subitanea conversione da Bersani a Renzi, che però non è servita a spostare di un millimetro la delusione degli elettori .

Il preteso bipolarismo della  Seconda Repubblica è così finito soprattutto a livello locale. Giovani o anziane cricche  sono state cancellate dal popolo sovrano, che pretende amministrazioni oneste , competenti e libere dai fallimentari “partitoni” . PDL e PD si ridimensionano con le loro mediocri clientele . Resistono, è vero, al centro dello Stato, nel Parlamento eletto con il Porcellum. E’ la loro ultima riserva indiana.

Dal basso, dalle amministrazioni comunali, a diretto contatto dei cittadini, deve  nascere  la nuova classe politica del Paese. Se qualcuno arriccia il naso, forse non ha ancora capito dove soffia il vento del rinnovamento  politico.

14 COMMENTI

  1. Analisi senz’altro attenta ma che richiederebbe più approfondimento in tutti i suoi aspetti. Mi verrebbe da dire che a livello locale – e a proposito dell’ultima tornata amministrativa – forse (?) i cittadini hanno privilegiato le caratteristiche personali dei contendenti, ma nessuno può mettere in dubbio le capacità dei due candidati esponenti dei massimi partiti, almeno a cospetto dell’eletto sindaco. Si potrebbe asserire che hanno prevalso le liste civiche sui partiti tradizionali, ma nessuno può negare che i loro leader rappresentano più di ogni altro (certamente più di Giurdanella e di Migliore), la vecchia e il vecchio modo di fare politica. Stessa cosa si potrebbe discutere sull’incisività che, più o meno, un partito come il pd ha potuto esercitare sull’azione di governo della città, dove i problemi non sono ne di destra ne di sinistra e richiedono solo di essere risolti in un quadro normativo ben delineato dalle strutture superiori . A mio avviso la ragione, ovviamente non l’unica, è che nei momenti di crisi economica e finanziaria, cui oggi il nostro paese sta subendo più degli altri gli effetti negativi, i partiti e gli uomini che governano, inevitabilmente pagano dazio. La beffa è quando ciò avviene a cospetto di una classe politica che di nuovo serba solo il nome e gli slogan propagandistici. Sul PD modicano, essendo esso un partito appunto democratico, non certo carismatico, posso assicurarla che non è affatto sparito, e al suo interno ha certamente le persone e le personalità giuste per tornare ad essere protagonista della politica cittadina.

  2. Più che una analisi attenta mi sembra la proiezione psicologica delle fobie dell’autore che ha scaricato tutto il suo rancore personale in una valutazione politica. Solo i dati storici sono condivisibili, in quanto fatti oggettivamente accaduti. Le tesi è debole soprattutto con riferimento a Modica dove, lo stiamo vedendo, inaugurazioni di bagni e servizi riservati ai “clientes” rappresentano un mix di sottocultura senza prospettive e politica veterodemocristiana. È vero che una classe dirigente si è liquefatta, quella nata all’ombra di Andreotti, Berlinguer e Craxi, sopravvissuta a tangentopoli grazie a Berlusconi e all’antiberlusconismo, quella dei 60enni e 70enni che oggi, piaccia o no, hanno il destino strettamente legato a quello dello stesso Berlusconi. Vedano, questi figli viziati del boom economico, viziati e prepotenti, ai giardinetti, a parlare dei bei tempi andati, quando si stava meglio anche se si stava peggio, quando c’era il ’68 e loro cambiavano il mondo a furia di scioperi e musica rock! A noi 30enni e 40enni tocca adesso recuperare i cocci delle loro sconfitte, del loro fallimento generazionale, e rimboccarci le maniche per una nuova ricostruzione…

  3. Non condivido l’analisi di Uccio e ancor meno quella di Antonio. Io non sono per le liste civiche che finiscono per essere sempre delle meteore e non producono classe dirigente. Resto del parere che i partiti non possano essere sostituiti, ma che debbano rinnovarsi perché’ è’ tanta la zavorra che impedisce loro di progredire e di ascoltare la gente che soffre. Io mi sono auto rottamato e mi auguro che altri seguano il mio esempio, senza, ovviamente, rinunciare all’impegno politico e alla collaborazione con chi più’ fresco di idee manifesta capacita’ ed interesse per diventare classe dirigente e far progredire questa nostra vituperata societa”.

  4. Il successo delle liste civiche non e’ una mia opinione, ma un dato di fatto. Quanto ai pretesi giovani dirigenti del PD di Modica ,che sanno solo offendere le persone , sono gli stessi elettori che per fortuna li hanno mandati già ai giardinetti pubblici.

  5. Caro Prof. Mi sembra un atteggiamento piuttosto infantile quello di considerare offensivo il pensiero critico a quello che lei sostiene. Io ai giardinetti non ci vado perché sono troppo impegnato nella mia professione e nn ho bisogno di avere cariche politiche per tenermi impegnato. Poi mi sembr che lei è Mimmo non siete nemmeno arrivati al ballottaggio per cui…

  6. Caro Prof. Barone, lei è l’eterno sconfitto di ogni competizione elettorale. Nome -il suo- che non ha mai fatto breccia nell’elettorato. Nome -il suo- fortunatamente archiviato negli annali del nostro partito. La prego -di cuore- di smetterla di insultare i giovani del PD, offende noi e se stesso che dei giovani “dovrebbe” essere maestro. Le ricordo infine, il risultato delle ultime Comunali dall’esito perfettamente in linea alla sua lunga carriera politica.

    • Caro Lorenzo, mi permetto – pur nel rispetto della dialettica fra le parti, di mantenere un contegno nelle parole. Il Professore Uccio Barone (e non ha bisogno di avvocati difensori), è uno dei figli “migliori” che la nostra terra abbia mai avuto. La dialettica è democrazia ed io, in prima persona, ringrazio Uccio Barone per il piacere e l’onore che ci regala, scrivendo per noi e Voi per i commenti. La Spia vuole essere una “piazza” dialettica e non un luogo per insulti “ad personam”. Grazie

  7. Paolo non tirarmi le orecchie! Non te lo posso concedere vista la civiltà ed educazione a cui controbatto allo sprezzo consueto del Prof. Barone.

    • Mi correggo, allora. Perdonami, non mi ero spiegato bene! Nessuna tirata d’orecchie, ci mancherebbe. Non ne avrei nessun titolo, nè competenza, nè – fra le altre cose -, ho voglia di entrare nel merito della questione. Ho soltanto chiesto (e ci tengo a chiarirlo) che, comunque, da tutte le parti ci sia rispetto per le persone. Ovviamente la stessa cosa, anche verso di Te e di qualsiasi altra persona che abbia voglia di intervenire!!! Visto che, probabilmente, mi ero espresso male…le orecchie me le sto “auto tirando” 🙂

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