Vergogna, anzi, profonda indignazione.
Sono queste le sensazioni che ognuno di noi dovrebbe provare nel vedere il figlio del capo dei capi, Angelo Provenzano, spiegare ai turisti la Sicilia, la mafia ed organizzare con loro vere e proprie conferenze.
Si badi bene, Angelo Provenzano (che non ha mai rinnegato il padre Bernardo) può legittimamente fare ciò che vuole, il problema è che lo Stato non dovrebbe permettere una vergogna inaudita di queste proporzioni. Specchio di questo Paese.
Questo è il Paese dove vittime e carnefici si scambiano i ruoli, senza il rispetto per le vittime e senza la giusta condanna (prima ancora morale) per i secondi.
Ci vorrebbe uno scatto di orgoglio, una “rivolta” a certi personaggi come Angelo Provenzano che cercano di fare soldi, raccontando le tragedie provocate dal padre.
Che si intervenga per porre fine a questo “scempio della memoria”. Che si eviti questo turismo della vergogna.
Che si abbia il pudore di tacere e non lucrare. Almeno questo!