Iniziando dalla fine volevo fare Rumore…di Alessia Russo

Iniziando dalla fine volevo fare Rumore.

Mi sono sempre posta molti interrogativi rispetto alle mie idee e a tutto ciò che ne è dipeso nel tempo. Delle volte vorrei avere la capacità di osservarmi da fuori con distacco per poter meglio fare un bilancio oggettivo delle attività svolte. Ma subito dopo riesco a recuperare il piacere della mia soggettività e attribuisco un valore aggiunto a quanto in questi anni ha meritato il mio tempo e le mie competenze.
La soggettivazione è il processo al quale attribuisco il compito e il merito di umanizzare la vita. almeno la mia…

A conclusione della campagna di sensibilizzazione “quando la vita è questione di CL” sento
forte la necessità di estendere quanto finora ha abitato i confini privati degli addetti ai lavori coinvolti, aprendo ad un confronto più ampio e condiviso possibile e che deve trovare nella comunità il vero interlocutore.

La Campagna di sensibilizzazione ad un uso maggiormente critico e consapevole di alcol ha
avuto luogo presso i locali più frequentati del litorale ragusano, con la precisa volontà di presenziare i luoghi comunemente deputati al divertimento e allo svago, nel tentativo di intercettare l’attenzione degli innumerevoli avventori, in modo particolare la fascia di adolescenti e giovani.

Credo onestamente sia giunto il momento di varcare i consueti spazi in cui praticare prevenzione, spesso vissuti come autoreferenziali o scarsamente efficaci, per rilanciare un tentativo di dialogo li dove il consumo avviene normalmente. Abbiamo la necessità di accettare questa sfida non possiamo più limitarci a disquisizioni estranee ai fenomeni che non fanno altro che cristallizzare il dibattito ed estremizzare le posizioni. Dobbiamo attrezzarci di nuovi strumenti e scendere in campo se vogliamo realmente giocare questa sfida.

La scelta metodologica della campagna è stata incentrata su pratiche di sensibilizzazione che necessariamente, per scelta di coerenza etica e politica, dovevano esprimersi in quei contesti più complessi e meno permeabili al tema trattato. Ma lo hanno fatto attraverso una strategia comunicativa idonea.

Irripetibile esperienza nella quale si sono susseguite intere mattinate di volantinaggio in spiaggia, la diffusione del messaggio peer to peer con i ragazzi della comunità, gli spot alla radio, le presentazioni nelle serate precedenti all’evento nei locali e discoteche, la pubblicizzazione durante eventi quali la festa della polizia municipale, l’utilizzo dei social-media e la creazione di una pagina Facebook dedicata, lo spettacolo di bartender e la premiazione di giovani esordienti, l’organizzazione di un evento sportivo quale il Beach Rugby, la testimonianza di papà Giampietro della Fondazione EMA pesciolino Rosso, la partecipazione di esperti di diversa estrazione tra cui il Sert e la Polizia di Stato, la distribuzione di materiale informativo e di alcol test e la proiezione del corto “L’abbraccio di un Padre”.

L’obiettivo che il progetto “quando la vita è questione di CL” si è posto è stato quello di poter incidere in qualche misura su comportamenti collettivi che presentano elevati rischi ed effetti controproducenti, determinati da un uso indiscriminato e superficiale si sostanze alcoliche. L’incidenza della campagna oltre un dato numerico di partecipanti, è di difficile valutazione nell’imminente e credo sia poco significativa se abbandonata alla logica di singoli interventi sconnessi tra loro. Non possiamo chiedere partecipazione o vantare risultati positivi fin quando non saremo capaci di offrire politiche sociali integrate e di continuità.

Questa campagna, come la precedente progettazione “voce fuori campo” svolta sul territorio, ha rappresentato un laboratorio di comunità esprimendosi come “ nodo” rilevante, punto di incontro di diversi “fili che convergono nell’immagine complessiva della rete.

La rete altro non è che la connessione relazionale che si è sviluppata tra gli attori che hanno preso parte attiva al progetto – “Presenze presenti sul territorio”. Lavorare per la rete ha evidenziato la potenzialità che scaturisce dall’incontro di persone capaci di dialogare, creando un movimento nel quale le relazioni sociali sono dotate di forte carica emotiva e generativa, restituendo, soprattutto ai nostri giovani, un messaggio positivo.

Recuperando le parole di Cornelius Castoriadis – “porsi le questioni giuste è ciò che , dopo tutto, fa la differenza tra l’affidarsi al fato e perseguire una destinazione, tra la deriva e il viaggio” – non possiamo e non dobbiamo dimenticare la necessità di interrogarci e l’importanza di offrire soluzioni che siano frutto di un interrogativo nato lì dove si presenta un problema. Smettiamo di attendere che le soluzioni giungano da fuori, partecipiamo alla loro formulazione, in questo processo saremo in grado di riconoscere e formare le nostre competenze.

Un dato emerso con grande evidenza, è la necessità di promuovere modelli di intervento
centrati sulle risorse e sulla salute del soggetto, cercando di compiere il fatidico passaggio dall’educazione all’autoeducazione, tenendo presente che la credibilità della proposta educativa si gioca soprattutto sulla capacità di testimoniare che l’orizzonte di vita prospettato è concretamente attuabile e che il difficile cammino che conduce al miglioramento di se stessi è da tutti
percorribile.
Perché ciò avvenga, ci si deve necessariamente porre come comunità di adulti significativi che

” interpretano la propria esistenza in modo interessante”.
Incontrando adulti significativi i giovani possono essere sollecitati verso orizzonti nuovi. Promuoviamo “dinamiche edificanti” attraverso cui incentivare i più giovani a camminare con le proprie gambe, affinché possano divenire protagonisti della propria crescita. Solo così si può sperare in una educazione all’autonomia, alla responsabilità, alla libertà.
La “RETE” è l’ unica modalità organizzativa, oggi, in grado di offrire opportunità concrete per la risoluzione di un disagio.

Trovo insensato lasciare che la campagna “quando la vita è questione di CL” risolva la questione della prevenzione, come trovo riduttivo delegare alla capacità personale dei singoli genitori e insegnati il compito di educare, trovo troppo dispendioso svolgere attività di sensibilizzazione fin tanto che non siano legate tra loro, ritengo poco credibile delegare un sentimento di sicurezza ai soli organi competenti, come penso sia illusorio chiedere un investimento ad ogni cittadino della nostra comunità fintanto che non ci saremo decisi a prenderci cura delle nostre relazioni.

Sono pronta…. AMICI… iniziamo dalla fine per far rumore.

Un ringraziamento particolare lo devo a :

– Polizia di Stato ( dal Questore Dr. Giuseppe Gammino a tutti i Dirigenti conosciuti; Dr.ssa Mariliana Tumino – Dirigenti conosciuti: Dr. Roberto di Natale – Dr. Francesco Vona – dr. Terranova Giorgio – Dr. Filiberto Fracchiolla – Dr. Di Mauro Gaetano – dr. Ciavola Antonio – ed Agenti)

– Sert ( Dott. Orazio Palazzolo)

– Uilca sindacati (Sergio La Rosa)

– prof. ssa Ornella Licitra – prof.ssa Danila Burrafato – prof.ssa Paola Giardina – Prof.ssa Maria Maiorana

– Don Giorgio Occhipinti (pastorale della salute e diocesi di Ragusa)

– speciale ERMAN di Natale e i ragazzi dell’Audax clan Rugby Carlo Sartorio e Luca Tavernese

– Maurizio Tasca (Presidente FIPE Ragusa)

– prezioso Giuseppe Puglisi (referente FIPE e gestore attento)

– Dj Gianni Morana (per la sua sensibilità e disponibilità alla CAMPAGNA)

– Silvia La Ciacera – Daniele Cilia – Daniele Voi Carmela Minardo – tutti i cameramen e giornalisti di

VIDEOMEDITERRANEO e RADIOMEDITERRANEO

– Tutte le testate e i giornalisti che hanno contribuito a diffondere un messaggio importante

( ufficio stampa Giorgio Liuzzo – La Sicilia ed il GIORNALE IBLEO – Paolo Borrometi e La SPIA – Sergio Randazzo e Ragusatelegraph – canale 74 – Tele Iblea – )

– Il mitico Guglielmo Causarano e la sua ASD NO AL DOPING

– I ragazzi della scuola di bartender WORKINGFLAIR ( Andrea Guastella e Graziana AURNIA – Il nostro sponsor di succhi rigorosamente analcolici MIXER e JGASCO e il suo responsabile SALVO AMATU
– Dr. MARIO D’ASTA attento al suo territorio e volenteroso nel costruire una solida rete

– giovani interessati come SIMONE GRANDI e la sua YOUPOLIS
– Piccoli grandi supporti economici fondamentali per la riuscita di una piccola grande campagna: Maria Parrucchieri – Monia Campo Estetista – Buscemi Gioielleria – Crucò prosciutteria – Gibilisco Radiografie – Professori e studenti dellìIstituto Umberto I – Gagliardi – e G.B. Vico –

un grazie meritato lo dedico ai Gestori dei locali che hanno creduto nell’iniziativa e hanno

voluto investire sulla loro immagine e sulla loro etica imprenditoriale concedendoci gli

spazi preziosi per realizzare un piccolo grande passo :

( Eumir Aprile – SHULUQ di Marina di Modica – Thomas Battaglia e il suo MET di Marina di Ragusa – Arcangelo Mazza e la sua CAPANNINA di Scoglitti – Pippo Boccadifuoco e il suo LIDO DELLA POLIZIA )

ed infine un ringraziamento Speciale carico di tutta la mia riconoscenza lo devo dedicare al nostro Regista FRANCESCO GRECO, che pur non essendo stato ancora pagato per il suo lavoro a causa di un bilancio comunale da approvare, ha acconsentito alla proiezione del suo cortometraggio “L’abbraccio di un Padre” realizzato all’interno del precedente progetto “Voci Fuori Campo”.

Per aver restituito il lato Emozionale ad un intervento Sociale Importante GRAZIE a EMA PESCIOLINOROSSO e PADRE ROBERTO BERRUTI.

“Niente è più pericoloso di un’idea quando questa idea è l’unica che si ha”.

di Alessia Russo

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