La “barzelletta” delle telefonate pubblicitarie e…il Registro delle opposizioni

Il telefono di casa squilla a tutte le ore. Il pensionato ormai si è arreso. E’ l’ennesima telefonata promozionale della giornata. Continua a rispondere con modi garbati, non se la prende con l’operatore del call center ma, una volta riagganciato la cornetta del telefono, impreca contro coloro che dovrebbero evitare che tutto ciò accada.

Il nostro pensionato, infatti, si era iscritto al “Registro pubblico delle opposizioni” ma, dopo un breve periodo di tregua, le molestie telefoniche sono tornate arrembanti.

Ma cos’è il Registro Pubblico delle Opposizioni?

Nel sito http://www.registrodelleopposizioni.it/ si legge: “è un nuovo servizio concepito a tutela del cittadino, il cui numero è presente negli elenchi telefonici pubblici, che decide di non voler più ricevere telefonate per scopi commerciali o di ricerche di mercato e, in pari tempo, è uno strumento per rendere più competitivo, dinamico e trasparente il mercato tra gli Operatori di marketing telefonico”.

Il Registro, quindi, è, anzi, dovrebbe essere lo strumento messo in campo con Decreto del Presidente della Repubblica n. 178, del 7 settembre 2010 (http://www.registrodelleopposizioni.it/it/dpr), a favore degli abbonati che si oppongono all’utilizzo del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali.

L’incarico alla realizzazione e gestione del Registro è stato affidato al Ministero dello sviluppo economico, che, a sua volta, ha demandato il tutto alla Fondazione Ugo Bordoni, nominata il 9 novembre 2010 “Gestore del Servizio” con determina del Capo Dipartimento del predetto ministero. Sul conto dell’autore di quest’ultimo provvedimento, Roberto Sambuco, Il Fatto Quotidiano del 29 gennaio 2012 scrive: “Frequenze e tv, Passera conferma il capo dipartimento legato a Bisignani…Già uomo di fiducia di Claudio Scajola e Paolo Romani, ex mister Prezzi, ex manager Wind, Roberto Sambuco ha scritto le regole del beauty contest che favorivano Mediaset. Di lui il faccendiere della P4 Luigi Bisignani intercettato diceva: “Se vado lì, fa tutto quello che gli dico”…”
Tornando al Registro, mentre l’abbonato potrà iscriversi gratuitamente, le società di marketing, per conoscere i numeri telefonici che non dovranno essere disturbati, devono necessariamente pagare caro.

Nell’area dedicata agli operatori http://operatori.registrodelleopposizioni.it/operatori/home-operatori, infatti, c’è la tabella dei costi del servizio. Una società che lavora con un pacchetto di numerazioni di 1.000.000 di utenze esborserà la cifra di 9.200,00 euro, iva esclusa, ogni 15 giorni. La durata della consultazione del Registro da parte dell’Operatore, infatti, ha efficacia pari a 15 giorni, decorrenti dal ricevimento della lista di numerazioni verificata e/o aggiornata. Decorso tale periodo di tempo, la lista riscontrata scade, e l’Operatore dovrà procedere ad una nuova consultazione, naturalmente tirando fuori altri 9.200,00 euro, iva esclusa. La società di marketing con il pacchetto di 1.000.000 di utenze, di conseguenza, in fondo all’anno spenderà 220.800,00 euro, iva esclusa. Una bella cifra, non c’è che dire. Difatti, molte di queste società preferiscono evitare di spendere quei soldi ogni 15 giorni, confidando nel fatto che non tutti si prendono la briga di mandare la segnalazione al Garante della Privacy.

Comunque sia, il gioco ne vale la pena considerato che la sanzione prevista – chissà se mai arriverà – va da 10 mila a 120 mila euro (articolo 162, comma 2-quater del Codice in materia di protezione dei dati personali).

Lo stesso Garante della Privacy, Antonello Soro, ha paragonato il telemarketing illecito “a un’idra a sette teste”, lo ha anche definito “una barzelletta”, considerato che nonostante normative, leggi, sanzioni, disposizioni, regole e campagne d’informazione per debellarlo, i cittadini continuano ad essere molestati (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/01/chiamate-telefoniche-indesiderate-come-non-finiscono-registro-opposizioni/1554440/).

Ma non sarebbe più semplice, efficace ed economico comunicare agli operatori le utenze che via via si iscrivono al registro?
La risposta, evidentemente è no. Come si andrebbe a finanziare un marchingegno per nulla efficace?

Ma quanto costa il funzionamento – è difficile considerarlo tale – e la manutenzione del registro pubblico delle opposizioni? Il Piano emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico, con decreto Decreto 7 ottobre 2015, prevede un costo totale di gestione nel 2015 di 2.769.000,00 euro, iva esclusa.

La Fondazione Ugo Bordoni, quindi, gestisce un bel gruzzoletto. Il presidente della Fondazione è Alessandro Luciano. E’ interessante leggere quanto scritto in un articolo del 15 marzo 2015, pubblicato su Dagospia (http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/furbetti-compensi-federica-guidi-ha-problema-presidente-96277.htm), titolato: “I furbetti dei compensi – Federica Guidi ha un problema: il presidente di una Fondazione finanziata dal Ministero per lo Sviluppo si porta a casa una retribuzione annua di 400mila euro”. Il pezzo tira ballo proprio il presidente della Fondazione Ugo Bordoni, Alessandro Luciano.

Nell’articolo in questione si legge: “…Il problema del ministro sono gli stipendi del vertice dell’ente, che sarà pure una realtà formalmente privata, ma è completamente finanziato con soldi pubblici attraverso assegnazioni di incarichi definiti con convenzioni o affidamenti diretti.Tra riffa e raffa, e comunque nel pieno rispetto delle leggi, il presidente e il vicedirettore generale della Fondazione si beccano la bellezza di 400.000 euro l’anno a testa, quando il tetto stabilito per legge per i manager pubblici fissa l’asticella a quota 243.000 euro”.

Considerati i costi elevati e, come dice il Garante della Privacy, la “barzelletta” del servizio, non sarebbe meglio abolirlo, o almeno trovare un rimedio?

Viene spontaneo pensare alla battaglia che sta conducendo quotidianamente, ahinoi, il pm Gratteri che vorrebbe “abolire” la Direzione investigativa antimafia, una struttura investigativa che, a differenza del Registro delle Opposizioni, funziona, eccome se funziona, basti pensare solo ad alcuni suoi risultati: dal 1992 al 30 giugno 2015 la Dia ha sequestrato circa 19 miliardi di euro e confiscato oltre 7 miliardi di euro, arrestando diecimila mafiosi.
Ma si sa, ne nostro Paese le eccellenze, soprattutto se agiscono in un determinato campo, devono essere contrastate.

Ma perché, allora, nessuno fa nulla per risolvere la questione del Registo delle Opposizioni? Dagospia da una risposta. Sempre nello stesso articolo si afferma, infatti, che la Fondazione sarebbe passata “da centro di ricerca nel settore delle telecomunicazioni, apprezzato in Italia e all’estero, a centro di affari del sottobosco politico”.

Tornando al Garante della Privacy, quest’ultimo, lo scorso anno, ha avviato cinque procedimenti istruttori nei confronti di Fastweb, Vodafone, Telecom, H3g e Sky Italia, in cui viene ipotizzata proprio la violazione delle disposizioni vigenti.
A proposito, sapete da chi è formato il Comitato dei Fondatori della Fondazione Ugo Bordoni? Incredibile ma vero, sono: Poste Italiane, Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3G ed Ericsson.

“Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”…nel Registro.

di Renato Scalia

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