La Castello cade, il Pd delude ed Ignazio se la gode…

Questa settimana è accaduto un fatto stranissimo: Ivana Castello è stata improvvisamente destituita dal suo ruolo di capogruppo consiliare in favore dell’Ing. Carmelo Cerruto. 

Ne sono rimasto colpito perché la Castello ha incarnato, in questi ultimi quattro anni, l’unica testimonianza di vera opposizione targata PD, battagliando, spesso e volentieri da sola e nel silenzio dei suoi colleghi di partito, sulle materie più importanti e spinose della vita amministrativa cittadina (ricordo, solo a titolo di esempio, le questioni del bilancio e il depuratore della Fiumara).

L’attività dell’ex capogruppo PD, quindi, non può certo dirsi insufficiente, considerate anche le non certo memorabili iniziative portate avanti dagli altri consiglieri del suo partito, a cominciare proprio dal Cerruto, e tenuto conto della totale inerzia del partito modicano, assolutamente assente sul piano dell’azione politica e ripiegato esclusivamente sulla presenza dei suoi consiglieri a Palazzo San Domenico.

Il fatto, poi, mi è parso assolutamente incomprensibile perché la Castello, alle ultime elezioni regionali, ha avuto una buona affermazione, con 2510 preferenze su base provinciale ed oltre 1800 voti su base cittadina.

La sua sostituzione da capogruppo, che si dice essere avvenuta d’imperio e contro la sua stessa volontà, appare, quindi, ancora più illogica, perché il peso politico certificato dalle elezioni regionali, dovrebbe condurre verso tutt’altra direzione, come del resto è sempre accaduto nella prassi politica cittadina. Ricordo, infatti, che Giovanni Giurdanella, alle elezioni regionali del 2008, ottenne 2588 preferenze, conquistandosi il ruolo di candidato a Sindaco nel 2013, mentre Anna Maria Sammito, alle regionali del 2012, conseguì 1350 voti su tutto il territorio provinciale e, per questo fatto, venne premiata tornando a ricoprire il suo precedente ruolo di assessore alla cultura.

Dati i precedenti, quindi, avendo ottenuto, a Modica, il 59% delle preferenze conseguite in città da tutto il partito (cioè 1872 voti su 3158), la Castello avrebbe dovuto logicamente essere confermata, almeno in questa fase, nel suo ruolo di capogruppo ed essere, poi, “lanciata” verso altri e più significativi ruoli istituzionali.

Al contrario, pur avendo dato un buon contributo alla tenuta elettorale del suo partito, il PD ha deciso di “lanciarla dal balcone”, per dare spazio ad un consigliere che, sottolineano i giornalisti, ha dichiarato di essere in sintonia con l’on. Di Pasquale e la senatrice Padua.

Ecco, dunque, la reale motivazione di questa anomalia politica tra le maglie degli articoli giornalistici? La mancanza di un formale “atto di fedeltà”, da parte della Castello, nei confronti dei deputati locali di area renziana le è costato il posto di capogruppo e, forse, anche la chance, in futuro, di un ruolo di primo piano nel partito e nelle istituzioni locali? Per quello che si capisce, pare proprio di sì!

Mentre a Modica i ruoli dirigenziali nel partito vengono eterodiretti da dirigenti non modicani (alla faccia dell’autodeterminazione!), si assiste ad una ulteriore e sempre più distorsiva mutazione genetica del Partito Democratico, al cui interno non conta più la democrazia ma l’appartenenza o meno alla corrente del Segretario nazionale, la fedeltà dichiarata a Sua Maestà Matteo e, per proprietà transitiva, ai suoi rappresentanti locali.

In questi giorni ho parlato con tanti elettori PD (tanti amici che rispetto e stimo), alcuni dei quali hanno lavorato a sostegno della Castello. La maggior parte di essi si dichiara delusa di quanto sta accadendo nel partito e si sente già con un piede fuori.  Una nuova emorragia di consenso che indebolisce tutto il fronte del centrosinistra, rafforza l’astensionismo e, per proprietà transitiva, accresce l’appeal del rinato centrodestra neo-berlusconiano.

Fra tutti, poi, il più gaudente è Ignazio Abbate, perché azzoppando la Castello il PD gli ha fatto proprio il più bel regalo politico.

E d’altra parte il Natale si avvicina…

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