Arroganza, presunzione e banalità sono le caratteristiche di chi ci amministra politicamente e sindacalmente.
Io sono un sindacalista, è vero, ma da sempre sono in lotta contro i vertici di quasi tutte le sigle sindacali confederali e contro qualche sindacato autonomo. Ho lottato contro i dirigenti sindacali, miei colleghi, che hanno perso la “strada maestra” di quelli che erano gli obbiettivi e le funzioni del sindacato, ovvero tutelare i lavoratori, ancora prima delle aziende che li assume, e difendendo i diritti delle fasce più deboli della cittadinanza (pensionati, disoccupati, malati e bambini).
Ecco il motivo per cui non milito all’interno di un “sindacato grande” bensì mi limito ad aiutare i lavoratori dall’interno di un “grande sindacato” autonomo. La differenza c’e’ ed è sostanziale (la stessa che tempo fa ci facevano intelligentemente notare in una famosa pubblicità di una marca di pennelli).
Quanto premesso è utile per evitare che qualcuno pensi che mi stia dando la “zappa sui piedi”. Generalizzando si rischia di offendere chi invece, politico o sindacalista, esercita egregiamente il proprio ruolo, ragion per cui mi scuso sin da adesso con chi fa con passione ed altruismo il proprio lavoro, e di certo non potrebbe esser incluso tra i soggetti di questo pezzo.
Sindacati grandi come la CGIL, che in Italia conta 5 milioni e 750 000 iscritti di cui quasi 3 milioni di pensionati (fonte Wikipedia), dovrebbero avere un ruolo principale nell’amministrare le nostre città, la nostra Regione e l’Italia stessa. Ma questi, armati della sola arroganza scaturita dall’alto numero di tesserati, tentano di incidere nella vita amministrativa di aziende private ed Enti pubblici con scarsa rilevanza e quasi impotenti di fronte all’altrettanto presuntuosa, quanto vuota, classe politica che ci governa malamente.
I sindacati confederali ed i partiti appartenenti a maggioranze relative o ad intese piu’ o meno larghe non riescono più a carpire quali sono i veri problemi della gente e del popolo, ma si limitano ad organizzare conferenze o dibattiti sicuramente interessanti (per chi vive serenamente di uno stipendio da dirigente o da onorevole) ma di certo non capaci di dare risposte alle esigenze della popolazione.
In provincia di Ragusa, il dato non cambia. Anche qui i “sindacati grandi” tentano di rimanere a galla limitandosi a condurre quelle battaglie politico-sindacali piu’ populistiche e che gli consentono di stare sulle prime pagine delle testate giornalistiche, o televisive, dando quella parvenza di essere strutture al servizio delle fasce più deboli. Ma un giorno, in quello che apparentemente sembrava un tranquillo pomeriggio di inizio autunno, per colpa di un “piccolo” sindacalista (e sodali) la verità venne a galla e si scoprirono le carte di quel sindacato partiticizzato che, tramite un convegno, voleva impartire lezioni di risoluzione spedita, di problematiche sociali e sanitarie, ad una classe politica (dello stesso partito del sindacato, sic!) inefficiente. Non si poteva mica pensare di sospendere un convegno per affrontare, en plein air, il tema di “disgraziatissimi casi sanitari” e continuare senza limiti di tempo una discussione forse di facile risoluzione per il “sindacato grande”? Assolutamente impensabile sottrarre tempo ai nostri sindacalisti, politici e sodali…
Giorgio Iabichella
Un sindacalista piccolo piccolo…