La droga in Sicilia arriva dal porto di Gioia Tauro, grazie all’accordo tra cosa nostra, stidda e ‘ndrangheta.
Lo scriviamo da tempo, lo abbiamo sostenuto qualche giorno prima dell’omicidio del boss della ‘ndrangheta Michele Brandimarte a Vittoria (LEGGI ARTICOLO).
La Direzione Investigativa Antimafia, nella Relazione semestrale presentata al Parlamento, lo ha sottolineato con forza, precisando come “la ‘ndrangheta avesse potuto contare su due canali per il traffico di stupefacenti verso la Sicilia: uno gestito dalla cosca COLUCCIO e dalla famiglia palermitana TAGLIAVIA — LO NIGRO, l’altro gestito dalla cosca COMMISSO in sinergia con il clan ragusano DOMINANTE-CARBONARO”.
Facendo un passo indietro, per la Dia nel ragusano continuano ad esserci “due organizzazioni mafiose contrapposte: stidda e cosa nostra”.
LA STIDDA
La più pericolosa continua ad essere la stidda, con il clan Carbonaro – Dominante, “attivo prevalentemente nei territori di Vittoria, Comiso, Acate e Scicli” (LEGGI ARTICOLO CON TUTTI I NOMI DEL CLAN).
A reggere il clan sono i “Marmarari”, cioè la famiglia Ventura. Il capoclan è detenuto, Filippo Ventura. Il reggente è da poco detenuto ed era Gionbattista Ventura. Così come detenuti sono i figli di Filippo, Angelo Elvis e Jerry, ed il genero di Filippo, Marco Di Martino (LEGGI ARTICOLO).
Uscito da galera appena un anno fa, libero (fino a questo momento), è il figlio di Gionbattista, Angelo Ventura (detto u checco). Con Angelo Ventura (u checco), libero rimane anche il fratello di Filippo e Gionbattista, Gino Ventura e Francesco Giliberto (cognato di Angelo u checco, oltre che proprietario della Linea Pack, azienda del quale – secondo i pentiti – sarebbe il prestanome dei Ventura).
Angelo u checco starebbe cercando di riorganizzare il clan, grazie all’aiuto di persone di assoluta fiducia, come Gianni Giacchi ed i fratelli Refano, Ivan e Salvatore (soggetti non intranei ma, grazie ai quali, Angelo aveva aperto una agenzia funebre, insieme ad Andrea Teresi).
Grande impulso alle indagini hanno dato le dichiarazioni del collaboratore di Giustizia, Rosario Avila che, grazie alla sua coraggiosa decisione di pentirsi ed al rapporto sentimentale con la figlia di Giombattista Ventura, Maria Concetta, ha avuto la possibilità di spiegare agli inquirenti ed alla Distrettuale di Catania gli affari dei Ventura.
Non va dimenticato l’affare della Plastica, con il gruppo Donzelli (Giovanni, il padre di Raffaele, già condannato per mafia) che gestisce numerose società , fra tutte la Sidi Srls, già sotto inchiesta della Guardia di Finanza, per delega della Procura di Ragusa.

E, infine, il ritorno a Vittoria, sempre nel campo della plastica (e non solo!), del mafioso Claudio Carbonaro, prima pentitosi poi, terminata la collaborazione con lo Stato, rientrato nella città luogo di (suoi) numerosi delitti.
IL GRUPPO DI COSA NOSTRA
In antitesi al gruppo della Stidda, nel territorio ibleo opera l’organizzazione che prende il nome dai fratelli PISCOPO, legati alla famiglia mafiosa nissena di cosa nostra degli EMMANUELLO.
Il clan PISCOPO nell’ultimo periodo “risulta fortemente depotenziato, in ragione del fatto che gli elementi di vertice sono diventati collaboratori di giustizia”. Tale circostanza ha portato addirittura alla reggenza del clan, secondo la Dia (A BREVE UN NOSTRO APPROFONDIMENTO SULLA REALTA’ DI COSA NOSTRA A VITTORIA), “ad un soggetto esterno al gruppo”.
IL MERCATO ED I CONSALVO
Particolare attenzione anche per la Dia risulta ricoprire il Mercato Ortofrutticolo e la filiera.
“Una vulnerabilità della filiera agroalimentare dell’area vittoriese – scrive la Dia – che è stata sottolineata anche in uno specifico studio”, nell’ambito del quale i ricercatori, dopo aver incrociato una serie di indicatori ritenuti significativi per individuare l’indice di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia di una determinata area geografica, hanno collocato la provincia di Ragusa al primo posto in Italia quanto a pressione criminale sul territorio.
Per la Dia “le diverse espressioni criminali iblee sono dedite (oltre al traffico di stupefacenti) alle attività estorsive, pratica che non risparmia il comparto agricolo, settore trainante della zona insieme a quello della pastorizia”.
Per quanto riguarda le estorsioni, nel Mercato ma soprattutto nella filiera agricola, va precisato come non siano quelle universalmente conosciute e riconosciute (al netto di quelle fatte dai Ventura), ma si siano concretizzate attraverso imposizioni di forniture e servizi nella filiera ortofrutticola.
In questo comparto troviamo il gruppo dei CONSALVO, Giacomo è il padre, mentre Michael e Giovanni sono i figli – essi stessi titolari di una ditta per il confezionamento dei prodotti ortofrutticoli — che avevano, infatti, ottenuto il controllo di tutta la merce che transitava nel mercato, imponendo tangenti ad altri imprenditori agricoli per la commercializzazione dei prodotti”.
Proprio sui Consalvo, ricorda la Dia, “In data 21 settembre 2015, la Polizia di Stato di Ragusa e Catania, nell’ambito dell’Operazione “Box” ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare a carico di tre componenti della famiglia CONSALVO, affiliati al clan stiddaro DOMINANTE ritenuti responsabili del reato di estorsione, ai danni di imprenditori attivi nell’indotto ortofrutticolo”.
Sempre a carico dei Consalvo è stato emesso, su proposta del Direttore della D.I.A., “un provvedimento di sequestro di beni, tra cui ville, appartamenti e terreni agricoli, autoveicoli e disponibilità bancarie e finanziare per un valore di oltre 7 milioni di euro”.
DROGA
La provincia di Ragusa è fra le province in Italia dove si commercia e consuma la parte maggiore di sostanze stupefacenti.
Oltre al già citato gruppo Carbonaro-Dominante, con l’accordo con la ‘ndrangheta, “si segnala un forte dinamismo della criminalità organizzata – scrive la Dia – nella fase della commercializzazione, che vede peraltro il sistematico coinvolgimento di soggetti di origine nordafricana. Particolarmente intraprendenti in questo settore risultano i cittadini tunisini”, alcuni dei quali, pienamente inseriti nel tessuto delinquenziale84, hanno spinto la loro attività criminale anche oltre la Provincia di Catania, dove si sono maggiormente insediati, estendendosi anche nel ragusano; piantagioni di cannabis sono state individuate a Vittoria”.
LA MAFIA A SCICLI, DAI RUGGERI AI MORMINA (CON LA PRESENZA DEI GESSO)
“Nel territorio di Scicli – scrive la Dia -, al forte ridimensionamento del gruppo storico stiddaro dei RUGGERI, dovuto alla condanna all’ergastolo dei due fratelli che ne erano a capo, è corrisposto l’emergere di un gruppo criminale riconducibile a cosa nostra catanese (famiglia MAZZEI), operante nel settore della droga, delle estorsioni e che si distingue per la propensione ad infiltrarsi nella Pubblica Amministrazione.
Nel recente passato, è stata infatti accertata l’indebita influenza che la famiglia MAZZEI, capeggiata da soggetti riconducibili al gruppo dei MORMINA, aveva esercitato – si legge nella Relazione della Dia – nei confronti degli amministratori del Comune di Scicli, per ottenere il controllo sulla gestione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. In esito a quanto riscontrato, è stato disposto il commissariamento dell’Ente”.
Va precisato che, poche settimane fa, è stata emessa la sentenza di assoluzione (in primo grado) del già Sindaco di Scicli, Franco Susino, accusato di concorso esterno.
A Scicli rimangono attivi anche i Gesso.
Il padre e capo famiglia, Alfonso Palmiro Gesso, in passato è stato più volte in galera e condannato per mafia ed associazione mafiosa. Tre sono i suoi figli: Roberto, Massimiliano e Mauro.