La frutta che piace tanto a Cosa Nostra

Il business dell’ortofrutta è in mano alla mafia e ai diversi clan. Cambiano i nomi, cambiano i «servizi», ma la sostanza è sempre quella: da Fondi a Napoli sino a Vittoria, i tentacoli della mafia controllano i mercati. L’ultima operazione (denominata «Box»), in ordine di tempo, è di ieri mattina. È stata condotta dalla Polizia di Ragusa e ha sgominato il clan «Consalvo» di Vittoria, portando in galera il padre, Giacomo Consalvo di 60 anni (già arrestato per associazione mafiosa) ed i figli, Giovanni Consalvo di 35 anni (anche lui con precedenti per mafia) e Michael Consalvo, di 26 anni. I Consalvo fino a ieri erano una potente famiglia legata al clan mafioso «Dominante», con rapporti «privilegiati» con altri soggetti della criminalità organizzata vittoriese, ad oggi indagati e per i quali non si escludono ulteriori sorprese a breve. Le indagini (durate oltre due anni) hanno permesso di portare alla luce il racket delle «cassette» messo in atto dal clan, con l’aggravante di aver agito con il metodo mafioso, cioè avvalendosi dell’intimidazione e dell’omertà.

Il capo famiglia, Giacomo Consalvo, si vantava di aver ricevuto un’investitura da «capo mafia» direttamente da palermitani vicini al capo dei capi, Totò Riina. Durante tutto il periodo investigativo gli inquirenti ragusani hanno dovuto, come troppo spesso accade, fronteggiare la mancanza pressocchè totale di denunce. Le aziende vittoriesi non potevano comprare in altre città, e questo anche se il mercato fosse più favorevole ma gli imprenditori e gli addetti al mercato, per non subire ritorsioni, si piegavano alle imposizioni dei Consalvo. È l’omertà, infatti, ciò che caratterizza il viaggio nel mondo dell’ortofrutta, costellato da molteplici presenze mafiose che ne hanno fatto una vera e propria riserva di caccia. In un business, quello dell’agromafia, che nel 2014 in Italia ha superato i 15,4 miliardi di euro (secondo il rapporto Coldiretti – Eurispes).

Dalle «cassette» (e quindi al confezionamento), si passa alle frodi alimentari (con la contraffazione e la vendita di prodotti importati, di bassa qualità, trasformati in «made in Italy»), fino ai trasporti. Qui i veri «re» sono i Casalesi che ne controllano l’intero settore. Convinzione investigativa confermata, solo poco tempo fa, dall’operazione della Dia di Napoli e Roma che in estate portò in galera venti persone, tra Lazio, Campania e Sicilia ed a sequestri patrimoniali per oltre 100 milioni di euro. Nell’inchiesta – denominata «Gea» – sono stati contestati i reati di associazione mafiosa ed estorsione nel settore del trasporto, da anni considerato il cuore degli affari criminali che girano attorno ai centri di smistamento della frutta e della verdura. Flotte di camion che i clan continuano ad imporre ai commercianti, mantenendo il controllo sugli affari sicuri del commercio dei prodotti agricoli. Un’infiltrazione che si regge grazie al fitto «controllo sociale» che i clan sono in grado di esercitare da Fondi fino a Vittoria e Gela, in una rete in grado di raggiungere i supermercati italiani ed europei.

Né si può dimenticare l’operazione «Sud Pontino» che già nel 2010 mirava a smantellare l’organizzazione che controllava i trasporti del mercato ortofrutticolo di Fondi (Mof) al quale da qualche tempo (nel business dei clan) si è affiancato il mercato della città di Giugliano, nel napoletano. Una continuità territoriale e tentacolare che parte dalle province di Ragusa e Catania, passa per Napoli e Caserta, fino a Latina. Alle porte dalla Capitale.

(FONTE: IL TEMPO)

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Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

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