La Sidi srl, importantissima azienda di “recupero” plastica di Vittoria, della quale nell’ultimo anno ci siamo più volti occupati (LEGGI ARTICOLO), è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza di Ragusa per ordine della Procura della Repubblica.
Più volte abbiamo denunziato le attività di Raffaele Donzelli e del padre, Giovanni (già condannato per mafia, art. 416-bis del codice penale, nell’ambito dell’operazione “Piazza pulita”).
Abbiamo fatto nomi e cognomi, denunciando ciò che non andava nelle aziende, l’oligopolio nei fatti che si era creato e le tante cose poco chiare. Qualcuno ci ha ascoltato e, lavorando con scrupolo, si è arrivati al sequestro dell’azienda.
Eppure questi articoli ci sono costati diverse querele.
Oggi, a giudicare dai fatti, possiamo dire, che tanto torto non avessimo…
La plastica, come da tempo cerchiamo di spiegare, è diventata sempre più un affare a molti zeri nella Città di Vittoria.
Nell’ultimo periodo la situazione assume sempre più forma di oligopolio: poche aziende si contendono il mercato e le stesse spesso non hanno i requisiti per occuparsi del settore (non si capisce, per di più, come vengano rilasciate alcune documentazioni).
Se ciò non bastasse, in talune occasioni, si stanno consumando nel territorio vittoriese delle vere e proprie bombe ambientali.
La plastica impiegata in agricoltura, infatti, essendo impregnata di fertilizzanti, fitofarmaci e pesticidi, è considerata rifiuto speciale altamente tossico e, pertanto, il suo smaltimento deve essere eseguito in impianti specifici, che trattano il materiale con diversi cicli di lavaggio, in modo da bonificarlo per il successivo reimpiego. Le procedure, invece, vengono spesso totalmente disattese.
Tutto ciò offre la possibilità ad organizzazioni criminali presenti sul territorio di “farla da padrone” con soggetti organici o che hanno fatto parte di sodalizi criminali (e già condannati per mafia).
Ed i colletti bianchi? I colletti bianchi sono quelli che permettono che ciò accada, che offrono documentazioni irregolari e che chiudono gli occhi su situazioni che stanno stritolando il libero mercato.
Un affare, lo ripetiamo, a cifre impressionanti. E questo è solo il primo tassello di un mosaico di illegalità…