Sicilia: Procura Palermo, frase Borsellino non e’ in alcun atto
(AGI) – Palermo, 17 lug. – “Ribadisco quanto contenuto nel comunicato di ieri 16 luglio. L’intercettazione tra il dott. Tutino ed il presidente Crocetta, di cui riferisce la stampa, non e’ agli atti di alcun procedimento di questo ufficio e neanche tra quelle registrate dal Nas”. Lo ha detto il capo della Procura di Palermo, Franco Lo Voi.
LA CONVULSA GIORNATA DI IERI, 16 luglio
La Procura di Palermo ha smentito ufficialmente che agli dell’inchiesta sul primario dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, vi sia la frase “la Borsellino va fermata, va fatta fuori come suo padre”. Era stato il settimanale ‘L’Espresso’ a riportare queste parole, sostenendo che Tutino le avrebbe dette durante una conversazione telefonica con il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
I Carabinieri del Nas, che hanno condotto le indagini nel suindicato procedimento, si spingono oltre: “hanno escluso che una conversazione del suddetto tenore tra i predetti sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti del Tutino”.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE CROCETTA
“Oggi e’ stato un immenso dolore e una soffrenza inaudita”. lo ha detto all’Agi il presidente della Regione siciliana, dopo aver appreso che il procuratore della Repubblica di Palermo, Franco Lo Voi, ha smentito l’esistenmza agli atti dell’inchiesta sul primario dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, della frase “la Borsellino va fermata, va fatta fuori come suo padre”, attribuita al medico dal settimanale ‘L’Espresso’, secondo cui l’avrebbe pronunciata parlando al telefono con il governatore.
IL SENATORE LUMIA: risarcire Crocetta per danno gravissimo
“E adesso chi risarcira’ il presidente Crocetta? Chi risarcira’ il popolo siciliano che credeva, al di la’ della critica politica, in una persona onesta e pulita?”.
Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia alla luce della nota con cui la Procura di Palermo ha smentito che agli atti dell’inchiesta su Tutino vi sia l’intercettazione incriminata.
“Il danno – aggiunge – e’ inestimabile. La reazione deve essere senza precedenti. Per poco non si uccideva una persona senza che il fatto fosse vero. Mai ho visto una persona cosi’ distrutta. Sentirlo piangere mi ha straziato il cuore. E’ evidente che qualcosa non funziona. Bisogna chiedere scusa e affrontare questo nodo che rischia di strozzare la nostra democrazia”.
IL PRESIDENTE CALLERI: attacco per delegittimare Crocetta
“Qualcuno ha lavorato per fare uscire un attacco a due giorni dal 19 luglio, anniversario della morte di Borsellino e delegittimare il presidente Crocetta. La mafia oggi e’ sempre piu’ raffinata e sa utilizzare le frenesie mediatiche e sa delegittimare. Ora mi domando pero’ chi c’e’ dietro a tutto cio'”.
Lo afferma all’AGI il referente nazionale del Megafono, Salvatore Calleri. “Oggi per il Megafono e’ stata la giornata piu’ dura da quando il movimento e’ nato. Io non ho avuto dubbi mai sul Presidente Crocetta, che puo’ sicuramente sbagliare come essere umano e come politico, ma non e’ un uomo che avrebbe mai tollerato una simile frase sulla figlia di Borsellino. Il Megafono nazionale oggi e’ con lui e soprattutto non ha avuto dubbi su di lui. La situazione indubbiamente mi era apparsa come una tempesta perfetta con il Presidente Crocetta nel mezzo. Per chi combatte la mafia una telefonata poi rilevatasi inesistente come quella che augurava alla figlia di Borsellino di fare la fine del padre e’ il peggiore incubo immaginabile”.
GIUSI BADALAMENTI: movimenti volti a demolire Crocetta
“L’accanimento verso il Presidente della Regione Rosario Crocetta oggi ha superato il limite consentito. Ed adesso che la Procura di Palermo ha smentito questa intercettazione riportata dall’Espresso, questo fa pensare a movimenti diffamatori per demolire un presidente che ha iniziato un percorso particolare di pulizia all’interno della macchina regionale, che ha rotto determinati equilibri che hanno dato fastidio. Oggi qualcuno deve chiedere scusa”.
Lo afferma, Giusi Badalamenti, responsabile del Megafono sicilianista. “Mi è dispiaciuto soprattutto leggere l’invito a dimissioni da alcuni esponenti del PD, che non hanno perso l’occasione per attaccarlo e che adesso dovrebbero chiedere scusa e, magari, dimettersi loro”.