Riparto da dove avevo lasciato: … il denaro, da sempre, è un ottimo servo, ma è anche un pessimo padrone e come tutti i cattivi padrone alimenta anomalie. Non tutti i soldi prodotti illegalmente dalle mafie iblee possono essere reinvestiti nel mattone o in impianti serricoli. Questi investimenti hanno comunque una loro importanza. Per le mafie saper riciclare il denaro sporco nel proprio territorio evidenzia la loro capacità di saperlo controllare creando anche consenso sociale e aumento di prestigio. Ma è anche vero che non si può puntare tutto sugli investimenti di tipo tradizionale (edilizia e agricoltura) bisogna anche diversificare, avendo un ruolo “universale”, magari provando a riutilizzare parte del denaro illegale in settori
Chi conosce bene queste dinamiche racconta di tecnici affermati, di origine iblea, ben inseriti nell’operoso e dinamico Nord. Gente che ha maturato esperienze in diverse società finanziarie,
Quali interessi economici si stanno determinando nel nostro territorio? Sta forse nascendo l’esigenza di creare strutture societarie che devono attrarre capitali? Per investirli in quali settori? Turismo? Infrastrutture come l’aeroporto? Le banche, in tutto questo, che ruolo hanno? Sarebbe interessante scoprirlo. Servirebbe una bella inchiesta giornalistica vecchio stile, come quelle di un tempo, basate sull’incrocio dei dati e l’ascolto del territorio, perché il territorio, se si sa ascoltare, racconta tutto e in casi come questi, forse, verrebbero fuori storie e nomi interessanti. C’è l’esigenza di capire come si muovono le nostre economie, serve evitare che le stesse vengano infiltrate e inquinate da capitali illegali. Comprendere queste dinamiche, considerando il ruolo di certi professionisti, è diventato fondamentale. La legalità non un totem dove danzare intorno allegramente, è prima di ogni cosa chiarezza. Invece, pare che in questa terra tutto scorra sottotraccia, prevalgono solo
Il tempo saprà darci delle risposte? Vedremo! Come cantava Lucio Battisti ne “il nastro rosa” : … chissà chissà chi sei, chissà che sarai, chissà che sarà di noi, lo scopriremo solo vivendo. Fine