Un bagno di folla in un clima gioioso e festoso tra decine di giovani ha accolto oggi pomeriggio Corrado Lorefice a piazza Pretoria, davanti al Comune di Palermo, nel giorno del suo insediamento quale arcivescovo del capoluogo siciliano. Al suo arrivo un lunghissimo applauso della folla che scandiva il suo nome “Corrado-Corrado”. Prima della cerimonia per l’ordinazione episcopale, l’ex parroco di Modica ha incontrato le autorita’ davanti la sede del municipio dove per l’occasione e’ stato allestito un palco dal quale Lorefice terra’ un breve discorso rivolto alla citta’.
Con lui il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. I tanti ragazzi presenti in piazza, tra i quali una nutrita rappresenta di boy scout, hanno intonato alcuni canti e portato con se’ palloncini colorati e numerosi striscioni e cartelli di benvenuto con le scritte “Uniti al vescovo come a Cristo”, “Ciao Corrado ti saluto, dall’Arenella il benevenuto”, “W padre Corrado”, “W l’arcivescovo eletto”, “Siamo tutti con te”, “Conferma la nostra fede” e “Benvenuto al nuovo pastore”. Da qui, al termine della cerimonia, Lorefice circondato dai ragazzi, si incammina verso la cattedrale dove a breve sara’ ordinato arcivescovo per imposizione delle mani del cardinale Paolo Romeo. “Non mi nascondo le contraddizioni di una bellezza che a Palermo appare ferita dalla violenza e dal sopruso. Sono qui stasera per farmi carico con voi di tutto questo” – ha detto Lorefice, nel giorno del suo insediamento quale arcivescovo di Palermo, durante il suo discorso rivolto alla citta’ che si e’ radunata sotto al palco all’estito per l’occasione.
L’ex parroco di Modica nel suo lungo intervento si e’ commosso piu’ volte interrompendosi per alcuni istanti. Nella sua storia – ha proseguito- questa citta’ porta in se’ sempre disponibili i semi della sua rinascita, del suo possibile ruolo ad esser principio di guida di una Sicilia libera dai lacci della mafia, dal clientelismo e dal cinismo, dalla disillusione e dalla disperazione dei giovani costretti a partire e di adulti senza valori, libera dalla difficolta’ economica e delle contraddizioni sociali, dalla poverta’ e dall’ingiustizia, dal pressapochismo e e dalla rassegnazione. Di una Sicilia che sia la terra della festa, della memoria viva degli anziani, del sogno incantato dei bambini”. A questo punto Lorefice si e’ fermato visibilmente commosso per poi aggiungere: I bambini, l’immagine del nostro futuro .
“I nostri occhi sono ricolmi di gioia e di gratitudine e i miei si ritrovano a contemplare la bellezza di una citta’ che ora e’ la mia. E da stasera riconosco la sua natura di grande capitale europea, nella sua tradizione illustre di arte e di bellezza. Qui a Palermo veramente Oriente e Occidente si sono incontrati, qui si sono gettate le basi della cultura italiana. Sento l’esigenza di ricordare la vocazione di pace, di incontro, unita’, dialogo e scambio che Palermo si porta scritta nel cuore”.
A dirlo Corrado Lorefice, l’ex parroco di Modica nel suo insediamento quale arcivescovo di Palermo, rivolgendosi ai fedeli in piazza prima della cerimonia in Cattedrale nel capoluogo siciliano.
“Sento l’esigenza di ricordare la sua natura di ponte tra le culture araba, ebraica e cristiana -ha ribadito- in un tempo difficile in cui tutti invocano un folle scontro tra le civilta’. Motivi di divisione assurda e frammentazione tra Nord e Sud nel nostro Paese. Ricordiamoci di esser un popolo che nel suo dna ricerca di pace e di non di guerra”. Poi, Lorefice ha citato la Costituzione della repubblica italiana con l’auspicio che diventi “una bussola per tutti e per me, a partire dall’articolo 3 della nostra Costituzione”. Dopo averlo letto interamente il testo dell’articolo ha aggiunto: “Come cittadini ognuno nella propria responsabilita’ e nel proprio ruolo siamo chiamati a rendere reale, nella nostra pratica quotidiana, nella nostra vita di ogni giorno questo meraviglioso articolo”. Secondo Lorefice per realizzare tutto questo “Palermo ha un’energia speciale, una forza potente, quella di farsi testimone della verita’ e della giustizia che hanno fuso il loro sangue per creare una convivenza piu’ giusta e piu’ umana, per dire no alla violenza e al sopruso, ai poteri che puntano a distruggere l’uomo e cancellarne la dignita’” ha concluso.