L’affare del Centro Commerciale e gli interessi (mafiosi?) nella città di Rosolini

Un Paese di poco più di 20mila abitanti, una piazza bellissima ed un film che, in questi giorni, lo sta rendendo noto alle cronache nazionali. Poi ancora un’autostrada, la Siracusa – Gela, che si ferma (per ora) proprio a due passi dal Paese: un’uscita che fa “gola” a tanti, uno snodo ad oggi importantissimo che ha reso questa cittadina, Rosolini, una meta di passaggio obbligato.

Si, Rosolini, il comune siracusano più ragusano. A due passi da Ispica ma anche da Modica. Da sempre come “usi e tradizioni” molto vicino alla “Provincia babba”, o a quello che di essa ne rimane.

E di “babbo” (stupido), nel progetto di realizzazione di un grande Centro Commerciale di “contrada Zacchitta”, non ci sarebbe davvero niente.

Il Centro Commerciale “La Carrua” – nome preso in prestito della Carrubba che ha reso famosa Rosolini – appare come una grande “cattedrale nel deserto”, quasi inspiegabili per la economia cittadina che, stando a quanto si apprende in città, non avrebbe nessuna domanda logica tale da assecondare un progetto così “erculeo”. 

Un affare a tanti zeri, intesi come cifra di realizzazione, che farebbe gola a politici ma soprattutto ad esponenti della criminalità organizzata che avrebbero monopolizzato la realizzazione, tanto da esser posto sotto la lente di ingrandimento degli investigatori della Dia. Ed è proprio la Dia che, nel maggio scorso, ha perquisito studi professionali di Rosolini e non solo, nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania. 

Ad esser perquisite le abitazioni private e gli studi tecnici di alcuni personaggi molto noti in città, oltre ai soci della società cooperativa, “La Carrua” appunto, che annovererebbe persone di Catania e potrebbe avere collegamenti a tale Spampinato, in passato già ritenuto contiguo al Clan Cappello di Catania.

Destinatari delle perquisizioni della scorsa primavera sarebbero stati (fra gli altri) dirigenti del Comune di Rosolini e amministratori della città (prossimamente continueremo ad occuparci della vicenda pubblicando tutti i nomi coinvolti).

Gli investigatori acquisirono, proprio in quella occasione, molti atti anche in Comune che riguardano il piano commerciale della città.

IL CENTRO COMMERCIALE: 

La vicenda del Centro commerciale parte da lontano, nel periodo dell’amministrazione guidata dal sindaco Nino Savarino. La delibera fu portata in aula e poi bocciata da una maggioranza trasversale. Poi è stata la volta dell’amministrazione guidata da Corrado Calvo a riproporla. Delibera approvata, ma poi annullata dal Tar di Catania

Adesso a Rosolini la magistratura vuol vederci chiaro su una vicenda che è stata oggetto di accuse reciproche nelle ultime competizioni elettorali.

EPISODI INQUIETANTI ACCADUTI NELL’ULTIMO PERIODO IN CITTA’:

E gli episodi inquietanti in città non sono mai mancati: diversi incendi, non solo ad autovetture, hanno minato la tranquillità cittadina. I vigili del fuoco, molto spesso, si sono arrabattati per spegnere incendi “illustri”, da quello delle autovetture di alcuni Sindaci, come Nino Savarino, a quelli sulle auto di diversi consiglieri comunali.

Cosa accade? A cosa sono collegati – se sono collegati – questi incendi?

Sono tutte domande che non hanno trovato risposta sino ad oggi ma che ne meritano qualcuna.

Su questo gli investigatori stanno lavorando e per ciò i cittadini devono rompere quel muro di omertà, così spesso, da non aiutare le indagini.

Non va dimenticata, inoltre, che spesso gli affari “loschi” nel paese sono stati gestiti dalla vicina cosca dei “Pinnintula”, cioè i Trigila, ritenuti affiliati al clan Cappello di Catania.

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Aggiungi una immagine