Io, l’Agenzia delle Entrate e la mia odissea…

Riceviamo e pubblichiamo la “lettera in redazione” dell’Avvocato Lidia Calcaterra che riassume le sue “peripezie” relative ad una vicenda che ha per protagonista l’Agenzia delle Entrate di Ragusa.

Mio Zio, il Notaio Giovanni Demostene, morto il 13.01.2015, dopo avere lavorato duramente e con il rispetto e la stima di tutta la collettività locale per oltre quaranta anni, si è trovato negli ultimi anni della sua vita in ristrettezze economico finanziarie, che hanno annullato il suo Ego, oltretutto con la beffa di non vedere soddisfatta una sua pretesa creditoria, ampiamente riconosciuta dalle sentenze di tutti e tre i gradi di giudizio, nei confronti dell’Agenzia delle Entrate di Ragusa. Ed infatti lui vantava un credito abbastanza consistente nei confronti dell’Agenzia delle Entrate di Ragusa in virtù di un’Ordinanza della Cassazione del 2014 ed a titolo di rimborso di IRPEF e ILOR per gli anni 1990-1991 e 1992, ma era, tuttavia, debitore nei confronti della Riscossione Sicilia s.p.a.di un’altra somma abbastanza consistente per alcune cartelle di pagamento. Nel 2012 è stato costretto ad andare in pensione per una grave malattia con una corresponsione mensile di circa € 4.700,00 con cui doveva, oltre a provvedere alle proprie necessità di malato grave, che consistevano nell’assistenza continua di due badanti comportanti una spesa mensile di € 1.600,00 circa, anche accollarsi il pagamento della di € 4.200,00 al mese per fare fronte al pagamento delle rateizzazioni che lo stesso ha dovuto contratto con Riscossione Sicilia s.p.a. per i debiti pregressi.

Per tali debiti gli sono stati bloccati, con l’iscrizione di varie ipoteche legali il cui valore era forse sproporzionato rispetto al debito, tutti gli immobili di sua proprietà ed a seguito di tali ipoteche lo stesso, non potendo alienare alcuno dei predetti immobili, non ha potuto provvedere al pagamento di quanto dallo stesso dovuto anche ad un Istituto di Credito per un mutuo contratto nel passato, nonostante le molteplici proposte di acquisto che gli pervenivano; non contenta delle varie ipoteche la Riscossione Sicilia s.p.a. ha proceduto ad iscrivere anche un fermo amministrativo sull’autovettura di proprietà di mio Zio costringendolo ad una sorta di “reclusione” per l’impossibilità di muoversi autonomante (lui era infatti costretto sulla sedia a rotelle); fortunatamente, il fermo amministrativo in seguito ad una mia diffida e messa in mora in quanto illegittimo è stato cancellato dalla Riscossione Sicilia che, almeno in questo caso, si è resa subito disponibile.

Mio Zio si trovava paradossalmente, quindi, pur vantando un cospicuo credito, ad essere letteralmente sommerso dai debiti e scadenze cui non poteva fare fronte, tanto è vero che è stato costretto ad interrompere il pagamento della rateizzazione oltre a non poter pagare quanto dovuto all’Avvocato che lo aveva assistito in tutti e tre i gradi di giudizio in quanto i Giudici degli stessi hanno sempre disposto la compensazione delle spese!  

L’ordinanza della Cassazione è stata la conseguenza di un complesso iter giudiziario che ha visto mio Zio vincente in tutti e tre i gradi di giudizio ed ogni volta che lo stesso otteneva una sentenza a lui favorevole cercava una transazione con l’Agenzia delle entrate di Ragusa per compensare il proprio credito con i debiti nei confronti della stessa ottenendo, tuttavia, sempre risposta negativa.

La successione di mio Zio è stata regolata da un testamento olografo nel quale nominava suoi eredi la sottoscritta e mio fratello, mentre lasciava determinati beni a titolo di legato a sua sorella ed all’altro mio fratello.

Noi eredi accettavamo l’eredità relitta con beneficio.

Per quanto concerne il credito conseguenza dell’ordinanza della Cassazione del 2014, gli eredi abbiamo inviato atto formale di  messa in mora all’Agenzia delle Entrate di Ragusa in data 22.03.2016 ed in seguito, instaurato apposito giudizio di ottemperanza presso la Commissione Tributaria Regionale di Palermo, sezione staccata di Catania, è stato nominato il Commissario ad Acta per procedere all’erogazione delle somme dovute a titolo di rimborso a favore dell’eredità, somme che sono state svincolate in data 14.02.2017.

In data 6.05.2016 e, quindi, successivamente alla notifica dell’atto di diffida nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, questa ha proceduto a notificare, per il tramite della Riscossione Sicilia s.p.a., a me e a mio fratello, entrambi nella loro qualità di eredi di nostro Zio e con indicazione del codice fiscale del defunto come “dati del contribuente”, 15 cartelle esattoriali per i debiti dello stesso; le dette cartelle erano, tuttavia,  errate in quanto comprendevano anche le somme dovute a titolo di sanzioni amministrative che, come tali, non si trasmettono agli eredi (l’art. 7 della L. 689/1981 vieta la trasmissibilità di ogni sanzione amministrativa agli eredi) e somme dovute a titolo di sanzione ed interessi su sanzione che, ai sensi dell’art. 8 D.Lgs. 472/1997, anche queste non si trasmettono agli eredi. Siamo stati costretti, dunque, a presentare istanza di sgravio in autotutela, senza esito alcuno ed anzi, in data 14.02.2017, in occasione dello svincolo delle somme del rimborso finalmente ottenuto, contattando il funzionario preposto dell’Agenzia delle Entrate, questi ha riferito di avere smarrito la pratica in questione e mi ha chiesto di reinoltrare la pec per il ricorso in autotutela per lo sgravio spettante: reinoltro avvenuto immediatamente nel quale, fra l’altro, specificavo anche di avere urgenza del suddetto sgravio in quanto volevamo accedere, entro il termine perentorio fissato dalla legge al 31.03.2017, alla procedura c.d. di rottamazione delle cartelle alla Riscossione Sicilia s.p.a. per estinguere il vecchio debito di nostro Zio.

Successivamente alla proposizione del giudizio di ottemperanza per l’ordinanza della Cassazione del 2014, inoltre, sono state notificate a mia madre, sorella del defunto (solo legataria e non erede!) altre 15 cartelle esattoriali: che strana serie di coincidenze e tempistiche….le predette 15 cartelle sono state annullate dall’Agenzia delle Entrate solo dopo il ricorso presso la Commissione Provinciale di Ragusa in quanto anche in questo caso, il ricorso in autotutela presentato immediatamente dopo la notifica delle stesse cartelle non ha sortito alcun effetto!

Il giorno stesso dell’invio dei mandati di pagamento per lo svincolo delle somme dell’ordinanza del 2014, ho inviato, lo si ripete, pec all’Agenzia delle Entrate di Ragusa per sollecitare lo sgravio in autotutela delle cartelle già richiesto la prima volta nel giugno del 2016.

Il 16.02.2017, del tutto inaspettatamente, ho ricevuto, nella mia pec, atto di pignoramento presso terzi delle somme depositate presso il mio conto corrente personale intrattenuto presso un Istituto di credito del quale, fra l’altro, sono Avvocato di fiducia per il valore totale delle cartelle a nome di mio Zio senza alcun tipo di sgravio applicato!!

Contro il predetto pignoramento presso terzi ho provveduto a presentare ricorso in opposizione all’esecuzione presso il Tribunale di Ragusa ed attendo che il Giudice si pronunzi sulla richiesta di sospensione. A tal proposito mi devo sentire fortunata in quanto ho alle spalle un marito ed una famiglia che mi assistono e mi sostengono anche finanziariamente oltre a svolgere l’attività professionale di Avvocato ed essere in grado, dunque, di difendermi da sola perché se fossi stata da sola con due figli piccoli da mantenere cosa avrei potuto fare? Non posso pensare che l’Agenzia delle Entrate fosse all’oscuro del fatto che l’eredità di mio Zio è stata accettata con beneficio di inventario e, dunque, la mia responsabilità per i debiti è limitata al patrimonio ereditario e non si espande al mio patrimonio personale.

La mia sfortuna nel dialogare con l’Agenzia delle Entrate è ancora continuata, infatti: per far fronte al pagamento delle rate della c.d. Rottamazione che si vorrebbe richiedere alla Riscossione Sicilia s.p.a. ho richiesto, già da diverse settimane e prima di avere la notizia dello svincolo delle somme spettanti in base all’ordinanza del 2014, e continuo a richiedere a diversi Istituto di credito l’apertura di un conto corrente o di un libretto intestato all’eredità beneficiata ma dai Funzionari dei detti Istituti di credito è stato richiesto un codice fiscale che dovrebbe attribuire l’Agenzia delle Entrate sulla base di una semplice istanza, istanza già presentata allo sportello dell’Agenzia delle Entrate di Ragusa e tramite formale pec sia personale sia tramite un Collega di Fiducia, alle quali, tuttavia, l’Ente non ha dato alcuna risposta formale ma che per le vie brevi ha negato di potere attribuire.

Anche tale circostanza, però, risulta essere avvolta nel mistero in quanto alcuni dei Funzionari degli Istituti di credito interpellati, lo si ripete, mi hanno riferito di avere aperto, negli anni passati, conti correnti intestati all’eredità beneficiata su codici fiscali attribuiti dall’Agenzia delle Entrate.

Per ultimo si evidenzia come pure la richiesta di un appuntamento tramite mail con il Dirigente dell’Agenzia delle Entrate per risolvere bonariamente tutta la vicenda non ha sortito alcuna risposta.

Avv. Lidia Calcaterra

N.B.: Ad oggi l’Avvocato Lidia Calcaterra ha finalmente ottenuto un altro Codice Fiscale.

 

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