L’altro cioccolato modicano fuori dalle narrazioni del “sistema”

Il Convegno tenutosi a Modica, presso il saloncino di San Giorgio, sul tema “Il cioccolato a Modica, tra storia, tradizione e leggenda” è stato un momento di arricchimento e di valido confronto, conclusosi con l’inaspettata e piacevole sorpresa di una degustazione di un cioccolato realizzato secondo una ricetta del fondo archivistico Grimaldi.

Insomma, un vero e proprio viaggio nel tempo, al quale siamo stati introdotti dalla sapiente premessa tecnica del dott. Vincenzo Cassì, il quale ha “avviato” i presenti alla comprensione del fondo archivistico, spiegando come avviene il lavoro di ricerca sulla documentazione storica e quali difficoltà possono essere riscontrate nel reperimento del materiale, spesso a causa di una non corretta catalogazione. Le allegazioni fotografiche offerte dal dott. Cassì hanno poi consentito di vedere come si presenta, agli occhi dello studioso, il materiale archivistico antico, nelle sue dimensioni ma anche nella sua composizione e vulnerabilità.

Il secondo intervento, a cura del prof. Francesco Pellegrino, ci ha permesso di rintracciare le origini del cioccolato e le sue prime incursioni in Europa. Affascinante la suggestione del prof. Pellegrino secondo cui “il cioccolato, da oggetto di conquista, sia diventato ben presto il grande conquistatore del vecchio continente”, proprio per il successo che questo prodotto ha assunto all’interno delle grandi e piccole aristocrazie europee, diventando finanche un c.d. “bene rifugio”, al pari dell’oro delle pietre preziose.

Il Prof. Pellegrino ha anche citato un trattato medico spagnolo del ‘700, nel quale venivano analizzate le proprietà “mediche” del cioccolato e riportata la ricetta originaria degli Indios americani. Successivamente il Prof. Pellegrino ha sottolineato il percorso di arrivo del cioccolato “spagnolo”, dalle colonie fino a Palermo e da lì fino a Scicli, attraverso la storia particolare, bella e triste ad un tempo, di una importante famiglia aristocratica spagnola, legata ai viceré, portatrice della tradizione del cioccolato nella città sciolinata ma anche segnata dalla disgrazia della morte dei due figlioletti, sepolti proprio nella città a noi vicina. 

Il terzo intervento, a cura del dott. Carmelo Cataldi, ha avuto per oggetto il cioccolato modicano ed in particolare l’analisi dei testi contenuti nel fondo Grimaldi, lo stesso che è stato adottato per il ottenere il riconoscimento IGP.

Documenti alla mano, il dott. Cataldi ha dimostrato che, a differenza di quanto affermato dal Consorzio, il cioccolato, come prodotto finito, è stato “importato” a Modica dalla famiglia Grimaldi, prevalentemente da fornitori palermitani, e che non ci sono sufficienti elementi per considerare l’attendibilità storica della tesi che, invece, avrebbe individuato a Modica la presenza, fin dalle origini, di artigiani capaci di produrre questo prodotto.

Il dott. Cataldi, quindi, ha concluso che la prima e storicamente documentata prova della produzione di cioccolato nella nostra città deve riferirsi alla famiglia Bonajuto, l’unica ad avere radicato quella che, oggi, è una vera e propria tradizione cittadina, ricordando l’importante ruolo di Franco Ruta nel recupero di tale e tanto importante tradizione dolciaria cittadina.

A margine, poi, alcuni partecipanti hanno ricordato i fatti non storici, apparentemente anonimi e secondari, di vedove che, fino a qualche decennio fa, producevano in casa il cioccolato, venduto dai figlioletti, porta a porta, per le case del vicinato. 

Una storia minore e triste, è vero, dalla quale è tuttavia possibile rintracciare la straordinaria dignità del popolo modicano. Una dignità che, devo ammettere, oggi sembra sfumare sotto la mannaia di una subcultura consumistica e sempre più indifferente al comune senso dell’umanità.

Ora, bisogna anche ricordare che questo convegno di cui ho sinteticamente parlato sopra, è stato “censurato” (non ci sono altre termini per descrivere il fatto) dal primo cittadino, sulla base di una presunta “equidistanza” che lo stesso vorrebbe millantare rispetto a due diverse tesi sulla effettiva nascita del cioccolato modicano, quella del Cataldi, appunto, e quella “ufficiale” dettata dal Consorzio di Tutela del Cioccolato Modicano.  

In realtà, attesi i rapporti strettissimi che il Sindaco ha intrecciato con il Direttore del Consorzio, Antonino Scivoletto, e con la dott.ssa Grazia Dormiente, intellettuale organica a questa amministrazione, per costruire “il mito” del cioccolato IGP, il cui richiamo si è tradotto, con sapiente abilità, in consenso politico a tutto vantaggio del primo cittadino, parlare di “equidistanza” sembra una beffa ed anzi dimostra, una volta di più, la sottovalutazione che il sindaco è solito manifestare nei confronti della comune intelligenza.

E’ stato un vero peccato, per la città, assistere ad un vero e proprio ostracismo, attuato in danno di tre validissimi studiosi i quali sono stati colpevoli solo di avere voluto sostenere quella che per loro, e forse non solo per loro, è una verità storica incompatibile con le assai suggestive ma altrettanto potenzialmente fantasiose teorie dello Scivoletto e della Dormiente.

Non c’era politica nelle parole dei tre relatori, ma solo passione per lo studio e la ricerca. Il primo cittadino, però, buttando tutto in politica, come accade sotto le dittature e/o i totalitarismi, piuttosto che garantire il diritto di esporre una tesi storica, e per tutelare una delle due parti, ha abusato del suo potere, impedendo ai sostenitori di quella tesi la fruizione di una struttura pubblica, la saletta della Biblioteca Comunale, che appartiene ai cittadini e alla città, costringendo gli stessi convegnisti a rivolgersi ad una struttura privata.

Da cosa è stato dettato quello che io definisco, senza alcun problema, abuso della funzione pubblica? 

Di norma, si tende ad impedire a qualcuno di dire “qualcosa” quando si teme il contenuto di quel “qualcosa”, cioè quando si è coscienti che quel “qualcosa” possa fare emergere lo scheletro dall’armadio e/o creare una destabilizzazione nell’ordine che si è costruito.

Fortunatamente il Convegno a Modica si è tenuto e quel “qualcosa” è stato detto, giusto o sbagliato che sia.

Dico “per fortuna” perché, in futuro, ricorderemo gli interrogativi posti da una parte della città sulla vicenda delle origini del cioccolato. Interrogativi che sono sintomo di intelligenza ma anche di etica e correttezza intellettuale.

Questa etica e correttezza sarà utile, domani, a non fare di tutta l’erba modicana un fascio IGP.

  1. Scusate la lunghezza del mio commento ma era necessario

   

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Aggiungi una immagine