Vittoria è, in provincia di Ragusa, uno dei maggiori centri di “smistamento” della droga. Ed è proprio a Vittoria che la “roba” da vendere, arriva direttamente.
Gli approvvigionamenti sarebbero di due tipi: il primo, più consistente, dalla vicina provincia di Catania e nascosta accuratamente in luoghi spesso “pubblici” o in locali “tecnici”; mentre il secondo arriverebbe direttamente dall’Albania. Senza sottovalutare un nuovo (e tutto da scoprire) business che arriverebbe direttamente dalla Calabria.
La droga, infatti, costituisce ancora oggi – insieme ad altre attività illecite – il maggiore flusso di denaro per alcuni clan mafiosi e, dato molto importante, per la sussistenza delle cosiddette “famiglie”, cioè per i familiari dei mafiosi in galera, per il loro mantenimento e per le spese legali da affrontare.
Sono i catanesi che, comunque, controllano con grande attenzione i flussi ed i consumi, accorgendosi e vendicando eventuali vendite a loro sconosciute.
Eppure in molti sanno che le “piazze” di smercio in città, nel vero senso della parole, sono due: la prima è piazza Senia (il cui vero nome è Daniele Manin); la seconda, non molto lontana, è quella conosciuta come “delle scuole”.
In piazza Senia si smercia hashish, marjuana e cocaina; nell’altra l’eroina.
L’eroina, il cui mercato nella città di Vittoria è particolarmente fiorente e dalla quale si riforniscono anche le altre città vicine, viene tenuta dagli spacciatori in bocca, per mezzo di una pallina. Si, una pallina che viene venduta sputandola dalla bocca e che, in casi di necessità – eventuali blitz delle forze dell’ordine – può essere facilmente ingoiata.
Ma non solo, poiché secondo fonti molto accreditate, un importante rifornimento di hashish viene effettuato anche nella frazione rivierasca vittoriese, cioè Scoglitti e nella vicina Santa Croce Camerina.
Tante continuano ad essere le segnalazioni di cittadini esasperati per il “via vai” di spacciatori e clienti, pusher e rifornitori, come testimoniano le ultime importanti operazioni delle forze dell’ordine.