Avevamo atteso il disco con tanta ansia ed eccitazione,visto quanto se ne era scritto o parlato, e le reazioni di fan e critica erano state subito positive. Lo abbiamo amato, vissuto, fatto nostro dalle personali scalette degli smartphone ai passaggi in radio (“lasciala che è quella nuova dei tre pazzi”).
Così ci siamo caricati di aspettative per il live, di un tour che ad ogni tappa ha fatto parlare di sé, e sempre positivamente.
Tutto ciò di buono che avevo sentito però non aveva del tutto cancellato quell’unico dubbio che avevo prima di ieri sera:
– hanno fatto un solo album insieme, come faranno a rendersi protagonisti contemporaneamente dei loro successi da singoli?
Ieri a Firenze, in un MandelaForum gremito come in pochissime altre occasioni, e da un pubblico variegato per età, e forse pure dall’appetito musicale disomogeneo, i tre singoli si sono definitivamente fusi, plasmati in un unico orchestrale spettacolo, che non lascia scampo a dubbi ulteriori.
Ascoltando il disco in questi mesi mi ero fatto un’idea del percorso e del processo che li aveva portati a questo progetto comune.
Per una suggestione, forse più personale che obiettiva, avevo comunque sostenuto che il ‘Padrone della Festa’ (questo il nome dell’album uscito a settembre di quest’anno) fosse “Fabicentrico”, passatemi il termine, in quanto individuavo in Niccolò il fulcro e mastro fuocaio di tutte le scintille che il disco accende. Da quel lontano concerto del 1999 a Modica (Rg), ho sempre seguito il cantautore dei “capelli”,(ricordo come ieri ci fosse anche Max ad accompagnarlo al basso) considerandolo uno dei miei preferiti in assoluto nel panorama nazionale.
Inoltre la spinta all’album (anche ieri lo hanno confermato tutti e tre) è stato un loro recente viaggio in Africa, promosso da Fabi appunto, in luoghi del tutto simili a quelli che ho visitato io lo scorso gennaio, e dunque è stato facile innamorarmene velocemente e attribuire al mio “preferito” la centralità del progetto.
Ancora una volta mi ero sbagliato, non solo la naturalezza con cui si sono esibiti nei loro pezzi più famosi e di successo, faceva pensare che dovessi correggere il tiro, ma chiaramente ognuno di loro tre, è riuscito a mettere dentro allo spettacolo e a raccontare qualcosa del rapporto con l’altro, con l’amico più che con l’artista,e quindi volendo con ognuno di noi, che li abbiamo amati in questi 20 anni di carriera, facendoli un po’ amici di infanzia se volete. Bellissimo il passaggio in cui uno scanzonato e scanzonante Silvestri fa da arbitro ad un improbabile duello musicale a colpi di hit fra Fabi e Gazzè in tenuta da pugili. Molto suggestivo come tuffo negli amarcord, senza essere stucchevoli.
Così la sensazione più bella e gratificante che mi è rimasta dello spettacolo di ieri sera, è che abbiano voluto mettere in scena la loro amicizia, non facendone sfoggio ma cercando di coinvolgere anche gli spettatori, come fossero anche loro partecipi di quelle serate a bere birra al Locale di Roma, di godere della carica e dell’energia che solo un amico può dare.
“È il collettivo che fa la forza, non il singolo”
Ps: il tour non è ancora finito, e per noi siciliani l’appuntamento imperdibile è per sabato 13 dicembre ad Acireale. #siateci
#alè