Lo strano caso del Dott. Ignazio e Mr. Abbate…

La personalità dell’uomo, si sa, è composita e può manifestare comportamenti variabili, a volte inaspettati e spiazzanti. La condotta politica, invece, pur essendo legata all’espressione umana, deve sempre rispondere a logiche di coerenza e stabilità, perché chi si occupa di politica ha il compito di trascendere, nell’interesse generale.

Capirete bene, quindi, che il politico, così come l’amministratore, non può cedere all’impulso emotivo di un momento ma deve sempre muoversi lungo la strada della razionalità, del buon senso e del confronto democratico.

Fatta questa breve premessa, non posso non rilevare che le suesposte considerazioni non sembrano valere per il Sindaco di Modica, il quale non ha avuto alcuna remora a dare in escandescenza, sempre nel senso politico del termine, quando, proprio questa settimana, il Presidente di una associazione culturale ha inviato una nota (non già una denuncia, come riportato da alcuni) alla Sovrintendenza, per chiedere un sopralluogo nella Via Pulino, dove si stanno svolgendo i lavori di ripristino di un muro crollato qualche tempo fa.

Ebbene, questa associazione culturale, chiamata Il Dialogo, ha sollevato il dubbio che il metodo di attuazione dell’opera possa compromettere l’originalità dei luoghi e disperdere, in qualche modo, in parte o in tutto, le antiche pietre che costituivano l’antico muro crollato.

La risposta del Sindaco, piuttosto che legarsi a quelle logiche di razionalità e confronto di cui si diceva, è stata a dir poco furibonda, con minaccia di querela contro l’estensore della nota, non senza soffermarsi, in modo didascalico, sul ruolo e il modo di esercizio dell’attività del giornalista (non si comprende cosa c’entri la manfrina sul giornalismo, quando la questione è stata posta dal rappresentante di una associazione culturale).  Il Sindaco non ha rassicurato, nel merito, che le paure dell’associazione erano infondate, non ha spiegato come sarà realizzata l’opera, non ha spiegato nemmeno perché si è deciso di innalzare un muro di calcestruzzo che si appoggia lateralmente alla vecchia fabbrica, realizzata con l’antico metodo del muro a secco (cosa che personalmente mi lascia un po’ perplesso, ma io non sono un tecnico), non ha spiegato perché manca, in prossimità del cantiere medesimo, come ha fatto osservare un cittadino in un suo commento on line, il cartellone indicante gli estremi dell’appalto né ha superato i dubbi sollevati da un altro commentatore in merito alla perdita della funzione idraulica del muro stesso a causa dell’uso del calcestruzzo.

La risposta è stata la minaccia di denuncia. Minaccia per che cosa? Perché un gruppo di cittadini hanno liberamente esercitato il loro diritto costituzionale di chiedere l’intervento di un’autorità amministrativa al fine di verificare, chiarire e risolvere legittimi dubbi sul modo di realizzazione di un’opera pubblica? Perché alcuni cittadini hanno messo in dubbio che il metodo di ripristino del muro potesse essere non corretto? Qual è lo scopo di una simile aggressività? Perché denunciare, se si è sicuri del fatto proprio?

La minaccia di querela è diventata una costante di questa amministrazione e di questo Sindaco, contro chiunque voglia esercitare il sacrosanto diritto di controllare il suo operato amministrativo e di affermare un indiscutibile diritto di critica politica e di partecipazione alla vita amministrativa della città. La minaccia di querela come strumento di coercizione e compressione dei diritti politici: un bastone scagliato sulle spalle della democrazia!

Stranamente lo stesso atteggiamento non lo abbiamo riscontrato quando la Corte dei Conti ha notificato la ormai famosa delibera 98, con la quale il Giudice contabile ha sostanzialmente bocciato l’operato finanziario del Comune di Modica e certificato gravissimi inadempimenti dell’amministrazione e dei revisori, tanto da trasmettere l’atto anche alla Procura della Repubblica di Ragusa.

In questo caso, il Sindaco da dr Jekyll si è trasformato in Mr Hide e non ha minacciato di denunciare il magistrato istruttore. No! In questo caso Mr Abbate ha pensato bene di rimuovere completamente il fatto e di pubblicare un comunicato nel quale si racconta la fantastica storia del risanamento finanziario di Modica, da lui operato in questi ultimi tre anni.

Per quale ragione ha mandato alle stampe questo comunicato? Per dire che il durissimo giudizio della Corte è errato? Per affermare il dubbio che la Corte abbia scritto cose non vere? Per quale motivo l’amministrazione, in persona del suo Sindaco, ha pensato di “smentire”, sia pure per implicito, a contrario, e semplicemente a parole, un provvedimento con il quale l’organo superiore di controllo ha ACCERTATO, nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali, e non semplicemente sostenuto (come ha proditoriamente scritto il primo cittadino nel suo comunicato) i gravissimi inadempimenti dell’amministrazione comunale?

Mr Abbate non ricorda cosa fa Dr Ignazio e, a differenza del protagonista della famosa storia, si assolve sempre, senza redenzione, senza dubbi o perplessità sulle sue azioni amministrative, come se nulla fosse, come se il problema non esistesse affatto…

Ps. Mi preme l’obbligo di chiarire, nell’interesse di Abbate e per evitargli possibili ripercussioni giudiziarie, che gli ho attribuito il titolo di Dottore (Dr Ignazio) per mere finalità narrative e che questo fatto non costituisce esercizio abusivo, né da parte mia né da parte del diretto interessato, del titolo accademico.

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