
Il delitto di Michele Brandimarte, “pregiudicato per reati inerenti allo spaccio di sostanze stupefacenti ed affiliato alla cosca calabrese “Piromalli – Mole”, è un “omicidio di matrice mafiosa”.
A definirlo, per la prima volta molto chiaramente, è la Direzione Nazionale Antimafia nella relazione presentata oggi al Senato dal Procuratore Nazionale, Franco Roberti.
La Dna ricostruisce l’accaduto, anche grazie – si legge – al pentimento di Pietro Noto (nipote del più famoso Giovanni Noto, clan D’Agosta-Noto) che ha iniziato (aprile 2015) a collaborare con la giustizia e ha reso importanti dichiarazioni relative all’ambiente criminale in cui è maturato l’omicidio Brandimarte.
L’omicidio sarebbe stato commesso alle ore 18,30 circa a Vittoria (Ragusa) dal pregiudicato e parente della vittima, Domenico Italiano.
Le Procure Distrettuali di Catania e Reggio Calabria, a seguito dell’attività d’indagine, hanno delineato “i contorni della vicenda”.
Dalle indagini sono emersi contatti tra la criminalità ragusana e il gruppo criminale riconducibile alla cosca “Piromalli -Mole’” di Gioia Tauro, per il traffico di sostanze stupefacenti.