“Una passeggiata in riva al mare, così può nascere una canzone”
Intervista a Lorenzo Vizzini, il giovane cantautore ragusano che ha scritto gran parte dell’ultimo cd di Ornella Vanoni, ora in sala d’incisione con un lavoro prodotto da Mario Lavezzi.
“Ornella è stata una figura fondamentale nella mia vita. Mi ha lasciato una eredità di racconti e di cultura meravigliosa. Mi ha regalato delle giornate inanerrabili, delle esperienze e degli aneddoti favolosi. E poi mi ha lasciato questa passione per lo Spritz, che prima non conoscevo. Lei, da brava milanese, mi ha introdotto a questo rito”.
Lorenzo Vizzini arriva puntualissimo all’appuntamento, in una mattinata di febbraio inaspettatamente assolata. Fresco e sorridente come un ragazzo di neanche 21 anni (li compie a giorni) può essere. E parla. Parla come solo i giovani con entusiasmo sanno fare. Di motivi per sorridere, lui ne ha più di uno: seppur giovanissimo ha già raccolto le sue prime, grandi soddisfazioni. A cominciare dal sodalizio con una grande della musica come Ornella Vanoni.
Nato a Ragusa nel 1993, da quando aveva cinque anni Lorenzo è alla ribalta nel mondo dello spettacolo. Dapprima in televisione (“Bravo bravissimo” con Mike Bongiorno), poi al cinema (“Fantozzi 2000”) e nella fiction “Un medico in famiglia”.
Ma la sua grande passione, sin da allora, era la musica. Comincia da piccolo a scrivere brani, che poi canta accompagnandosi con chitarra o pianoforte.
Tra il 2010 e il 2011 partecipa ad “Area Sanremo- Sanremo Lab” e al Premio Lunezia. In entrambe le occasioni rientra fra i vincitori.
Scrive poi il brano “Innamorato”, insieme a Mario Lavezzi (inserito nell’ultimo album dello stesso Lavezzi).
Ha poi scritto e composto 8 dei 13 brani dell’ultimo album di Ornella Vanoni, “Meticci – Io mi fermo qui”.
Sta attualmente lavorando al suo album, “Il viaggio”, prodotto da Mario Lavezzi e registrato tra Milano, la Sicilia e la Sardegna.
Lorenzo è tornato per qualche giorno nella sua terra, a cui è molto legato, e dove trova grande ispirazione. Laspia.it lo ha intervistato.
Molti ti ricordano come bambino prodigio. Cosa ti ha lasciato quel periodo, in senso artistico? Pensi di essere partito con una marcia in più rispetto a chi non ha mai avuto queste esperienze?
“No, dico la verità. Non l’ho mai vissuta come una esperienza artistica. Era un divertimento, come andare in palestra o a giocare a pallone. Eravamo tutti ragazzini, quindi era vissuta come un bel gioco. Inoltre non ho mai subito pressioni da parte dei miei familiari. A livello artistico mi ha aiutato solo per il fatto che per me è assolutamente naturale stare su un palcoscenico, ma quello che faccio adesso è totalmente diverso”.
Da quali esperienze della tua vita trai spunto per le tue canzoni?
“Più o meno da tutto ciò che mi capita. Ogni “traccia” che vivo. Non solo quindi le esperienze forti, che ti lasciano l’impronta. A volte basta una passeggiata davanti al mare, o stare con una persona appena conosciuta, che però ti trasmette qualcosa. Prendo spunto da ogni cosa”.
C’è qualche cantante che è stato, o è tuttora, fonte di ispirazione per te?
“Sono così tanti i cantanti che mi hanno ispirato, la lista è infinita. Però quello che mi ha fatto avvicinare alla musica, quando ero piccolo, è stato De Gregori. Tra i nuovi apprezzo molto la Brunori Sas, ed un gruppo inglese, gli XX”.
Quando scrivi una canzone, di solito, nasce prima la melodia, o prima le parole?
“Questa è una domanda che mi viene posta molto spesso, incuriosisce in effetti. Ma la risposta è ancora più curiosa: nascono insieme, musica e parole. Quando nasce il testo, c’è già la musica dentro”.
Quale sarebbe la tua massima aspirazione, cosa ti farebbe sentire realizzato?
“Ci devo pensare….dopo che sarò realizzato, lo potrò capire. Credo che l’importante sia crescere ogni giorno. A me piace tanto la sfida, quindi potrei darmi un punto di arrivo, e poi magari scoprire di volerne raggiungere un altro”.