Loris, un’altra telecamera contro Veronica. Lei: “Davide non mi abbandonare”

Una telecamera di cui finora non si conosceva l’esistenza, che inquadra l’auto di Veronica Panarello fare manovra per entrare nel garage della palazzina dove abitano gli Stival. La telecamera si trova su un’abitazione privata a pochi passi dalla casa del piccolo Loris. Il fatto che quella mattina Veronica avesse messo l’auto nel garage è apparsa strana anche al marito Davide: “perché l’ha fatto? – ha detto guardando il video mostratogli dagli investigatori – lei non ci andava mai. Parcheggiava sempre in strada”.

Veronica, intanto, ha trascorso in silenzio la prima notte nel carcere di Catania. Un silenzio interrotto soltanto dal ripetere, a chiunque l’avvicinasse, la frase: “io sono innocente, io non c’entro…”. Ribadendo a tute le persone che incontra di non avere ucciso suo figlio Loris. La donna è costantemente sorvegliata dalla polizia penitenziaria. Se ieri i detenuti della sezione maschile del carcere avevano gridato “assassina” contro di lei, con urla che si sono sentite anche fuori delle mura del carcere, e oggi nuovamente ci sono state altre contestazioni, le detenute della sezione femminile non hanno avuto reazioni di protesta nei confronti della donna. Veronica Panarello, che è da sola in cella, al momento non avrebbe mostrato – a quanto si apprende – segni di cedimento, ma sarebbe apparsa sempre lucida. Durante la notte ha dormito, nel corso della giornata odierna ha mangiato i pasti che le sono stati portati e che, in ogni caso, fanno parte del vitto carcerario che viene dato a tutti i detenuti: in via precauzionale, non è stato previsto un vitto separato. Al momento la donna è a colloquio con i propri avvocati e, sempre per precauzione, per evitare qualsiasi tipo di contatto, il colloquio è iniziato solo dopo che sono terminati i colloqui per gli altri detenuti con i familiari.

“Mi mancano i miei figli, Loris e il più piccolo, che è solo a casa – dice Veronica, lanciando un appello al marito Davide – non mi abbandonare, sono innocente”.

GIORNO 10 DICEMBRE

“Non l’ho ucciso io, lui era il mio bambino”: e’ questa, secondo fonti vicine agli inquirenti,la frase che Veronica Panarello, madre del piccolo Loris Stival, ha ripetuto continuamente ieri sera durante il lungo interrogatorio in Procura a Ragusa, conclusosi con il suo fermo per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.

La donna, che ha trascorso la notte nella cella di sicurezza della Questura di Ragusa, e’ al momento sotto interrogatorio da parte del procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia, e del sostituto Marco Rota. Presente anche il difensore della donna, l’avvocato Francesco Villardita.

Ieri pomeriggio Veronica Panarello era stata condotta in Procura per essere sentita ancora come persona informata dei fatti, ma nel corso del lungo colloquio con i magistrati (oltre 6 ore) la sua posizione e’ diventata quella di un’indagata. Era percio’ necessaria la presenza del difensore per proseguire nell’interrogatorio, quando, pochi minuti prima di mezzanotte, la Procura ha disposto il fermo.

IL FERMO LA NOTTE DEL 9 DICEMBRE

Veronica Panarello, madre di Loris Andrea Stival, è stata fermata per omicidio aggravato. La donna, secondo indiscrezioni, avrebbe agito da sola.

Dopo essere stata ascoltata per oltre sei ore, le è stato notificato un provvedimento di fermo firmato dai pm di Ragusa.

La donna, madre del piccolo Andrea Loris Stival ucciso a Santa Croce Camerina, era stata condotta – intorno le 18 – negli uffici della Procura per essere sentita dal procuratore capo Carmelo Petralia e dal sostituto Rota. Insieme a lei il marito, che avrebbe detto: “Se è stata mia moglie mi cade il mondo addosso”.

Gli investigatori di polizia e carabinieri sono entrati nella casa dei genitori di Loris, li hanno fatti salire in auto e li hanno accompagnati in questura. Il gruppo di investigatori giunti nell’abitazione della famiglia Stival e’ nutrito. Tra gli altri, ci sono il capo della Squadra mobile, Nino Ciavola ed ufficiali dei carabinieri.

“Non c’è nulla di nuovo, non cambia nulla. Veronica Panarello è ascoltata come persona informata sui fatti”. Così dichiara l’avvocato Francesco Villardita, commentando la notizia di questi minuti.

QUESTIONE TELECAMERE

Due telecamere inoltre riprendono l’auto della madre di Loris, la mattina di sabato 29 novembre, impiegare 9 minuti per percorrere un tratto di strada vicino al Mulino Vecchio, che invece si percorre in 3 minuti. Lo hanno accertato gli investigatori che ora vogliono capire cosa sia accaduto in quei 6 minuti di troppo.

Elicotteri di polizia e carabinieri hanno sorvolato le campagne attorno a Santa Croce Camerina nella speranza di individuare dall’alto il punto dove potrebbe essere stato gettato lo zainetto di Loris Stival, il bambino ucciso il 29 novembre scorso e ritrovato in un fosso in contrada Mulino Vecchio. L’ipotesi degli investigatori è infatti che lo zainetto blu con le cinghie gialle sia stato gettato da qualche parte o dall’assassino o da qualcuno che potrebbe averlo aiutato.

Il cacciatore: “Siamo sulla strada giusta”. Orazio Fidone, che è indagato per atto dovuto per sequestro di persona e omicidio, torna a parlare in piazza e si dice non pentito di avere trovato il corpo: “Sono sereno – dice – lo rifarei”. Oggi dice di “sentirsi più sollevato” anche se sostiene di “non aver mai avuto paura di restare impigliato” nella rete delle indagini. L’importante, per il cacciatore è che “i giornalisti separino i due fatti, il paese e quello che è accaduto, perché la nostra è una comunità sana”.

“Non è stato facile e semplice, soprattutto per la mia famiglia che sta soffrendo maledettamente, ma per fortuna le cose stanno finendo”, ha detto Orazio Fidone. “Chiedo ai giornalisti – ha aggiunto – di non andare nelle scuole per non fare subire questo shock tremendo ai bambini creato da questa condizione mediatica. Agli investigatori auguro di venire a capo di tutto nel più breve tempo possibile”.

“Orazio Fidone ha passato le pene dell’Inferno”, ma “sarebbe pronto a rifarlo”. Lo ha affermato il legale del ‘cacciatore’ L’avvocato Pietro Savà, sostenendo che il suo assistito ha “un alibi di ferro”. “Diverse persone – aggiunge – possono testimoniare che al momento del delitto era in un altro posto, e lui non ha il bene dell’ubiquità”. Il penalista sottolinea che Fidone “non è l’orco e neppure l’assassino”, ed è diventato “insopportabile sentire tesi basate sul nulla”. “Fidone – aggiunge Savà, non è andato a cercare il bambino direttamente al mulino vecchio, e non lo ha trovato subito, ma dopo diversi giri. Se qualcuno vuole criminalizzare l’intuito lo faccia, ma è sbagliato”. Il legale conferma che Fidone “non conosce” né i genitori di Loris né il bambino, ma “soltanto il nonno paterno perché gli aveva fatto dei lavori da idraulico a casa”. L’avvocato Savà sottolinea di avere parlato “dopo otto giorni di silenzio per rispetto al dolore della famiglia e al lavoro delle istituzioni”. “Devo dare atto alle forze dell’ordine – chiosa il penalista – di avere fatto bene il loro lavoro e di avere sempre rispettato il mio cliente. Anche la Procura, perché nonostante la pressione mediatica ha agito con grande correttezza e pacatezza”.

LE PAROLE DEL PROCURATORE DI RAGUSA, CARMELO PETRALIA

“Oltre al fascicolo a carico di ignoti c’e’ l’iscrizione nel registro degli indagati di una persona ma per adesso non possiamo dire chi sia”.

Cosi’ il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia, incontrando i giornalisti sulla vicenda dell’uccisione del piccolo Andrea Loris Stival, per cui si indaga per sequestro di persona e omicidio volontario.

Per detenzione di munizioni, invece, e’ gia’ indagato Orazio Fidone, il cacciatore che ha scoperto il corpo del piccolo. “Che ci siano attivita’ in questo momento – ha aggiunto – non vuol dire che si stia indagando una singola persona. Tali attivita’ servono per l’acquisizione di elementi utili per il prosieguo delle indagini”.

“Desideravamo questo incontro per una duplice finalita’ – chiarisce il dottor Petralia -: la prima chiedere agli organi di informazione di consentire lo svolgimento piu’ asettico possibile. D’ora innanzi qualsiasi informazione arrivera’ per comunicato stampa o con incontri con stampa. La seconda e’ fare il punto su una vicenda di inaudita gravita’ che ha turbato l’opinione pubblica nazionale. La reazione che sta avendo lo Stato e’ molto forte. Il capo della polizia e il generale dei carabinieri hanno messo a disposizione il meglio degli investigatori italiani. Stiamo operando per cerchi concentrici, dal piu’ grande che prende in considerazione tutti i fatti, a quelli piu’ piccoli che prendono in considerazione i singoli fatti. Cio’ fino ad arrivare a quello centrale dove ci sara’ il nome del colpevole”.

Nel pomeriggio e’ stata perquisita la casa dei genitori, dopo le incongruenze emerse dalle immagini degli impianti di sicurezza, in ordine alla ricostruzione dei fatti fornita dalla madre. “Le immagini sono tantissime – ha aggiunto – e tutte oggetto di studio. Sono 42 telecamere per 24 ore di sabato di registrazioni importanti”. 

LA CONVULSA GIORNATA DI SABATO, DALLA SCOMPARSA AL RITROVAMENTO (di Salvo Vassallo)

E’ stato trovato morto, nella cosiddetta zona del vecchio mulino, nelle campagne tra Punta Braccetto, Santa Croce e Punta Secca il bambino di 8 anni scomparso questa mattina a Santa Croce di Camerina. A trovare il corpo senza vita di Andrea Loris Stival (questo il suo nome) sarebbe stato un passante. La zona è poco frequentata, ed è battuta principalmente da cacciatori. Sul posto, avvisati dall’uomo, sono arrivati i carabinieri del comando provinciale di Ragusa. Resta ancora da chiarire la dinamica dell’accaduto ma dalle prime indiscrezioni pare che il corpo del bambino fosse tutto bagnato. Al momento la pista più probabile è quella dell’omicidio visto che il luogo del ritrovamento del corpo è molto distante dal centro della cittadina anche se il corpo di Andrea non presenterebbe, secondo i primissimi accertamenti, segni evidenti di traumi esterni e di violenza. Sul posto si sono recati gli uomini della polizia scientifica e dall’ispezione cadaverica si potranno avere ulteriori chiarimenti su quanto accaduto. Non si esclude alcuna pista, compresa quella della pedofilia.

Il padre del piccolo è un camionista di 30 anni che lavora nel Nord Italia mentre la madre, 25 anni, è una casalinga. Proprio quest’ultima in stato di shock non è riuscita a parlare con gli inquirenti e raccontare quanto sia accaduto questa mattina: il piccolo sarebbe stato accompagnato davanti alla scuola dalla madre e non sarebbe entrato in classe. L’allarme era  stato dato dalla stessa madre all’ora di uscita dalla scuola alle ore 12:45.

La preoccupazione con il passare delle ore è cresciuta anche perché i compagni di scuola e la bidella hanno spiegato di non ricordare di aver proprio visto il bimbo oggi. I carabinieri hanno visionato le immagini dell’impianto di videosorveglianza della scuola elementare e hanno avviato le ricerche anche con gruppi cinofili, facendo annusare il pigiama che il piccolo aveva indossato la notte scorsa. Tutto il paese si è mobilitato, anche i vigili urbani hanno sospeso i loro turni di lavoro per contribuire alle ricerche, mentre il sindaco Franca Iurato ha fatto sapere che si era attivata anche la locale protezione civile. A trovare il corpo senza vita del bambino però nel mulino abbandonato sarebbe stato invece un passante, che ha poi avvisato i carabinieri del Comando di Ragusa.

Intanto arriva il cordoglio del sindaco di Santa Croce Franca Iurato. “La morte di un bambino sconvolge sempre una città. –ha commentato il primo cittadino- L’intero paese si è mobilitato per trovarlo, la gente è scesa in strada e ha dato una mano ai carabinieri nelle ricerche. E la notizia del ritrovamento del suo cadavere ci sconvolge e ci rende tristi. Sono vicina al dolore della famiglia”.

Critico sulla vicenda don Di Noto, il fondatore dell’associazione contro gli abusi sui bambini Meter: “E’ dolorosa e drammatica la vicenda del bambino e speriamo che la vicenda venga presto chiarita nella dinamica dato che così come sono andate le cose gli scenari possono essere molteplici – dice Don Di Noto – ma è possibile che nessuno si sia accorto di questo piccolo? Davvero non si poteva fare niente per lui? Ricordiamo che non sono mai figli degli altri, ma tutti figli nostri”, dice il sacerdote siciliano. “Esprimiamo vicinanza e siamo profondamente addolorati; quando muore un bambino è sempre qualcosa di triste. Ma lanciamo un appello: una sorta di vigilanza, un ‘help alert’ (un sms) da inviare ai genitori dopo l’appello in classe se il bambino non è presente. Un avviso che molto probabilmente può salvare la vita”.

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Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

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