Macchine e case per mogli ed amanti: ecco come finiscono i soldi della droga dei ‘capi’ di Siracusa (FOTO)

La droga frutta ai “capi” delle piazze di spaccio a Siracusa oltre 100mila euro al giorno.

Questo è quanto abbiamo raccontato una settimana fa con tanto di foto (LEGGI) del summit per la gestione delle piazze di spaccio, oggi ci occuperemo di capire dove vanno a finire quei soldi.

Una parte degli introiti, intorno al 20 per cento va al clan “Bottaro-Attanasio”, un’altra parte rimane agli spacciatori (dai 500 ai mille euro a settimana).

In questa “società” vanno considerate le vedette, retribuite (stile Napoli) con 500 euro alla settimana per informare agli angoli delle “piazze dello spaccio” della presenza di qualsiasi persona sospetta (per “persona sospetta” si intendono appartenenti alle forze dell’Ordine).

Il resto va ai capi (li ripetiamo):

Via Italia e Parco Robinson sono gestite da Corrado Greco (detto il grosso), Daniele Cassia (detto Danielino) e Angelo Drago (detto pacchiarella).

La tonnara è gestita dal “re dello spaccio” Danilo Briante e da Antonio Rizza.

Il Bronx è gestito da Francesco Capodieci (detto Cesco).

Via Algeri è gestita da Max Genova.

IL “NULLA TENENTE” DANILO BRIANTE E LA CASA DA SOGNO

Partiamo da Danilo Briante, il “re” dello spaccio a Siracusa, chiamato per tale ragione “Pablo escobar”. Briante gestisce, insieme a Antonio Rizza, la piazza della “tonnara”, ovvero quella che frutta di più (30/40 mila euro al giorno).

Danilo Briante è ufficialmente un disoccupato che non percepisce nessun reddito, vive a Siracusa ma non ha una residenza ufficiale.

In verità vive in una “casa popolare”, intestata ancora alla precedente inquilina. Alla stessa inquilina sono intestate le utenze di quella abitazione.

Briante, come da foto pubblicate sul profilo Facebook della moglie, Graziella Riani, che riportiamo sotto, ha modificato per intero la propria abitazione (pardon, quella della signora che ne risulta occupante) facendola diventare lussuosissima.

Si stima che abbia speso, in un anno, più di 150mila euro, con tanto di vasche idromassaggio, marmi luccicanti, rifiniture in legno pregiato, televisori al plasma e tanto altro.

Danilo Briante, va ricordato, è già stato coinvolto in più operazioni di polizia per droga, tutto aggravato dall’articolo 7, ovvero “per aver agevolato il clan mafioso denominato Bottaro-Attanasio”.

IL POST DI FRANCESCO CAPODIECI ED I SUOI “COLLABORATORI”

Le scelte della mia vita sono senz altro criticabili e discutibili…ma ad oggi credo che nessuno abbia il diritto di puntarmi il dito! (…) Parla pure di beni materiali ed immobili…nello specifico a cosa si riferisce?! non ho nessun mezzo…neanche uno scooter…così come nessun immobile di mia proprietà! Questo non è giornalismo sano…sarebbe più giusto chiamarlo gossip!!!”.

A parlare, con un post pubblicato sul gruppo Facebook “SIRACUSA ON WEB 2.0: gruppo di discussione sulla città” con tanto di sua foto, è Francesco Capodieci (detto Cesco) che gestisce un’altra importantissima piazza di spaccio: il “bronx”.

Innanzitutto facciamo chiarezza.

Quelle “scelte della vita senz’altro criticabili e discutibili” a cui fa riferimento sono diverse condanne per droga che Cesco Capodieci ha riportato, così come è stato coinvolto in diversi blitz delle forze dell’Ordine.

Oggi Capodieci, come detto nello scorso articolo, gestisce la piazza dello spaccio del “bronx” e ha alle sue “dipendenze” spacciatori e vedette in numero superiore ad una ventina di persone.

Lo stesso Capodieci che dice di non possedere nulla, in questo caso dice cosa che corrisponde al vero. Infatti a suo nome non ha intestato nulla, risultando nullafacente e nullatenente, ma mantiene la sua ex moglie e l’attuale convivente (con il cui profilo ha scritto il messaggio pubblico, tale Noemi Forestieri).

Ha casa di proprietà alla tonnara (non popolare), moto, scooter ed altri beni ma non intestati a lui, bensì a stretti congiunti.

A riscontro di quanto affermiamo riportiamo delle dichiarazioni (pubbliche, LEGGI ARTICOLO) del collaboratore di Giustizia Giovanni Piazzese.

Piazzese nel verbale di collaborazione del 28.1.2016 racconta che:

“La piazza del “Bronx” fa capo a Capodieci Francesco detto “Cesco”, e a Di Falco Riccardo detto “Riccardino”, i quali allo stesso modo potevano comprare lo stupefacente esclusivamente da Cavarra Luigi”. Precisa al riguardo che a un certo punto il gruppo del Bronx, dovendo corrispondere a due fornitori diversi, riduce gli importi che periodicamente versa a Cavarra.

“Cesco” Capodieci ha due stretti collaboratori pluripregiudicati: Riccardo (detto Riccardino) Di Falco eGiancarlo (detto Carlo a scecca) De Benedictis.

TOSCANO E DE CAROLIS, FRA MACCHINE E CASE

Ed infine Franco Toscano e Luciano (detto ciano u nano) De Carolis.

Francesco (detto Franco) Toscano uscì dal carcere (il 26 ottobre scorso) e rimase in libertà poche settimane: arrestato dalla Polizia il 21 novembre.

In pochi giorni ha “accumulato” una Mercedes classe A, un Beverly piaggio 250, una Honda integra 750.

Luciano De Carolis (detto Ciano u nano), con una serie infinita di procedimenti (fra i quali quello per l’omicidio di Angelo Sparatore, fratello del collaboratore di Giustizia Salvatore Sparatore) ha la “famosa” macelleria (intestata alle nipoti, Miniera) con la quale impone il “racket della carne” ai paninari per un introito di circa 5/6 mila euro al giorno. Conduce un tenore di vita altissimo e ha macchine e moto che cambia mensilmente.

La casa in cui abita “Cianu u nano” è nel quartiere della Mazzarrona ed è stata acquistata dal clan “Bottaro-Attanasio” nell’ottobre del 2001. Fu Alessio Attanasio che, in persona, diede i soldi “liquidi” a Luciano De Carolis nell’agenzia dell’odierno collaboratore di Giustizia, Rosario Piccione.

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