Nella mattinata odierna, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa in data 04.06.2018 dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania nei confronti di Luciano De Carolis, classe 1974, già condannato anche per il reato di associazione di tipo mafioso in quanto appartenente all’organizzazione criminale denominata Bottaro-Attanasio.
Il De Carolis, del quale abbiamo più volte scritto (LEGGI), è ritenuto responsabile del delitto di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un esercizio commerciale di Siracusa. Il fratello di Luciano De Carolis, Francesco, dopo i nostri articoli ci aveva pesantemente minacciato di morte, tanto da essere arrestato dalla Dda di Catania.
In particolare, dall’attività investigativa è emerso che il De Carolis, conosciuto con il soprannome “Ciano u nanu”, nel mese di marzo 2018, dopo aver richiesto alcune consumazioni all’interno di un bar del capoluogo aretuseo, pretendeva di non pagare il supplemento previsto per l’aggiunta di una dose di alcol superiore rispetto a quella normalmente versata. Al diniego del banconista e dell’addetto alla cassa, l’arrestato profferiva frasi gravemente intimidatorie e considerazioni evocative delle condotte di tipo mafioso, fino a sollecitare lo scontro fisico con il cassiere, evitato grazie all’intervento delle altre persone presenti.
Il De Carolis, nonostante la condotta sopra descritta, nei giorni successivi si ripresentava presso lo stesso bar, ed alle legittime rimostranze della gestrice dell’esercizio commerciale per il comportamento dallo stesso tenuto in precedenza, rimarcava il proprio atteggiamento minaccioso pretendendo di affrontare l’argomento con il titolare del Bar al momento assente.
Quanto accaduto, ed in particolare l’atteggiamento aggressivo e intimidatorio del De Carolis, veniva ampiamente documentato dai Carabinieri anche con l’ausilio di alcuni filmati estrapolati dal sistema di videosorveglianza del locale.