E’ iniziato oggi a Ragusa il processo nel quale e’ imputato Gionbattista Ventura, reggente mafioso di Vittoria, accusato di avere minacciato di morte, Paolo Borrometi, collaboratore dell’Agi e direttore del sito LaSpia.it.
Processo al quale la Fnsi partecipa in qualita’ di parte civile.
Lo scorso 26 maggio, infatti, il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Catania aveva accolto la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dalla Fnsi, oltre che dall’Ordine nazionale e regionale dei giornalisti e dal Comune di Vittoria.
Borrometi sara’ sentito il 19 settembre alle 15,30 quale parte offesa nel procedimento a carico del vittoriese 58enne che deve rispondere di episodi reiterati di violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso e di averli posti in essere per agevolare il clan della stidda Dominante Carbonaro del quale, secondo gli inquirenti, Ventura sarebbe reggente.
Il giornalista e’stato minacciato di morte per avere esercitato il diritto di cronaca nelle sue inchieste sul territorio di Vittoria.
L’imputato, in carcere a Siracusa, gli ha rivolto minacce del tipo “Ti scippu a testa merdoso che non sei altro”, “d’ora in avanti saro’ il tuo peggiore incubo”, “prima o poi ci incontriamo nell’aldila’ e so cazzi tua”.
Il Tribunale di Ragusa ha ammesso gli atti proposti dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Catania, Valentina Sincero (decreto di perquisizione informatica e ordinanza di custodia cautelare, lista testi, compresi i collaboratori di giustizia, e le sentenze di accertamento della sussistenza del clan Carbonaro Dominante).
All’udienza del 19 settembre saranno sentiti, tra gli altri, anche gli ispettori Modica e Tomasello, oltre a Maurizio Cutello, quest’ultimo ex socio di Ventura.
All’udienza erano presenti anche le parti civili, comprese la Federazione nazionale della stampa, l’Ordine nazionale e regionale dei giornalisti.
“Il consiglio dell’Ordine regionale e’ qui per rappresentare due tipi di solidarieta’ – dice l’avvocato Nino Caleca – la prima al giornalista minacciato e la seconda di valore generale. In Sicilia la liberta’ di stampa e’ seriamente minacciata il numero dei giornalisti minacciati e’ in crescita. Sarebbe il caso di discutere della relazione che la commissione antimafia ha dedicato al fenomeno ancora piu’ preoccupante del nuovo modo di agire di Cosa nostra e delle altre mafie”.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Riccardo Arena aggiunge: “Siamo presenti a testimoniare la massima vicinanza a Paolo; siamo consapevoli che i colleghi piu’ esposti non vanno lasciati soli per non creare, in chi cerca di fermarli, la sensazione che siano isolati e piu’ facili da colpire”.
“La presenza della Fnsi come parte civile – affermano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente del sindacato unitario dei giornalisti italiani – e’ un atto dovuto nei confronti del collega Paolo Borrometi e di tutti i cronisti che, come lui, sono vittime di intimidazioni e minacce e sono costretti a vivere sotto scorta.
Quei giornalisti non vanno lasciati soli: il sindacato ribadisce la volonta’ di costituirsi parte civile in tutti i processi in cui saranno imputati coloro che minacciano i giornalisti perche’ le minacce e le intimidazioni ai giornalisti indeboliscono la democrazia”.
(FONTE: AGI)