Mafia: Anbsc, destinati 13mila immobili confiscati; 2200 nel 2017

Oltre 30mila immobili e 3.784 aziende italiane sono stati sequestrati o confiscati, destinati o da destinare, per effetto della normativa finalizzata al contrasto della criminalita’ organizzata di tipo mafioso: si tratta di beni di competenza dell’Anbsc, l’Agenzia nazionale dedicata al riutilizzo sociale dei beni (mobili e immobili) sequestrati o confiscati alle mafie preposta a definire le procedure di destinazione per un possibile intervento di co-progettazione che restituisca i beni stessi a fini di utilita’ sociale. I dati, diffusi a Bologna nel corso di un incontro sulla legalita’ promosso dalla fondazione Fico, riguardano lo ‘stock’ complessivo cumulato a partire dall’introduzione delle misure di prevenzione patrimoniale (legge Rognoni-La Torre del 1982) e dall’introduzione delle misure cautelari reali (“confisca allargata” del 1992).

Dei 30.360 immobili sequestrati o confiscati nell’ultimo trentennio sono 13mila quelli destinati al 31 dicembre 2017: si tratta, per la maggior parte, di abitazioni (60%), seguite da terreni (30%) e da immobili per uso commerciale e industriale (9%). Solo nel corso dell’anno passato l’Agenzia, con procedure piu’ veloci rispetto al passato, e’ riuscita a destinare 2.200 beni (contro i circa 500 del 2013). Attualmente, dunque, sono ancora in gestione dell’Agenzia nazionale 17.220 beni immobili e 2.894 aziende potenzialmente restituibili alla societa’. Il dato sulle aziende, tuttavia, e’ da scremare e si attesta per quanto riguarda quelle attive attorno alle 500 unita’ poiche’, come spiegato dal direttore dell’Anbsc, Ennio Maria Sodano (ex prefetto di Bologna) molte imprese non hanno mai operato sul mercato (e’ il caso delle cosiddette societa’ ‘cartiere) oppure, traendo vantaggio dal metodo mafioso, non hanno retto ad un’economia ‘legale’. Dal punto di vista della distribuzione territoriale, oltre il 95% degli immobili gia’ destinati e’ concentrato in otto regioni, con una netta prevalenza della Sicilia (40% del totale) seguita da Calabria (17%), Campania (14%), Puglia (11%), Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna. Per quanto riguarda gli immobili ancora da destinare (17.220) , la loro distribuzione mostra una ‘nuova geografia’ soprattutto se confrontata con lo stock degli immobili gia’ destinati. Infatti, le otto regioni con la maggior concentrazione di beni immobili in gestione restano le stesse, dove si concentra il 92% del totale. In particolare si tratta di Sicilia (36%), Campania (15%) e Calabria (13%). Queste tre regioni sono seguite dalla vera e propria ‘nuova geografia’ con la Lombardia dove si localizzano quasi il 10% degli immobili da destinare e il Lazio con poco piu’ del 7% del totale. Entrambe queste regioni (Lombardia e Lazio) hanno superato la Puglia dove si trovano 772 immobili in gestione pari a circa il 5% del totale. I beni localizzati in Piemonte (709) sono in netta crescita cosi’ come in Emilia Romagna (469) e in Toscana (381).

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