Mafia, Cuttaia (Commissario Antiracket): “Denunciare conviene”. Presentato codice etico

“Il codice etico-antiusura rappresenta la vera opportunita’ del coinvolgimento della comunita’, perche’ non possiamo demandare solo alla magistratura, alle forze dell’ordine, alle istituzioni che se ne occupano, il fronteggiare la criminalita’. Serve un impegno quotidiano civico fondato sulle leggi e su una spinta morale forte”.

Lo ha detto Domenico Cuttaia, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, intervenendo a Ragusa. Un codice etico che per il prefetto Cuttaia, deve costituire un effetto moltiplicatore che ha come spinta “uno strumento formidabile: l’accesso al fondo di solidarieta’ che consente di erogare mutui agli usurati e contributi a fondo perduto alle persone vittime delle estorsioni. Il primo concreto fondamentale impegno dei commercianti deve essere quello di diffondere la pratica della denuncia, perche’ denunciare conviene. Non c’e’ solo la convenienza etica di assicurare alla giustizia i mascalzoni, ma ci deve essere anche una convenienza economica in maniera da spingere ulteriormente alla denuncia. Il fondo e’ cospicuo e i tempi di erogazione stiamo cercando di renderli celeri, anche in forza di un sistema di ‘dematerializzazione’, con un portale di accesso che consenta alla vittima che ha denunciato di avere contezza di cio’ che si sta facendo”. Il Commissario Cuttaia ha fatto i complimenti al giornalista Paolo Borrometi per il proprio impegno giornalistico e civico.

Il prefetto di Ragusa, Maria Carmela Librizzi ha introdotto il convegno sottolineando l’impegno della “collettivita’ del Ragusano, impegnata nella lotta alla criminalita’ e che ha dimostrato di sapere reagire. Ma la lotta e’ impegno corale e sinergico e coinvolge tutte le istituzioni a partire dalla scuola”. Per questa ragione al convegno e’ presente anche una rappresentanza di studenti dell’Istituto superiore Fermi di Vittoria impegnati in un progetto sulla legalita’.

“Con la collaborazione e denuncia non si resta soli, bisogna aiutare le imprese a liberarsi”, ha sostenuto il presidente della Federazione nazionale antiracket, Giuseppe Scandurra. Il codice etico presentato da Eliana Giudice che presiede l’antiracket di Vittoria e’ un documento in sette punti destinati alle imprese: non sottostare ad alcuna richiesta estorsiva denunciando qualunque tentativo all’autorita’ giudiziaria; collaborare con le forze dell’ordine in caso di attentati e minacce, senza reticenza, fornendo qualunque elemento utile ai fini delle indagini; agire con correttezza all’interno dei mercati sia nei confronti dei concorrenti sia nei confronti dei fornitori; tutelare l’ambiente; salvaguardare la sicurezza sul lavoro e tutelare i lavoratori; garantire i diritti dei consumatori e agire con integrita’ morale e deontologica nei confronti di Stato, Pubblica amministrazione e ogni altra istituzione. Non e’ scontato, perche’ l’economia e’ drogata da una mafia che si e’ fatta impresa. “Una economia parallela, quella della malavita, in una terra bellissima, quella siciliana”. il giornalista Paolo Borrometi che ha moderato l’incontro di oggi, e’ tornato sulla situazione del Vittoriese, ambiente ben conosciuto da lui e raccontato attraverso le numerose inchieste; “Al mercato di Vittoria – ha detto Borrometi – non e’ ancora nemmeno possibile sapere il peso della merce che entra e di quella che esce perche’ non c’e’ una pesa utilizzabile”. Il malaffare si e’ ramificato in tutti i servizi, ma denunciare conviene: “Non e’ piu’ questione di paura ma di convenienza – sottolinea il pioniere dell’antiracket Tano Grasso – e bisogna creare convenienza; il commerciante che non cede al racket e’ fuori mercato. Non si tratta piu’ dell’esazione del pizzo, ma del fare entrare una azienda in una filiera produttiva tutta controllata dal trasporto alle cassette, con prezzo imposto”. Toccante la testimonianza di una alunna dell’istituto Fermi di Vittoria, scuola da tre anni impegnata in un progetto di legalita’ e conoscenza: “La mafia, e’ mancanza di formazione, di informazioni e forza morale, la mafia e’ povera di progresso umano ed etico prima che materiale o economico.

La mafia e’ mancanza della opportunita’ di potere contribuire alla rivoluzione culturale del senso della legalita’”. L’istituto vittoriese negli ultimi tre anni ha partecipato a un laboratorio sulla Costituzione, ha approfondito la storia della lotta alla mafia, del pool e del maxiprocesso di Palermo, ha incontrato testimoni di lotta alla criminalita’. Ha visitato il carcere dell’Ucciardone dove ha interagito con detenuti studenti. “Abbiamo conosciuto sofferenza – ha detto la studentessa – ma anche speranza, queste esperienze di hanno fatto crescere, acquisire conoscenza. Si potranno creare condizioni per un mondo forse non perfetto, ma migliore, sicuramente meno corrotto e inquinato”.

(FONTE: AGI)

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