Mafia: estorsioni e traffico di droga, retata nell’Ennese

Vasta operazione antimafia dei carabinieri di Enna per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e coordinata dalla Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta.

In azione oltre ottanta militari, supportati da unita’ cinofile per la ricerca di armi e stupefacente, nonche’ da un elicottero del Nucleo carabinieri di Catania.

Le persone colpite dal provvedimento restrittivo, che a vario titolo rispondono di associazione di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni, al traffico di stupefacenti e alla detenzione illegale di armi e munizioni, sono ritenute appartenere alla famiglia mafiosa di Pietrapezia, comune rurale dell’ennese.

L’indagine ha permesso di fare luce sulle dinamiche mafiose di Cosa nostra nel territorio, nel quale gli odierni arrestati avevano affermato, ormai da alcuni anni, il potere mafioso, attraverso estorsioni, intimidazioni, danneggiamenti e incendi.

Sono 10 le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di soggetti ritenuti appartenere alla cosca di Pietraperzia, emesse nell’ambito dell’operazione “Primavera” dal Gip di Caltanissetta su richiesta del procuratore aggiunto Gabriele Paci e dal sostituto Santi Roberto Condorelli.

L’attivita’ investigativa, condotta dalla Compagnia di Piazza Armerina tra i mesi di aprile 2011 e dicembre 2013, anche attraverso attivita’ tecniche di intercettazioni telefoniche e ambientali, ha permesso di ricostruire le dinamiche mafiose a Pietraperzia ed e’ stata finalizzata ad azzerare la capacita’ operativa del clan facente capo ai fratelli Giovanni e Vincenzo Monachino, il primo dei quali al momento sottoposto al regime della liberta’ vigilata e ambedue in passato gia’ condannati per associazione a delinquere di tipo mafioso. L’operazione, rappresenta un ennesimo duro colpo a Cosa nostra ennese e in particolare, in parte gia’ ridimensionata a seguito di vari arresti avvenuti tra il 2000 ed il 2010 dei propri componenti, tra i quali i locali vertici storici, rendendo necessario un riassetto dell’organigramma criminale di quella famiglia, con una precisa ridistribuzione delle attivita’ criminali in capo a tre molto vicini ai vertici, quali Giuseppe Marotta, Giuseppe Piccicuto e Vincenzo Capizzi, che figurano tra gli arrestati.

Documentati la fitta serie di rapine, estorsioni, traffici di droga, attentati e danneggiamenti; la disponibilita’ di armi, al punto che in piu’ occasioni venivano organizzate vere e proprie esercitazioni di tiro presso improvvisati poligoni nelle campagne di Pietraperzia; il controllo delle attivita’ della criminalita’ comune; la disponibilita’ ad intervenire per dirimere qualsiasi controversia tra privati cittadini; · l’azione di controllo del territorio, consentendo ai vari affiliari di essere informati in tempo reale delle iniziative delle forze dell’ordine nel paese; l’attivita’ di assistenza in favore dei sodali detenuti e dei loro familiari; il continuo interesse circa lo svolgimento di attivita’ economiche, per avvicinare gli imprenditori e imporre loro pizzo o assunzioni.

Tra le vittime un’impresa aggiudicataria di un appalto da 6 milioni,per la manutenzione dell’autostrada A/19, o una ditta aggiudicataria di lavori per il rifacimento della rete idrica in vari Comuni dell’Ennese. Questi gli arrestati: Liborio Bonfirraro, 56 anni, di Pietraperzia, Salvatore Bonfirraro, 48 anni, di Pietraperzia, Salvatore Calvino, 37 anni, nato a Wald, Vincenzo Capizzi, 37 anni, di Enna, Claudio Di Blasi, 39 anni, di Enna, Giuseppe Marotta, 57 anni, di Pietraperzia, Vincenzo Monachino, 49 anni, di Caltanissetta, Giuseppe Piccicuto, 48 anni, di Pietraperzia, come Calogero Siciliano, 44 anni, e Filippo Viola, 51 anni.

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Aggiungi una immagine