Mafia, i colleghi di Rosario Livatino: “con lui si respirava un’aria nuova”

“Rosario Livatino rappresentava una novita’. In quegli anni si respirava un clima in cui il primo imperativo era negare che la mafia esistesse, una negazione intellettuale che anche le alte gerarchie ecclesiastiche sostenevano”. Lo ha detto l’ex presidente della Corte di appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale, intervenendo al convegno, all’Accademia delle Belle arti di Agrigento, in ricordo del giudice ucciso dalla mafia il 21 settembre di 28 anni fa. Cardinale che lavoro’ al suo fianco alla Procura della citta’ dei Templi, ha aggiunto: “Mancava anche una legislazione adatta, tanto che i processi si concludevano per mancanza di prove o venivano trasferiti ad altre sedi per legittimo sospetto. C’era un clima di connivenza, anzi di collaborazione di politica e amministrazione con la mafia”. Secondo Cardinale “gli esponenti politici cercavano i mafiosi per essere eletti, c’era una commistione tra mafia e massoneria. Con Livatino, si inizia a respirare una nuova aria e ad ottenere risultati. Era una persona perbene, ancorata a principi di correttezza. Praticava la religione con molto riserbo. Noi ignoravamo che la mattina passasse dalla chiesa di San Giuseppe per un momento di raccoglimento perche’, con la sua diligenza, era in ufficio anche prima di noi. Era pero’ anche un uomo laico perche’ non sentiva il peso delle gerarchie ecclesiastiche”. Anche il presidente del tribunale di Agrigento, Pietro Maria Falcone, e’ intervenuto al seminario: “La frase ‘non ci si verra’ a chiedere se siamo stati credenti, ma credibili’ e’ una diretta espressione della profonda fede che lo ha sempre caratterizzato. Essere credibili – ha aggiunto Falcone – significa essere disposti a sostenere i valori a cui si crede ad ogni costo. Il sacrificio dei giudici uccisi dalla mafia probabilmente ha avuto un risultato maggiore di qualunque azione giudiziaria perche’ ha risvegliato la coscienza civile, messa davanti alla scelta di fare finta che mafia non esista o prenderne coscienza”.

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