Il reimpiego dei proventi illeciti del traffico di stupefacenti in attivita’ commerciali lecite: e’ uno degli aspetti piu’ importanti dell’operazione “Slot machine” della Guardia di finanza di Catania che ha sgominato un vasto traffico di droga all’ombra della Mafia, con 21 arresti. Individuati gli investimenti dei fratelli Franco e Giuseppe Vitale nella societa’ “Florio srls” e nella “ditta individuale Florio Vincenzo”, per la compravendita e il noleggio di autovetture in Tremestieri etneo e Viagrande e riconducibili a Florio Vincenzo Florio, detto “Enzo” di 53 anni. Sarebbe stata inoltre riscontrata la fittizia attribuzione da parte di Giuseppe Vitale della titolarita’ della ditta individuale “New Bar Galermo di Eugenio Pafumi”, poi denominata “Caffe’ in piazza”, con luogo di esercizio in Catania, al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali. Disposta il sequestro delle attivita’ economiche e dei beni immobili: la “Florio srls” e la “Florio Vincenzo”, con sede, rispettivamente, in Tremestieri etneo e Viagrande, esercenti attivita’ di compravendita e noleggio di autovetture; il “New Bar Galermo”, poi denominata “Caffe’ in piazza”, con sede in Catania; “Vitale Angelo” e “Ortodosso Alessandra Agata”, con sede in Catania, esercenti la vendita al dettaglio di alimenti e bevande; la VF point srls e d.i. ” Vitale Franco”, con sede a Catania, operanti nel settore dei giochi e scommesse; la “Elicar srls.”, con sede in Catania, attiva nella vendita di auto e motoveicoli; la “SK Motor” e la “Gaetano Fazio”, con sede a Catania, nonche’ “AkterSumaya”, con sede in Gravina di Catania, operanti nel commercio di autoveicoli; 7 fabbricati e 6 terreni, ubicati tra Catania, Viagrande e Gravina di Catania; 50 rapporti bancari postali e depositi, con saldo o valorizzazione attiva, comunque intestati o riconducibili agli indagati Giuseppe Vitale, Franco e Vincenzo Florio.
Ricostruita, dunque, anche l’operativita’ imprenditoriale sul territorio della provincia di Catania dell’associazione criminale, che sarebbe stata diretta da quattro fratelli – Franco Vitale, detto “Ciccio”, 46 anni, Giuseppe, detto “Pinuccio”, 54 anni, Fabio, 49 anni, e Santo, 59 anni – i quali, da agosto 2018 ad agosto 2020, avrebbero gestito un rilevante traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish, avvalendosi del potere criminale di Santo Aiello, di 64 anni , cognato dei fratelli Vitale e noto esponente di detto clan, per dirimere le controversie legate al traffico di stupefacenti, ottenere piu’ agevolmente i pagamenti loro “dovuti” e garantirsi in ogni caso la copertura necessaria al mantenimento dei traffici illeciti. Dalle indagini emergeva che i fratelli Vitale si sarebbero assicurati stabili forniture di rilevanti quantita’ di stupefacente attraverso due canali principali: il primo con base operativa in Figline Valdarno in Toscana, che avrebbe fatto capo a Paolo Messina di 34 anni e all’albanese Erion Keci, detto “Johnny” di 33, e il secondo, attivo nella citta’ di Catania, riconducibile alle figure di Salvatore, Copia detto “Turi Copia” di 53 anni e Nunzio Cacia do 50. Il trasporto e la custodia della merce acquistata sarebbero poi stati garantiti, oltre che da Messina e Cacia, anche da altri indagati tra i quali Giovanni Santoro, detto “chiacchiera” di 30 anni, Angelo Ottavio Isaia di 51 e Matteo Aiello, detto il “muto” di 71 , i quali avrebbero gestito diversi siti di stoccaggio tra Catania, Gravina di Catania, Misterbianco e il Villaggio di Ippocampo di mare. Nel corso delle investigazioni, svolte anche mediante attivita’ di natura tecnica e servizi di osservazione e pedinamento, sarebbe stata inoltre appurata l’esistenza di un secondo gruppo composto da Pietro Artimino di 50 anni, con il ruolo di organizzatore, Giampaolo Artimino di 43 anni e Mario Murgo, detto “zio Mario” di 54, come stretti collaboratori del primo, e dall’albanese Ardian Qarri di 29, addetto alla manutenzione ordinaria della piantagione oltre a svolgere funzioni di guardiano e vedetta.