“Roma non e’ una citta’ in mano alla mafia ma e’ una citta’ caratterizzata da presenze mafiose significative. La fortuna per noi inquirenti e’ che non ci sono morti ammazzati e le stragi. Non c’e’ bisogno di ammazzarsi perche’ a Roma ci sono i soldi per tutti”.
Lo ha detto il capo della Procura capitolina, Giuseppe Pignatone, intervenuto alla presentazione del quarto rapporto dell’Osservatorio Luiss sulla legalita’ dell’economia dal titolo ‘Impresa criminale’.
“Le mafie a Roma – ha proseguito Pignatone – hanno delle caratteristiche molto particolari: la citta’ e’ troppo grande per essere controllata da una sola organizzazione e cosi’ impone la convivenza pacifica tra i vari gruppi criminali. In piu’ c’e’ la componente economica perche’ a Roma ci sono milioni e miliardi di euro da investire ed e’ piu’ facile nasconderli qui piuttosto che a Locri, o a Corleone o in un’altra localita’ della Campania”.
Dal punto di vista della Procura, pero’, accanto alle organizzazioni mafiose “ci sono altri fenomeni criminali che preoccupano inquirenti e investigatori, e cioe’ il riciclaggio, la corruzione in senso lato, la frode fiscale, con il terrorismo che – ha precisato Pignatone – resta un punto interrogativo e speriamo che rimanga tale”. Il capo della Procura di Roma, infine, si e’ soffermato sull’inchiesta ‘mondo di mezzo’, e cioe’ l’associazione di stampo mafioso che vede tra le figure apicali l’ex terrorista dei Nar, Massimo Carminati e il ‘Ras’ delle cooperative, Salvatore Buzzi: “Questa inchiesta – ha ammesso il magistrato – ha sicuramente avuto piu’ eco di altre ed e’ giustamente oggetto di riflessioni e polemiche. In realta’, pero’, noi non abbiamo scoperto nulla di nuovo perche’ il rapporto mafia-corruzione e’ sempre esistito. Comunque – ha concluso Pignatone – se dovessi fare un bilancio a 1 anno e 5 mesi dei primi arresti di mafia capitale possiamo dirci soddisfatti perche’ finora l’impostazione della Procura ha retto il vaglio di piu’ giudici”.