Mafia e rifiuti, a Vittoria la ditta dell’arrestato Guglielmino: all’interno pregiudicati e detenuti

Che la mafia da tempo avesse messo le proprie mani nella gestione della spazzatura è oramai cosa risaputa. Una delle conferme è la città di Vittoria.

A Vittoria, infatti, la ditta che si occupa della nettezza urbana è la “E.F. Servizi Ecologici Srl”. La ditta è nei fatti dell’imprenditore catanese Vincenzo Guglielmino, arrestato la settimana scorsa (LEGGI ARTICOLO) insieme al boss del clan Trigila, Angelo Monaco e ad altri soggetti riferibili al clan della zona meridionale della provincia di Siracusa.

Vincenzo Guglielmino è direttore tecnico della “E.F. Servizi Ecologici Srl” che opera a Vittoria, intestata alla figlia, oltre ad essere legale rappresentante della “G.V. Servizi Ambientali Srl”.

Va ricordato, inoltre, che l’altro figlio di Vincenzo Guglielmino, Giuseppe, è stato arrestato a gennaio e rivendicava con orgoglio la sua appartenenza al clan Cappello. Lo stesso Giuseppe Guglielmino, per far comprendere il suo ruolo all’interno della potente cosca catanese affermava (intercettato dalla Polizia) “Io sono Cappello”.

A Vittoria opera la ditta di Guglielmino e, all’interno, lavorano diversi soggetti pregiudicati o pluripregiudicati, arrestati per mafia, droga ed altri reati o citati dai collaboratori di giustizia come appartenenti ai clan (di stidda e cosa nostra).

Su tutti spiccano gli appartenenti alla famiglia Giliberto, da sempre i “rais” della spazzatura a Vittoria (fino a qualche tempo fa vi lavoravano, prima di andare in pensione, Giovanni, Emanuele ed Enzo Giliberto, quest’ultimo consuocero di Giombattista Ventura).

Oggi, con ruolo di vertice (ed una carriera fulminante), lavorano Francesco Rico Giliberto ed il fratello Salvatore (figli di Emanuele).

Francesco Rico Giliberto è già stato tratto in arresto (e poi assolto) poichè ritenuto responsabile (con altri) dell’omicidio di Francesco Nigito e del tentato omicidio dei germani Giuseppe e Gianluca Nigito, fatti accaduti il 18 luglio del 2012 a Vittoria.

Francesco Rico, detto “Ciccio lo spazzino”, è da sempre molto vicino alla famiglia Ventura. Per il collaboratore di Giustizia Rosario Avila, Francesco Rico “lo spazzino” è “appartenente al clan Ventura”. Lo stesso Rico avrebbe partecipato in diverse occasioni ad azioni del fratello del capomafia, Giombattista Ventura (LEGGI) e con il figlio di quest’ultimo, Angelo Ventura detto “u checco”, si sarebbe recato a Catania dai Guglielmino per chiedere la promozione, poi ottenuta, all’interno della ditta della nettezza urbana. Stessa promozione avuta dal fratello di Francesco “lo spazzino”, ovvero Salvatore. I due fratelli, va ricordato erano assunti come operai a tre mesi, poi semplici autisti ed oggi, con l’ingresso della Ef, sono diventati assistenti.

Come se non bastasse all’interno della ditta vi è anche la sorella di Francesco Rico e di Salvatore, Virginia Giliberto (come amministrativa).

Sempre all’interno della ditta troviamo il nipote dello “spazzino” (e figlio di Virginia), Angelo Aliotta (e secondo i bene informati dovrebbe essere assunto anche l’altro nipote, Cristian).

Oltre ai Giliberto sono diversi i pregiudicati assunti dalla ditta, alcuni addirittura detenuti.

Il primo è Raffaele Di Pietro, già segnalato per mafia. Stessa sorte di Alessandro e Massimo Pardo, anche loro all’interno della ditta (e con il fratello Gianluca, tanto per gradire, ancora in galera per mafia).

Altri due con un passato burrascoso sono Giovanni Siciliano e Daniele Noto. Incredibile è il caso di Gianfranco Galvano, anch’egli assunto ed oggi agli arresti domiciliari per una condanna definitiva (LEGGI ARTICOLO).

Per reati minori sono stati coinvolti e sono assunti nella ditta anche Ivan Lombardo Castorina e Salvatore La Rocca.

Infine assunto nella ditta anche un altro cugino dei Ventura, Emanuele.

Appare strano che la ditta “E.F. Servizi Ecologici Srl” di Guglielmino non sia ancora stata colpita dalla interdittiva antimafia (che spetta alla Prefettura di Catania), così come assurda è la presenza di tutti questi pregiudicati a scapito di persone per bene che potrebbero, finalmente e senza imposizioni, avere un posto di lavoro.

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