”Rompiamo il silenzio”, è questo il titolo della manifestazione nazionale che si è tenuta oggi a Roma, a sostegno del sostituto procuratore di Palermo Antonino Di Matteo, magistrato che indaga sulla trattativa Stato-mafia assieme al procuratore aggiunto Vittorio Teresi e i pm Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene, oggetto di una vera condanna a morte da parte del capomafia corleonese, Totò Riina. L’iniziativa promossa da Salvatore Borsellino, le Agende Rosse e Scorta Civica Palermo, a cui hanno preso parte giornalisti, magistrati, personaggi dello spettacolo e cittadini da tutt’Italia.
“Per me essere qui oggi vuol dire vivere insieme una giornata di lotta e di gioia: lotta per la verità e la giustizia e gioia per l’enorme passione che vedo nei volti della gente che è arrivata qui, con sacrifici, da ogni parte d’Italia per venire a sostenere quel giudice su cui invece le istituzioni mantengono un silenzio vergognoso”. Lo ha affermato Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia nella strage di via D’amelio nel 1992, dal palco di piazza Santi Apostoli.
“È pericoloso lasciare da solo Nino Di Matteo, come lo è stato per tutti i magistrati che prima di lui sono stati lasciati soli e quindi, con più facilità sono stati additati alla vendetta della mafia”, ha concluso Borsellino.
Dal palco un susseguirsi di interventi. Il giudice Ferdinando Imposimato ha spiegato: “Provo un senso di colpa e di vergogna per non essere morto con Borsellino, Falcone e tanti eroi, in difesa della giustizia e della costituzione. Fraterna solidarietà a Nino di Matteo per affermare il principio di legalità nel nostro Paese. Bisogna rompere il muro del silenzio e della omertà istituzionale”.
Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ha ribadito la vicinanza al giudice Di Matteo e piegato che “mio padre non è stato ucciso solo dalla mafia. Chi si è presentato in prefettura a Palermo quella notte a fare sparire le sue carte sicuramente non erano mafiosi. Nessuno mi ascolta tranne qualche giornalista e magistrato”. Giulietto Chiesa ha spiegato la sua presenza affermando che “sono venuto qui per dirvi cosa vuol dire avere una voce, noi oggi siamo tanti. Siamo tutti Nino Di Matteo”.
Il giornalista Paolo Borrometi, dal palco ha affermato: “Qui oggi, a Roma, c’è lo Stato che lotta, che non si arrende. Lo Stato che vuole la verità e sta accanto a tutti quegli uomini che lottano per la libertà e la giustizia. Nel ricordo di Falcone e Borsellino, perché non abbiamo bisogno di nuovi eroi e questo Paese non può essere – ha concluso Borrometi – un Paese di eroi, lapidi e commemorazioni. Bisogna impegnarsi nel quotidiano per la cultura della legalità. Essere Di Matteo vuol dire tutto questo”. Sul palco con Paolo Borrometi è poi salita l’attrice Loredana Cannata, ragusana come il giornalista ed impegnata nella lotta alle mafie e per la sicurezza del Pm Nino Di Matteo.
Il giornalista Oliviero Beha ha spiegato come in Italia “i giudici sono buoni solo se vengono ammazzati”. Poi ha chiesto perchè “Renzi non parla di Di Matteo? Perché Renzi ha scelto di stare con de Luca. Noi stiamo con Di Matteo. Ciò che sta ammazzando il nostro Paese è la mafiosita che è peggio di Cosa Nostra”. A parlare in conclusione anche Saverio Lodato, Vauro e Antonio Ingroia. Alla manifestazione erano presenti diversi esponenti del mondo della politica.
(FONTE: AGI)