Da qualche giorno alcuni ragusani segnalano che il mare di Marina di Ragusa ha uno strano colore scuro e che sulle spiagge c’è la presenza di grandi quantità di materiale spugnoso e microplastiche.
“Durante un sopralluogo –scrive l’associazione FareVerde- ci siamo resi conto che si stanno eseguendo lavori di dragaggio dei fondali del porto e che probabilmente il materiale fangoso di risulta sia stato riversato ad est dello stesso porto a circa 150 metri dalla battigia. Abbiamo accertato anche la presenza sulla spiaggia di materiali plastici e spugnosi che presumibilmente siano il contenuto di salsicciotti galleggianti o “Panne antinquinamento” utilizzate nelle operazioni portuali di dragaggio. Non abbiamo contezza leggendo le carte e le autorizzazioni se ci sia stato il coinvolgimento dell’Arpa nella fase prima dello smaltimento dei materiali fangosi.
Le analisi più recenti sui fanghi dei fondali del porto sembrano quelle contenute nel progetto e risalgono a quelle preliminari di Gennaio 2014. Ricordiamo che per legge “I materiali derivanti dalle attività di dragaggio di aree portuali e marino-costiere, ovvero ogni loro singola frazione granulometrica ,ottenuta a seguito di separazione con metodi fisici, su autorizzazione dell’autorità competente per la bonifica, possono essere utilizzati per il rifacimento degli arenili, per formare terreni costieri, solo nel rispetto delle modalità previste dal decreto ed a seguito di trattamenti aventi esclusivamente lo scopo della rimozione degli inquinanti”.
“Inoltre –proseguono- queste sabbie devono avere caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche analoghe al fondo naturale e con riferimento al sito di prelievo non presentino positività ai test eco tossicologici.” Quindi queste sabbie devono essere non contaminate nonché idonee rispetto al sito di destinazione. L’accettabilità delle concentrazioni residue degli inquinanti eccedenti i valori limite deve essere accertata attraverso una metodologia di analisi di rischio che leggendo le carte sembra non essere stata neanche prevista. Ci auguriamo che il nostro sia solo un timore infondato e che le autorità competenti accertino al più presto lo stato delle cose, perché non sarebbe accettabile ad inizio stagione per una località turistica, un rischio per la salute pubblica nonché un danno ambientale causato alla collettività, dalla superficiale cecità determinata della necessità del contenimento dei costi!”