Migranti, prosegue l’indagine sui quattro somali annegati al largo di Linosa

Cinque dei migranti arrestati a Pozzallo resteranno in carcere lo ha stabilito il gip Andrea Reale. La vicenda riguarda i 450 migranti in maggior parte somali ed eritrei sbarcati a Pozzallo dalle navi militari Monte Sperone della Guardia di Finanza e Protector, battente bandiera inglese e impegnata nel dispositivo Frontex, tra il 16 ed il 17 luglio. Per i cinque in questione – per altri sette la posizione, pur con convalida del fermo, sembrerebbe alleggerirsi – le indagini coordinate dal sostituto Santo Fornasier, della Procura di Ragusa guidata dal procuratore Fabio D’Anna, avrebbero dato ampie convergenze sul ruolo di ognuno. Sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: Mehrez Mohammed Sayed è stato indicato come comandante, a tutti gli effetti, del peschereccio; Abdul Majd Arafa Abdu Mustafa come vicecomandante, entrambi di origine egiziana. E poi tre addetti ai motori: Adnan Awad Mouhammed di origine siriana, Fekre El Bahlaouane Achraf egiziano e dell’algerino Youssef Hamlil. Intanto prosegue l’inchiesta della Procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio in merito alla morte di 4 migranti somali annegati in mare nella notte tra il 13 e 14 luglio nel tentativo di raggiungere le navi dei soccorsi tuffandosi proprio da quel peschereccio. In quella notte sono stati recuperati in mare circa trenta migranti che si erano tuffati assieme ai dispersi nel disperato tentativo di farsi salvare. All’inchiesta collabora anche la Procura di Ragusa. Quelli che al momento risultano essere dispersi hanno un nome ed un cognome, sono stati identificati da tre parenti. L’ultimo sentito oggi, era un amico di un diciassettenne scomparso, il quarto, ora identificato, annegato probabilmente tra i flutti; il giovane sentito oggi dalla Mobile di Ragusa avrebbe effettuato la prima parte del viaggio dallo Yemen, assieme all’amico.

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