Modica, acqua e polemiche: le non-risposte dell’Abbate “furioso”

Alla risposta del primo cittadino di Modica, in merito alle polemiche sorte sulla vicenda del pozzo “Zaccaria”, il Movimento 5Stelle ha efficacemente replicato, dimostrando che il sindaco Abbate, preso dalla furia di delegittimare gli avversari politici, dimentica di avere compiuto atti amministrativi che smentiscono clamorosamente le sue stesse asserzioni.

Dal canto nostro, noi appartenenti alla categoria degli “opinionisti e politologi vari” capaci solo di calunniare “senza ritegno” (sic Abbate), da questa sede avevamo posto, in merito alla vicenda predetta, una serie di domande rimaste, tuttavia, senza risposta.

Oggi, anche alla luce di quanto dichiarato dal sindaco, riteniamo di potere ribadire quelle domande, specificandole ulteriormente: 1) a Modica si sta procedendo spediti verso una privatizzazione dell’acqua? 2) esiste una concreta possibilità che un solo gruppo economico stia cercando di monopolizzare i servizi essenziali, tra i quali rientra quello idrico? 3) l’amministrazione comunale accetta e asseconda questo potenziale monopolio privatistico oppure ha deciso di garantire, con le opportune procedure e accorgimenti amministrativi, la natura pubblica di tali servizi essenziali?

A queste domande, che ripetiamo sono domande politiche, espresse in modo continente e, soprattutto, poste nell’interesse dell’intera collettività, a prescindere dalla legittimazione elettorale (la nostra democrazia, fino a prova contraria, attribuisce i diritti politici e i diritti di partecipazione e informazione/auto-informazione a prescindere dall’essere stati eletti o meno nelle istituzioni), il Sindaco di Modica dovrebbe dare risposte chiare.

E la domanda, si badi bene, non costituisce né una detrazione né una calunnia (nunn’è signu r’affisa, dicevano i nostri nonni), ma esplicita un dubbio di chi non ha condiviso la scelta, a suo tempo attuata dalla giunta Buscema, di stipulare la convenzione sul cimitero, come non condivide, oggi, una strategia abbatiana che sembra andare proprio nella direzione della privatizzazione di beni al servizio di diritti fondamentali della collettività.

Le mancate risposte del primo cittadino lasciano una certa amarezza, quindi, così come la reazione oggettivamente smodata, a tratti “violenta”, quella di un Abbate “Furioso”,  sul piano sintattico e su quello semantico (esplicito e sottinteso), proditoria di un grande nervosismo e, quindi, tale da dimostrare che, con la questione del pozzo “Zaccaria”, è stato toccato un nervo scoperto di questa amministrazione. Quel nervo scoperto è rappresentato dall’eccessiva familiaritas aliqua tra una parte della classe dirigente cittadina e certi specifici ambienti del mondo imprenditoriale locale.

Altre domande, quindi, sorgono spontanee, con riferimento al destino della spiaggia di Marina di Modica, che alcuni dicono sarà gestita a pagamento, per una parte significativa della sua estensione, esclusivamente da privati, tra i quali lo stesso gruppo Zaccaria, per il tramite del nuovo albergo in fase di apertura.

La mente non può non tornare al caso Itaparica e alle dune di Punta Religione.

Ed allora, torniamo a chiedere: questa amministrazione intende affidare ai privati, come sua specifica (e legittima) strategia politica,  il compito di gestire i servizi, essenziali e non, destinati alla pubblica fruizione? In caso positivo, che noi non auspichiamo (la storia, da ultimo con le vicende di Genova, ha dimostrato che la politica delle privatizzazioni ha miseramente fallito), quali strumenti l’amministrazione comunale intende mettere in campo per garantire pluralismo, efficienza e concorrenza leale e per evitare che i cittadini-consumatori possano ritrovarsi a “subire”, senza alcuna tutela, condizioni di monopolio e/o di cartello?

Speriamo che il sindaco Abbate non si offenderà se cerchiamo di fare reale chiarezza su certi argomenti, partendo da un punto di osservazione che non è affatto delatorio ma che vuole di essere “critico in senso kantiano” e, quindi, degno di avere un’adeguata, rispettosa considerazione.

Continuiamo ad attendere, quindi, il dovuto riscontro, auspicandolo nell’interesse di tutti, nell’interesse della democrazia cittadina e della corretta partecipazione alla vita politica locale ed anche, sia chiaro, nell’interesse dello stesso primo cittadino, perché una città gestita da un Vero Sindaco, cioè un Sindaco che agisce senza opacità e che non fugge al confronto democratico, è una città veramente ben rappresentata, a prescindere dalle diverse opinioni e dalle rispettive valutazioni politiche. 

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