Modica, città dell’Unesco, ma tristemente soprattutto dell’eternit. E’ una vera e propria “bomba ambientale”, che potrebbe esplodere da un momento all’altro, quella che si trova presente in tantissime zone della città. Dalle “viuzze” più belle e caratteristiche del centro storico, passando per il quartiere “Sorda”, fino ad arrivare al Polo commerciale, per continuare con Modica alta e finire, tristemente, nelle campagne modicane, piene zeppe di discariche con rifiuti pericolosi. Se nel caso dei privati si dovrebbe provvedere con contributi, dato anche il costo elevatissimo per la rimozione, la presenza della pericolosissima sostanza tossica, dovrebbe assolutamente scandalizzare nei luoghi pubblici. Alcuni dei quali particolarmente sensibili, come l’Ospedale “Maggiore”, gli uffici comunali (ex Azasi), gli uffici amministrativi e della medicina fiscale in via Aldo Moro e, addirittura, il mercato zootecnico di contrada Aguglie.
Solo per dare un’idea, nel mercato zootecnico, meglio conosciuto come l’ex “Foro boario”, vi è l’intera copertura in eternit, rotta in più parti. Quindi le vacche che vengono mercanteggiate in loco, respirano e mangiano le cosiddette “polveri sbriciolate d’amianto”, per finire direttamente alle persone. In altre realtà, magari culturalmente più elevate (mi si permetta l’amara constatazione), ne basterebbe un decimo di eternit presente, affinchè indagasse la magistratura e si prendessero le dovute misure. L’eternit ogni anno contamina 15mila persone, provocando 80 morti in Sicilia e 4000 in Italia. L’amianto è ancora oggi, 21 anni dopo esser stato bandito dalla nostra nazione, uno dei materiali più pericolosi tuttora in circolazione. Eppure i cittadini di alcuni quartieri si sono quasi abituati all’idea di convivere con questa “bomba” accanto, probabilmente senza conoscerne appieno la gravità. I tetti lesionati, sbriciolati in più punti e che continuano a cadere a pezzi, come abbiamo avuto modo di verificare ogni giorno, fanno parte tristemente del “panorama”. I turisti stupiti possono ammirare l’eternit con lo sfondo di San Pietro o con l’orologio dei “Conti”.
Si tratta di diversi metri quadri di materiale tossico, rotto e spaccato, diffuso per tutta la città. Ed accanto (come nel caso del quartiere Dente, oppure a Modica Alta, o alle case popolari) ci sono centinaia di famiglie disperate, costrette a respirare le polveri volatili che si sprigionano da quelle tettoie, dalle cisterne, dalle canne di scolo. “La cosa gravissima – afferma il responsabile di “Cittadini Liberi”, sempre attento a queste tematiche, Giorgio Iabichella – è che, oltre ai privati, anche gli Enti pubblici ignorano la gravità del pericoloso materiale, eludendo la normativa che ne vieta l’utilizzo. Le fibre del materiale decomposto provocano il tumore ai polmoni e alla pleura”. L’amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per produrre la miscela cemento-amianto (il cui nome commerciale era Eternit) per la coibentazione di edifici, tetti, navi, treni e, soprattutto, come materiale per l’edilizia (tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie), nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto (vernici, parti meccaniche). “C’è da dire – prosegue Iabichella – che i costi di rimozione sono molto elevati e che il privato
cittadino dovrebbe accollarsi delle spese eccessive, superiori alle 500 euro, per smaltire in sicurezza anche un piccolo recipiente d’acqua in Eternit, fino a duemila euro per smaltire una copertura di modeste dimensioni. Ma non ritengo si possa concedere nessuna attenuante per gli edifici pubblici”. Da qui la richiesta di immediata rimozione. “Gli Enti devono rimuovere immediatamente l’Eternit e, in attesa, chiudano gli edifici al pubblico ed ai lavoratori. Abbiamo informato la Prefettura e l’assessorato Regionale competente, mettendone a conoscenza anche la Procura di Ragusa”. In conclusione l’invito al sindaco. “Si adoperi a provvedere ed a sensibilizzare i cittadini sulla pericolosità dell’amianto – conclude Iabichella -, attivando immediatamente una convenzione con le ditte specializzate in modo da “alleggerire” i costi dello smaltimento dell’Eternit per i privati”.
IL CASO DELL’ETERNIT ALL?OSPEDALE “MAGGIORE” DI MODICA
Già il 16 marzo di quest’anno era stato segnalato un caso “eternit” all’Ospedale Maggiore di Modica. In quella occasione, i dirigenti dell’Asp, si erano affrettati a dare rassicurazioni sulla immediata rimozione. A giudicare dalle immagini, confrontate con quelle di marzo (con le quali alcuni pazienti del nosocomio, segnalavano soltanto la presenza della tettoia in eternit), possiamo notare come a distanza di sei mesi, niente sia cambiato. Perché si deve sempre aspettare che scoppi il “caso”, prima di intervenire? Sono comportamenti che non si riescono a comprendere e che “gridano vendetta”.
E’ doveroso stemperare ogni sorta di polemica in merito a questa vicenda “delicata” in quanto l’eternit è un problema Nazionale e quindi Modica da quel che risulta dalla cartina geografica della Repubblica Italiana non fa storia a sè ma entra a piè pari in questa cronaca. I costi di smaltimento per questo rifiuto tossico-nocivo altamente inquinante sono esorbitanti dappertutto ma altresì va detto a gran voce che la salute pubblica non ha alcun prezzo. Ora ci si scontra con famoso “cassetto”… soldi non ce ne sono ma in ogni caso questo non è un buon motivo per non affrontare il problema. Debitamente analizzato e sono convinto che si possa trovare uno studio tecnico che fornisca le linee guida al comune per poter procedere ad un censimento, SENZA il quale è impossibile determinare la quantità e la localizzazione esatta di detti rifiuti per poi chiaramente identificare risorse finanziarie coerenti con l’impegno da porre in atto per derminare le procedure di smaltimento secondo le vigenti leggi e normative. La PA Modicana peraltro dispone sicuramente di risorse umane interne che possono essere impiegate per tale attività di censimento senza che il Comune debba mettere a budget chissà che appalto per censire uno stato dell’arte.
E’ giusto un pensiero nulla di più, mosso dalla convinzione che piccoli o grandi gesti di coerenza e buon senso possano aiutare questa amministrazione a conquistarsi un immagine diversa agli occhi dei fruitori della città che identificabili anche e ma non solo nei turisti, sono oggi i più concreti contribuenti “spontanei” per le casse cittadine.