Modica: l’acqua è uguale per tutti ma per qualcuno è più uguale degli altri…

A Modica c’è carenza di acqua e il servizio in generale non funziona, per cui l’amministrazione Abbate II, sta correndo ai ripari in vario modo.

Tra le varie soluzioni la giunta ha pensato di “combattere l’evasione”, “privatizzando” i contatori, cioè affidando la c.d. “telelettura” ad una società privata, ma ha anche avviato la procedura per affidare la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica ad un privato (le malelingue dicono sia sempre lo stesso) .

Ma andiamo per ordine.

Una fonte di approvvigionamento idrico è stata, negli ultimi anni, il Consorzio di Bonifica, al costo di €. 0.95 per metro cubo, comprensivo però di IVA e costi di gestione..

Altra fonte di acquisizione dell’acqua potabile è derivata dall’affitto di pozzi appartenenti a privati. Alcuni di questi pozzi, circa una quindicina, sono condotti già da parecchi anni, per un costo forfettario che oscilla tra €. 0.05 e €. 0,09 per metro cubo di acqua e, quindi, per un importo complessivo annuo di €. 69.865,24.

Di recente, poi, il Comune di Modica ha deciso di affittare, previa rescissione del contratto con il Consorzio di Bonifica (i soliti “bene informati” dicono che i rapporti tra l’amministrazione Abbate e il Consorzio non sono idilliaci, a causa dei ritardi nei pagamenti da parte di Palazzo San Domenico), altri tre pozzi trivellati, tutti appartenenti ad una società privata, la Zaccaria s.r.l., che fa parte dello stesso gruppo sociale già concessionario del Cimitero e già candidatosi, per quello che si dice in città, tanto per l’appalto di telelettura quanto per quello di  manutenzione straordinaria e ordinaria della rete idrica.

La convenzione per l’affitto di questi tre pozzi trivellati prevede un costo di €. 0,30 a metro cubo, oltre Iva. I costi di gestione nonché quelli manutenzione ordinaria e straordinaria, a differenza di quanto convenuto con il Consorzio, sono a carico del Comune, quindi con un onere  finale a carico dell’Ente, per ogni metro cubo di acqua, decisamente più alto di quello dichiarato nelle determine del responsabile di settore e nelle delibere della giunta.

La convenzione con la Zaccaria s.r.l. prevede, poi, che la concedente avrà la facoltà di rilevare e comunicare autonomamente i volumi di acqua immessi in rete e di emettere relativa fattura al Comune.

In soldoni: mentre per tutti gli altri pozzi già in affitto messi insieme (come detto, circa una quindicina), il Comune di Modica paga poco meno di €. 70.000,00 all’anno, con la convenzione in argomento verserà, nei prossimi sei anni, ad un solo privato e per un singolo pozzo, la somma di €. 168.120,00 all’anno (€. 1.008.720,00, nei sei anni, per quel solo pozzo).

A tale importo, poi, si aggiungeranno i costi di affitto, alle medesime condizioni, degli altri due pozzi appartenenti alla medesima società (la Zaccaria s.r.l., infatti, ha espressamente subordinato il prezzo di €. 0,30/mc alla condizione che il Comune affittasse tutti e tre i suoi pozzi).

Per l’allaccio ad uno di questi tre pozzi il Comune dovrà prima realizzare la conduttura di C.da Caitina.

A questo punto sorgono spontanee alcune domande.

Perché rescindere il contratto con il Consorzio di Bonifica? Quali sono le reali motivazioni?

Perché stipulare una convenzione che impegna il Comune per ben sei anni a condizioni non certo economiche?

Chi realizzerà la conduttura di C.da Caitina? Sarà, questa, un’opera affidata alla ditta appaltatrice della manutenzione straordinaria della rete idrica cittadina oppure si procederà con un appalto ad hoc?

E’ giusto che il prezzo dell’acqua concessa in affitto debba essere uguale per tutti ad eccezione di un solo soggetto economico?

Perché questa differenza?

Il Comune di Modica sarà in grado di  occuparsi della gestione e manutenzione del servizio e degli impianti oppure, come sta accadendo per le letture dei contatori, finirà per appaltare questi oneri ad un privato (che, a questo punto, potrebbe essere lo stesso concedente), con ulteriore aggravio di spesa per l’ente?

E’ normale che un solo gruppo economico possa monopolizzare servizi pubblici essenziali, come quello del cimitero, prima, e quello dell’acqua, oggi?

Possiamo ancora dire che, a Modica, l’acqua è un bene pubblico di pertinenza esclusiva delle istituzioni democratiche o siamo di fronte ad una celata forma di privatizzazione del servizio?

Attendiamo risposte e nel frattempo…prosit!

 

 

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