Modica: l’Assessore si dimette, il Sindaco tace e i Consiglieri scalpitano…

Per molte settimane ci siamo chiesti che fine avesse fatto l’assessore al bilancio del Comune di Modica, Enzo Giannone. A tal proposito ne ho sentite dire tante: che l’assessore ha presentato le dimissioni ed è scappato verso una meta ignota dell’Africa subsahariana per fare il missionario; che ha presentato le dimissioni ma Ignazio, preso da un raptus di follia, lo ha incarcerato nelle “segrete segreterie” di Palazzo San Domenico; che ha presentato le dimissioni ma Ignazio le ha mangiate; che ha presentato le dimissioni ma Ignazio non lo sa; che ha presentato le dimissioni ma Ignazio le ha spedite sulla stazione appaltante in orbita sulla terra; che ha presentato le dimissioni ma Ignazio le ha distrutte con un raggio del suo mega-decespugliatore extra accessoriato.

E queste, lo ripeto, sono solo alcune delle leggende metropolitane sentite per le vie della città, nei bar, nelle cantine, dal barbiere, per le campagne; nelle chiese e perfino in quel di Frigintini.

In occasione dell’ultima seduta consiliare, poi, quella per l’approvazione degli strumenti di programmazione finanziaria, il mistero si è infittito, perché Giannone non c’era e quando Vito D’Antona e Ivana Castello hanno coralmente chiesto lumi all’Assessore Lorefice, unico esponente della giunta presente e delegato del Sindaco, questi ha risposto vagamente, dicendo solo: “Enzo non c’è, è andato via, picchì mo statu spiannu a mmia?

Ieri, finalmente, Enzo Giannone ha rotto il suo silenzio e ha confermato di non essere più assessore da mesi, pur puntualizzando che la sua scelta di abbandonare l’amministrazione è dettata da ragioni di ordine personale e familiare. Rispettiamo la scelta dell’assessore e facciamogli i migliori auguri, per il suo futuro e per quello della sua famiglia.

Ora, molti cercano di trarre un significato politico dalla vicenda, perché Enzo Giannone è stato il primo assessore della prima ora nella prima stagione della prima dinastia di Ignazio “Primo uno e uno solo”.

A mio parere, invece, il dato politico veramente significativo è legato all’ostinata volontà del Sindaco di non ammettere la realtà e, con il suo silenzio, di negarla alla città, costringendo un ente, come quello modicano, privo di titolare della delega al bilancio per tanto, troppo tempo.

Ecco, credo sia questo il vero dato politico, che connota l’attuale legislatura, nella misura in cui appare più importante, agli occhi del primo cittadino, negare una realtà, vedendola come motivo di sua debolezza politica, piuttosto che affrontare subito il problema, per superare l’ostacolo alla luce del sole.

Da come sono andate le cose, in questo caso come in altri, sembra che per Abbate la priorità, in questo momento, non sia quella di restituire al più presto tutte le risorse umane, oltre che materiali, necessarie per la risoluzione delle più importanti questioni amministrative, quanto invece quella di dire: “è tutto a posto, non è successo nulla, non è vero niente, la mia giunta è solida e tiene il passo”. Cosa nei fatti smentita dalle reali dimissioni dell’assessore!

Sembra che il Sindaco abbia paura di vedere le crepe sulla superficie della sua esperienza amministrativa, di capire gli errori, i limiti e le incomprensioni, di comprendere che altri la possano pensare diversamente da lui e preferiscano dividere i loro destini dai suoi, di accettare che la sua giunta è esattamente come tutte le altre di tutte le altre città di Italia e del mondo e che lui non è migliore di altri.

Il dato politico più rilevante, quindi, a mio modesto avviso, è sempre lo stesso, manifesto in modo diverso ma sempre immutato e immutabile: la negazione dei fatti, la negazione dell’evidenza, la negazione della realtà, quando questa non piace agli occhi di chi ci governa.

Ricordate quando sono state rese note le delibere della Corte dei Conti e si è saputo che questa aveva trasmesso i provvedimenti alla Procura della Repubblica? Ricordate cosa ha fatto il Sindaco? Ha diffuso un comunicato con il quale diceva che il risanamento finanziario del Comune procedeva spedito e che tutto andava come da programma, addirittura vantandosi di avere scardinato “vecchie e consolidate gestioni di pessima amministrazione orientata a creare abnorme spesa pubblica” . Abbate negava, in quel momento, che la Corte dei Conti lo ha sonoramente rimproverato, con quelle stesse delibere, per avere lui stesso alimentato la spesa comunale e per avere creato, lui e lui solo, una abnorme anticipazione di cassa (oltre 20 milioni di euro!).

La stessa cosa è accaduta quando i sindacati hanno denunciato il mancato rispetto degli accordi sul pagamento dei dipendenti (siamo ad agosto 2017). il Sindaco ha negato, sostenendo che gli stipendi erano stati pagati, anche se non era così (e dopo qualche giorno la verità è venuta a galla)

Ovviamente, nel caso delle dimissioni assessoriali, la negazione del fatto passa anche attraverso la necessità politica di non alimentare gli appetiti assessoriali di tanti consiglieri comunali di maggioranza, primo tra tutti il fedelissimo consigliere Luigi Gerratana, secondo alcuni il maggior favorito nella corsa alla carica di assessore al bilancio. Chissà, magari Gerratana sarà più propenso a seguire pedissequamente le direttive del Sindaco ?

Staremo a vedere…

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