Qualche giorno fa la neo assessore allo Sport, Maria Monisteri, ha dichiarato che molti impianti sportivi cittadini sono in stato di abbandono e che occorre un progetto per recuperarli e restituirli alla pubblica fruizione.
Nello stesso tempo la Monisteri ha dichiarato di avere ricevuto moltissime telefonate da parte di altrettanti rappresentanti delle associazioni sportive locali, i quali facendole i complimenti per la nomina le hanno anche chiesto un appuntamento.
L’assessore si è detta molto contenta dell’affetto e della disponibilità manifestati nei suoi confronti ma ha anche ribadito di volere convocare, in un’unica assemblea, tutte le rappresentanze di tutte le associazioni sportive cittadine, per discutere insieme e decidere insieme, in quella sede, le future iniziative.
Ora, se a volte la forma può essere sostanza, in questo caso posso affermare che la forma usata dalla Monisteri restituisce l’impressione di una sostanza positiva, perché dalle parole della Presidente della Scherma Modica si può leggere un registro nuovo e uno stile alternativo a quelli che hanno caratterizzato l’amministrazione cittadina negli ultimi 5 anni.
Ed infatti, prendere atto che a Modica ci siano impianti (come ad esempio lo stadio della Caitina o il geodetico di Modica Alta) rispetto ai quali l’amministrazione non ha assunto alcuna azione negli ultimi anni, manifestando contestualmente l’intenzione di invertire la rotta e di volere agire per la riapertura di tali strutture, interrompe, a mio modesto avviso, quell’atteggiamento di “superomismo” e di finta “iper-efficienza”, tipici della psicologia e della propaganda abbatiana (“noi siamo i migliori, siamo i primi in tutto, pensiamo a tutto e con noi tutto è il massimo e non ci sono problemi di sorta”).
Detto in altri termini, l’approccio dato dalla nuova assessore allo sport restituisce l’idea secondo la quale chi ci governa può anche prendere atto di non avere agito al meglio sotto un certo aspetto ma può ancora recuperare attivandosi di conseguenza. Questa si chiama NORMALITA’, concetto bandito dalla presunzione, tutta abbatiana, ma smentita dai fatti, secondo cui Ignazio sarebbe come una sorta di Re Mida per la città di Modica.
Un’altro aspetto importante, che mi fa ben sperare della Monisteri, è la sua idea di convocare un’assemblea cittadina di tutte le associazioni sportive, per parlare dei problemi dello sport e proporre un progetto di azione comune.
Un segnale, questo, di cambiamento positivo, perché sembra volere porre fine alle interlocuzioni bilaterali, ai rapporti privilegiati, alle concessioni speciali, di cui invece il primo cittadino è un cultore assoluto.
In questi ultimi cinque anni mi è capitato spesso di assistere ad una sorta di guerra tra poveri, ingaggiata tra coloro che avevano la necessità di aggiudicarsi, gli uni con precedenza su altri, la benevolenza del primo cittadino, pur di ottenere una tal palestra di una tal scuola, perché meglio servita rispetto ad altre.
Ecco, date le parole della Monisteri immagino, o almeno spero, di non dovere più assistere a certe scene o di non dovere più apprendere delle delusioni e delle amarezze inflitte, da una certa classe dirigente molto poco sportiva, a tanti generosi concittadini i quali, mettendo la loro passione al servizio dei nostri figli, ci aiutano ad educarli secondo i principi della leale e sana competizione, nello sport come nella vita.
Sono contento, dunque, che dalle parole dell’assessore sembra arrivare un metodo fresco e uno stile sobrio, sicuramente più adatto al ruolo e la funzione che la legge impone alla figura dell’amministratore locale.
Magari, alla base di questo comportamento, c’è un background diverso, di chi opera da anni nell’associazionismo, ne conosce bene i problemi e le tribolazioni e che, mi piace sperare, abbia deciso di mettersi in gioco per aiutare prima ancora che per “comandare”.
Sarebbe una luce nel buio di un’esperienza amministrativa che ha fatto del “favore”, delle “concessioni”, della “clientela”, un’inaccettabile causa di regressione culturale collettiva.
Speriamo bene e buon lavoro.