Modica, Piano di Riequilibrio: contenti tutti…o quasi!

Che il piano di riequilibrio sia stato approvato siamo contenti tutti…o quasi tutti. Forse qualcuno ha motivo di non essere pienamente soddisfatto se non altro per le prescrizioni, cioè i vincoli e i limiti finanziari che la Corte dei Conti ha imposto all’ente per evitare il dissesto.

Di queste ormai famose prescrizioni nessuno sa nulla ma, secondo voci di corridoio, pare che i Giudici contabili siano stati particolarmente determinati nell’imporre al Comune di Modica una forte politica di contenimento della spesa al fine di garantire un risparmio molto considerevole. Si parla di 8 milioni di euro all’anno.

Il Sindaco potrebbe avere qualche difficoltà a gestire un Comune che, di fatto, si trova sotto amministrazione controllata, con la conseguenza di non avere l’assoluta libertà nell’assunzione delle scelte finanziarie.

L’amministrazione si trova, dunque, di fronte ad una scelta: seguire scrupolosamente le indicazioni dei giudici palermitani, dovendo però rinunciare alla politica “spendi e spandi” che ha caratterizzato questi primi due anni di legislatura oppure seguire la via intrapresa dopo le elezioni e rischiare il tutto e per tutto, ponendo al centro della propria azione di governo la promozione dell’immagine a dispetto delle reali esigenze della città e con la consapevolezza dei rischi connessi.

Per quel che posso capirne io e per quello che emerge dalle notizie di stampa, attraverso la cui analisi critica cerchiamo tutti di formarci un’idea quanto più realistica delle cose, sembra che, almeno in questa prima fase, l’amministrazione abbia deciso di rintracciare le risorse ancora disponibili per destinarle alla esecuzione di impegni già presi in precedenza, cercando di perseguire la sua linea della promozione politica.

Ad esempio non risulta che l’atteggiamento finanziario dell’ente sia cambiato rispetto alla scelta di contribuire per l’illuminazione artistica e per i fuochi pirotecnici delle feste religiose. Allo stesso modo, dopo avere investito complessivamente oltre 200.000 euro per partecipare ad Expo, ci si sta già organizzando per la sagra del cioccolato modicano, che si terrà all’inizio di dicembre, ovviamente sotto la supervisione, più che pagata, del sig. Guarducci.

Ovviamente dovendo fare i conti con i limiti di bilancio e con i vincoli imposti da Palermo, il Sindaco ha necessità fare economia da qualche altra parte, per cui decide di intervenire in settori “meno strategici” sul piano del marketing.

I primi effetti si vedono nel campo scolastico, dove la presenza delle maestre LAC è stata progressivamente ridotta e dove, come ha affermato lo stesso assessore Rita Floridia, non è possibile nominare un nuovo operatore socio pedagogico a causa delle ristrettezze finanziarie imposte dal piano di riequilibrio. Ed ancora, nelle nostre scuole è massiccia la presenza di bambini stranieri, è assai difficile ottenere il sostegno del mediatore culturale. Eppure l’integrazione dovrebbe essere una priorità, prima ancora delle feste e del tricchiti e tracchiti.

Si registrano serie difficoltà sia con la SPM, i cui dipendenti non vengono pagati perché il Comune è in arretrato con la società, che e con la ditta Puccia, i cui lavoratori sono stati costretti a proclamare lo stato di agitazione a causa del mancato pagamento degli stipendi. La ditta appaltatrice del servizio di nettezza urbana giustifica il suo inadempimento nei confronti dei lavoratori accusando il Comune di avere ritardato nel pagamento delle spettanze per il servizio svolto.

Rimangono opere incompiute, rispetto alle quali l’amministrazione ha dato risposte evasive, come nel caso dei locali della nuova biblioteca, o del tutto deludenti, come nel caso di Palazzo Polara.

Del completamento della ex S.S. 115 non si sa nulla e nulla è detto in materia di manutenzione stradale, oggi limitata ai soli interventi tampone.

A testimoniare, poi, la difficoltà dell’amministrazione di realizzare nuovi progetti e di creare nuove prospettive di sviluppo, sono le iniziative tanto propagandate sul giornale istituzionale dell’ente e che, di fatto, sono semplici tentativi di creare la parvenza di rinnovamento inesistente. Un esempio per tutti la proposta, tanto enfatizzata dal Consigliere Gerratana, con gli assessori Lorefice e Linguanti e con la new entry Gorgio Moncada, quest’ultimo nella sua qualità di Presidente dell’Ascom (improvvisamente balzato sotto i riflettori della vita pubblica cittadina per la pubblicazione una lettera aperta che ha tanto il sapore di una ambizione politica), di dare un nuovo volto alla Piazza Matteotti (così testualmente). Ebbene, di fronte ad un simile proposito ci si sarebbe aspettati un progetto di riqualificazione come quello che, all’inizio negli anni ’90, trasformò quello che era niente di più di un parcheggio (io lo ricordo perché a quel tempo parcheggiavo sulla Piazza Matteotti la mia mitica Aprila Futura 50 c.c. a tre marce tanto apprezzata, perdonatemi la confidenza, dalle ragazze…) in una vera e propria Piazza. Invece, entrando nel merito dell’iniziativa dei novelli tre moschettieri e del loro fidato guascone, si scopre che il nuovo volto da dare alla piazza Matteotti consiste nell’eliminare qualche parcheggio laterale e sostituirlo con ornamenti floreali.

Ora, al di là del fatto che una simile iniziativa non ha il benché minimo scopo pratico, dal punto di vista commerciale e turistico, visto che tutto il Corso Umberto è occupato dalle autovetture in sosta, appare chiaro che l’apposizione di piante ornamentali su qualche metro lineare di strada non può definirsi un nuovo volto della piazza.

Personalmente credo che, dietro questo maldestro tentativo di propaganda low cost, ci sia un problema di fondo, costituito dalla totale mancanza di idee e dalla inesistenza di una visione politica della città, al quale si aggiunge una specifica volontà di non investire le risorse in progetti di lungo periodo e questo al solo scopo di destinare le scarse economie dell’ente, la cui gestione è peraltro monitorata dalla Corte dei Conti, in progetti di piccolo cabotaggio, forieri di spicciolo consenso elettorale, e in operazioni di manutenzione ordinarissima, spesso realizzata in modo assolutamente precario e, quindi, con scarsa qualità di risultato.

L’amministrazione Abbate si limita a galleggiare, nel tentativo disperato, credo ormai fallito, di mantenere un livello di fiducia elettorale sufficiente a garantire la sopravvivenza politica  del primo cittadino.

Non vorrei sbagliarmi, ma probabilmente questa esperienza amministrativa difetta sotto molti profili e si è già qualificata per i suoi limiti e le sue contraddizioni.

In futuro non potremo fare altro che archiviare questa “voltata” pagina della nostra storia amministrativa, nella speranza di trovare presto nuove parole e autori realmente capaci di scriverle…

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