Come ogni anno, più o meno nelle stesse settimane,puntualmente sono arrivate le prime piogge sulla Sicilia ed ancora una volta assistiamo con lo stesso senso d’impotenza degli anni precedenti ad allagamenti stradali e di scantinati, alla presenza di detriti sulle strade, tante auto in panne, qualche tetto danneggiato e tombini saltati. Per fortuna, non si è registrato alcun danno alle persone e pochi danni all’agricoltura.
Se volessimo vedere il bicchiere mezzo pieno, potremmo dire di essere stati più fortunati di altri Comuni dell’isola, dove i danni sono stati più ingenti e le difficoltà ai cittadini che si trovavano per strada molto più rilevanti.
Penso invece che se accettassimo un’impostazione di questo tipo non assolveremmo a quel dovere di denuncia verso quei tanti soggetti istituzionali che sono responsabili per proprie omissioni di quanto accade e delle conseguenze che subiscono i cittadini, rei solamente di essere rappresentati da uomini inadeguati.
Il nubifragio che nelle scorse ore ha colpito la Sicilia, ancora una volta, ha messo in drammatica evidenza, , lo stato di estrema precarietà idrogeologica in cui versa la maggior parte del territorio regionale. Strade trasformate in impetuosi corsi d’acqua, nei quali navigavano le auto colte di sorpresa. In qualche caso, sembrava davvero di trovarsi a Venezia, in laguna, piuttosto che in Sicilia.
Ora qualche Sindaco, così come nel passato, chiederà al Presidente della Regione di presentare istanza al Governo centrale per il riconoscimento dello stato di calamità naturale e ciascuno per le proprie competenze e responsabilità si sarà messa la coscienza a posto.
Ma davvero ciascuno di costoro se ne può uscire in questo modo ?
Ciò che accade ogni anno,più o meno a fine estate, non è l’accanimento d’un destino avverso, ma la conseguenza d’inadempimenti di amministratori locali e governi regionali che da troppo tempo non hanno provveduto a sistemare opportunamente lo stato idrogeologico della nostra isola e a prevedere una costante manutenzione di tutto ciò che in queste circostanze diventa lo strumento principale per provocare disastri.
So bene che per quel nauseante gioco dello scaricabarile, alcuni non si esimeranno dall’attribuire agli altri le responsabilità di ciò che accade, ma so al contempo che in realtà ognuno di loro, sebbene in misura diversa, non è immune da certe colpe.
I sindaci, ad esempio, scaricano le proprie colpe sulla mancanza di risorse economiche, salvo poi poter registrare che gli sprechi e le forme di nepotismo continuano a vivere all’interno dei Palazzi comunali, derogando spesso persino agli aut aut della Corte dei Conti.
La Regione siciliana, dal canto suo, continua a spendere e spandere come se navigasse nell’oro ed invece è ad un passo dal default, senza mai pensare di dotarsi d’un piano che potesse quantomeno ridimensionare le conseguenze di quanto causato dalla propria ignavia.
La verità di fondo è sempre la stessa : siamo riusciti a farci rappresentare ai diversi livelli istituzionali da soggetti che avrebbero dovuto fare altri mestieri.