In questi giorni è stata diffusa la notizia secondo cui il primo cittadino di Modica, attualmente candidato per il secondo mandato, avrebbe formato le sue liste elettorali attraverso un metodo non del tutto limpido, spesso ricorrendo a “pressioni” piuttosto che a semplici opere di convincimento. La logica sarebbe questa: “io ti ho favorito o ti posso favorire come amministratore della città e, quindi, tu ti devi candidare con me al consiglio comunale o devi candidare un tuo parente”.
In realtà questa notizia ha rivelato il c.d. “segreto di pulcinella”, perché a Modica tutti sanno, nel bene e nel male, quello che succede e ne parlano, sia pure in sordina, nelle conversazioni private.
Si dice da tempo, e con dovizia di particolari, che alcuni candidati di Abbate hanno rapporti, più o meno diretti, con imprese che hanno lavorato e/o lavorano con il Comune, che hanno percepito i loro compensi o che devono ancora riceverli. Allo stesso modo, si dice da tempo, e con dovizia di particolari, che alcuni candidati (o loro diretti parenti) sono “uomini di Abbate”, da lui collocati ad hoc nelle funzioni apicali di organismi amministrativi e/o para-amministrativi ed oggi inevitabilmente spinti a “portare i voti” pur di mantenere la loro posizione. Allo stesso modo in città si parla apertamente di legami di parentela diretta o indiretta tra alcuni candidati delle liste di Abbate e lavoratori, anche assunti recentemente, da imprese che operano al servizio del Comune.
Io non entro nel merito tecnico-giuridico di certe condotte di “mercificazione” del voto, perché non sta a me farlo, ma ritengo che questa vicenda possa e debba essere stigmatizzata, sul piano politico, in quanto sintomatica di una gravissima crisi democratica. E’ ovvio, infatti, che il metodo usato da Abbate non consente l’esplicazione del fondamentale principio di autodeterminazione politica né per i diretti interessati (cioè i candidati) né per i loro elettori, essendo soprattutto questi ultimi costretti a vincolare il loro voto al primo cittadino, pur di garantire il mantenimento di certe situazioni in favore dei loro cari.
La competizione elettorale, quindi, si preannuncia “drogata”, fortemente compromessa sul piano della libertà e delle pari opportunità tra candidati, laddove uno di essi, ricoprendo una carica istituzionale di primo piano in città, sta usando spregiudicatamente ogni mezzo legato al suo potere politico e amministrativo per impedire un confronto democratico, leale, corretto, libero e paritario.
Da un certo punto di vista, tutto questo assume il sapore di una prepotenza patetica, esercitata da parte di chi è consapevole di avere prodotto risultati assai scarsi, assolutamente insufficienti di fronte alle carenze organizzative e amministrative, come quella emersa nella gestione della differenziata, che sta portando enormi disagi ai cittadini nonostante, per quanto si legge su facebook, i lauti compensi di esperti ad hoc incaricati dal Sindaco per organizzare il servizio ed oggi, manco a dirlo, candidati con lui.
La questione finanziaria, le grandi opere, le politiche del turismo, la viabilità/mobilità, l’organizzazione urbana nella città nuova, il depuratore di c.da Fiumara e tutte le altre grandi e fondamentali questioni di primaria importanza per la città sono rimaste irrisolte in questi cinque anni, tra un cioccolatino e l’altro, tra una festa e l’altra, tra un favore e l’altro, tra una nomina e l’altra e…tra un pagamento l’altro…che, per quanto si dice negli ambienti di chi sa molte cose (vox populi vox dei), avviene rigorosamente secondo l’ordine cronologico…di Via Gianforma!