Sequestrati in casa? E’ questa la situazione che una famiglia di Modica bassa sta vivendo, tanto da inviare al sindaco di Modica, Ignazio Abbate, una vera e propria diffida.
“Con la presente si vuole rappresentare la sensazione di “detenzione domestica” percepita dallo scrivente che, avendo la fortuna di abitare in via Arancitello, traversa di corso Umberto I in Modica, e titolare di un’autorizzazione di passo carrabile, da qualche giorno, avverte “l’assedio” di tavoli, sedie, transenne, vasi ed arredi vari intorno alla propria abitazione con conseguente limitazione della propria libertà.
Inoltre dallo scorso 13 giugno compare un’iscrizione – scrive l’ingegnere Antonio Criscione, nella diffida indirizzata al sindaco di Modica -, redatta con mano incerta su un foglio di carta da un pennarello, con un alquanto improprio divieto di transito all’inizio di via Santa, senza riferimento alcuno a provvedimenti sindacali o di Giunta. Di seguito una teoria di tavolini e sedie ingombra la pubblica via.
Lungo corso Umberto I poi, alla confluenza della medesima via Arancitello, in maniera discontinua e saltuaria, appaiono tre coppie di tavoli, corredati di sedie, pronti per la somministrazione di cibi o bevande.
Il tutto in piena sede viaria!
L’unico accesso consentito all’area in oggetto appare essere la via S. Agostino, che certo non ha le caratteristiche di un’adeguata arteria viaria, dato che risulta difficile da percorrere anche con un’utilitaria”.
Nessuna illazione da parte di chi scrive, bensì la richiesta di intervenire e controllare.
“Non mi unisco al coro di chi illaziona presunte concessioni ed autorizzazioni basate sulla clientela e sull’amicizia dei funzionari comunali. Invero – dichiara l’ingegner Criscione – credo che tutti gli esercizi commerciali siano dotati delle regolari autorizzazioni. Ma questo non fa che rendere la cosa più assurda. Quale ente può ragionevolmente comportarsi così? sono state valutate le vie di fuga alternative? è stato considerato l’accesso ai mezzi di soccorso? ma soprattutto: sono stati sentiti i residenti? le loro esigenze? le loro perplessità? il rispetto dei loro diritti? Qual’è il senso di pagare un passo carrabile non potendo esercitare su di esso alcun diritto? È stato considerato il tutto alla luce degli stravolgimenti in materia di traffico che la città di Modica subirà a seguito della temporanea chiusura del ponte Guerrieri? Come si può portare il sacco della spesa a casa propria, non potendovi accedere? La popolazione del quartiere ha un’età media abbastanza elevata. Ciò è stato adeguatamente considerato?
Il tutto è reso ancora più paradossale dal fatto che sulla via Santa, e traverse ad essa afferenti, vige un regime di ZTL escluso residenti corredato da opportuna segnaletica. Mai divieto è stato più disatteso, considerato che tutta la zona costituisce facile bivacco per auto senza alcun rispetto della segnaletica apposta, stante la totale latitanza della polizia urbana.
Posto che la valorizzazione di un centro storico passa anche attraverso l’offerta turistica ed una attenta accoglienza unita ad una buona ristorazione, non si può certo ignorare l’esistenza di residenti i quali, pur apprezzando la vitalità della propria cittadina, non possono patire in questa misura le scelte commerciali di soggetti terzi.
Il residente in un centro storico non è soggetto passivo, alla mercè degli operatori commerciali. Il centro storico di Modica non è vivo solo per la qualità e quantità degli esercizi commerciali, ma anche (e soprattutto) per la sua popolazione e per la vita amministrativa che lo caratterizzano.
Sono tutte componenti che meritano rispetto. Rispetto che non si palesa con una non concertata autorizzazione all’utilizzo del suolo pubblico. La mancanza di coinvolgimento degli altri attori, mina la legittimità delle autorizzazioni concesse che non possono certamente essere rilasciate ledendo diritti di terzi.
D’altronde il centro storico di Modica non è l’unico centro storico al mondo. Basta confrontarsi con altre situazioni, vicine e lontane, in cui la chiusura totale o parziale al traffico si coniuga e si armonizza con le esigenze dei residenti valorizzandone il tessuto urbano.
Tutto ciò premesso, con la presente si chiede alla S.V. di verificare quanto lamentato e di revocare in autotutela le autorizzazioni lesive dei diritti di terzi; parimenti si diffida il Comune di Modica dal concedere ulteriori autorizzazioni in difetto di una concertazione con i residenti.
Con riserva di ogni più ampia azione per la tutela dei propri diritti”.