Nemmeno cinque mesi fa, in un video elettorale, Salvatore Poidomani si rivolgeva ai cittadini dicendo: “certo, sapete ci sono, perché mi conoscete, ci conosciamo”.
Oggi il claim elettorale del primo cittadino di Modica, Ignazio Abbate, si sintetizza nell’hastag “il sindaco che conosci”.
Una somiglianza ai limiti del plagio, assolutamente non casuale ed anzi sintomatica del terrore del primo cittadino di perdere le elezioni contro l’outsider, tanto da appropriarsi delle qualità di quest’ultimo, in un patologico, ma assolutamente classico, gioco di sovrapposizione personale.
Si potrebbe anche speculare, dicendo che Ignazio abbia affiancato il concetto di Sindaco, cioè il simbolo del potere, a quello di conoscenza personale, allo scopo di precisare, sia pure a livello subliminale, che il potere è lui e che i cittadini sanno come lui lo gestisce, nel bene e, quasi un monito, nel male!
L’unica cosa certa è l’evidente copia incolla, operato dal nostro primo cittadino (ma di copia incolla lui se ne intende, come nel caso del progetto sulla differenziata).
E non è solo questo, perché lo stesso Abbate, parlando ai suoi candidati consiglieri ha voluto sottolineare che il suo progetto è “civico e apartitico”.
Che strano! Nemmeno un paio di settimane fa, Salvatore Poidomani aveva annunciato la natura civica del suo progetto, sebbene sostenuto anche (questa è l’unica differenza) da alcune forze partitiche, sotto l’egida indiscutibile della condivisione programmatica.
Anche in questo caso c’è un copia incolla che manifesta l’intenzione di sovrapporsi ad uno sfidante di cui, evidentemente, si teme la capacità di consenso.
E non vi nascondo che mi ha stupito il fatto che il Sindaco abbia sottolineato in modo così particolare, e ingiustificatamente eccessivo, la natura “apartitica” del suo progetto: proprio lui, politico “vecchio stampo”, al quale i partiti sono sempre piaciuti, tanto da “passarsene” più di uno: nato all’ombra del PCI, da consigliere provinciale ha flirtato con l’MPA di Riccardo Minardo e con il Presidente Antoci, è stato eletto Sindaco anche con i voti dell’UDC di Orazio Ragusa, di cui era candidato, ha stretto una grande collaborazione con l’on. Nino Minardo e, alle scorse regionali, ha sostenuto Musumeci.
A pensarci bene, forse, al nostro primo cittadino non piacciono tanto i partiti, quanto gli uomini di potere, vicino ai quali si è sempre mosso con grande disinvoltura e con l’aspirazione di diventare uno di loro.
E di uomini di potere (e per il potere) ce ne sono tantissimi anche tra i suoi candidati al Consiglio Comunale (per buona pace dei neofiti): ci sono consiglieri in carica ma anche fedelissimi che lui stesso ha collocato nei ruoli chiave del governo e paragoverno cittadino, attraverso i quali ha blindato e controllato la città, e dai quali oggi pretende i voti, se vogliono restare a galla con lui!
Non è sintomatico, questo, di un gigante dai piedi di argilla?
In un saletta modesta, che era piena solo perché era piccola, ha raccolto le sue truppe e manifestato, sia pure inconsapevolmente, il terrore di perdere le elezioni, anche quando ha sbeffeggiato gli altri competitors, dicendo che costoro non hanno ancora presentato le liste e definendo improbabili le ipotesi di alleanze che non lo riguardano (lingua batte dove il dente duole!).
Di fronte a tutto questo ho ripensato a Karate Kid. Abbate mi ha dato l’impressione di essere uno di quei bulletti, nati per vincere a tutti costi ma destinati a cadere al tappeto, sotto la mannaia della loro stessa arroganza.
A questo punto, visto che ho parlato di quel film e volendo concludere restando nel tema, mi sento solo di dare un consiglio agli altri candidati Sindaco: avvantaggiatevi, seguendo i buoni consigli del maestro Myagi:
Metti la cera!
Togli la cera!
Metti la cera!
Togli la cera!
Vedrete che risultati….